Anche i webmaster, purchè tassisti a tutti gli effetti, hanno le loro storielle da raccontare. Quelle della notte sono sicuramente più intriganti, a volte inquietanti, ma vi posso assicurare che anche di giorno ci sono personaggi degni di entrare in un racconto.
-Leonardo–
Ero libero, in transito, in un punto imprecisato di corso XXII Marzo, in una mattina tiepida di primavera avanzata. Fermo ad un semaforo, notai una signora che mi guardava con l’intenzione di chiedermi “Scusi, lei è libero?”. Incrociai il suo sguardo e con fare ipnotico lanciai nella sua mente un subliminale “Chiedimelo…chiedimelo..chiedimelo”.
Avvenne il miracolo …” Mi porterebbe fino in piazza Diaz?”.
“Certo”, le rispondo. “Si accomodi pure”.
La signora aveva un’ aria un poco smarrita e neanche a farlo apposta mi disse:
“Sa, … credo di essermi smarrita…devo andare dal dentista, vengo da Como e meno male che ho trovato lei che grazie al cielo mi fa questo favore”
“Deve essere un dentista molto bravo per venire da Como fino a Milano!”
“Oh, non lo so, non lo conosco; me lo ha consigliato una mia amica”
“Una sua amica di Milano?”
“No no, di Como.”
Boh…de gustibus. Per qualche minuto si parlò del tempo e cose del genere, poi la signora riprese il discorso:
“Meno male che ho trovato lei che è così gentile e mi ha fatto questo favore”
C’era qualcosa che non quadrava. Quella donna più che disorientata o persa, aveva un modo bizzarro di dare un senso a quella corsa.
Cominciai a nutrire un sospetto, anche se sembrave comunque molto ma molto remoto:
Le dico “oh, non è un favore, fa parte del mio mestiere, come la gentilezza e prendere a bordo qualcuno al volo è un comportamento del tutto lecito…”
E poi proseguo: “…semplicemente accendo il tassametro, all’arrivo comunico al cliente l’importo, mi paga la corsa e mi rendo libero per qualcun altro. Tutto qui”
La signora, con un candore da cherubino o giustificata dal fatto che sicuramente le mancasse un venerdì, esordisce con stupore:
“Ah… (pausa) ma le devo pagare la corsa? Pensavo che mi portasse gratis, per farmi un favore!”
Vi assicuro che fu per me impossibile arrabbiarmi, per la spontaneità e la purezza di quella frase,che non nascondeva secondi fini, ma che confermava oltretutto che alla signora mancasse – oltre al venerdì – qualche altro giorno della settimana.
Le dissi con il necessario garbo, che se la mia attività avesse comportato l’abitudine di portare gratis i clienti, sarei presto caduto in disgrazia e che nemmeno un facoltoso dentista cura gratis i denti.
Quest’ultima affermazione la turbò notevolmente: fui certo che fosse pronta a chiedere un favore pure a lui!
[copyright]
Ha,ha! Certo che ne vediamo di tutti i colori. Comunque a me in 20 anni è capitato 3 o 4 volte di dare un “passaggio” a qualcuno che me lo ha chiesto: un giorno ho preso una chiamata in Diocleziano e un signore che passava, sentendo l’indirizzo dettato dal cliente al telefono della colonnina, mi ha detto: “scusi vado anch’io da quella parte a prendere mio figlio all’asilo, me lo darebbe un passaggio?” L’ho portato, era una situazione troppo simpatica. Ciao.