Forlì, 8 marzo 2010 – «Il periodo migliore c’è stato quando i voli della compagnia Ryanair atterravano e decollavano dal ‘Ridolfi’. Anche adesso però se ci levassero l’aeroporto sarebbe un disastro». Se c’è chi intende tenersi a tutti i costi l’aeroporto questi sono i tassisti. Attualmente a Forlì sono 28, 25 dei quali membri del consorzio Co. Ta. Fo. (informazioni su www.taxiforli.it; 0543/31111), presieduto da Mauro Rosetti. «Ancora oggi il grosso del nostro lavoro si svolge grazie al ‘Ridolfi’ (ci sono spostamenti consistenti anche per raggiungere le strutture sanitarie, l’università e per visitare le mostre del San Domenico). Se abbiamo patito l’addio di Ryanair? Sì. Poi è arrivata la crisi, che ha portato ad una riduzione degli incassi del 20%».
Su quanto guadagna in media un tassista Rosetti non si sbottona. «Dipende ovviamente dal numero di ore di lavoro. C’è chi ne fa otto, chi sedici. Io dieci, per sei giorni alla settimana. È il minimo per poterci guadagnare, visto che abbiamo spese fisse, ogni mese, di circa 1.500 euro. Di soli contributi paghiamo ogni anno tra i 3.500 ed i 4mila euro». Parlare di taxi significa parlare di tariffe. «In pochi lo sanno ma le definisce il Comune (che è anche il soggetto deputato a rilasciare le autorizzazioni necessarie). Siamo fermi a quelle del 2007 ed è arrivato il momento di aggiornarle». Per i percorsi utilizzati con maggiore frequenza esistono prezzi fissi. Dalla stazione al ‘Ridolfi’ si pagano 11 euro; 10 invece per arrivare all’ospedale ‘Morgagni – Pierantoni’.
Tra i problemi della categoria c’è l’esubero di tassisti. «Eravamo 22, poi nel 2005 il Comune ha rilasciato altre sei licenze. L’effetto Ryanair però è finito. Ora siamo in troppi». Ci sono casi di tassisti abusivi? Alla domanda risponde Remo Ruffilli di Cna. «Diciamo che c’è chi, dietro un’attività di volontariato, fa il doppio gioco, facendo pagare il biglietto. Contro il volontariato vero non abbiamo nulla. Chiediamo però all’amministrazione comunale più controlli». Problemi di sicurezza con qualche cliente ci sono stati? «Quasi nulla — conclude Rosetti —. Al massimo qualcuno che non vuole pagare».
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