Certo che noi italiani quando andiamo all’estero siamo proprio dei signori. Dieci milanesi (che bauscia che siamo noi milanesi) hanno preso il taxi per tornare dalla Norvegia. Per 4.000 Km. spendono 14.000 euro con un taxi-pullmann guidato da tre autisti che si danno il cambio. Certo che se la facessi io quella corsa il tassametro mi segnerebbe circa 6.400 euro, più altri 2 o 300 di autostrade… Ne mancano un bel po’ a 14.000. Mah, tutto il mondo è paese, gli zanza si trovano da tutte le parti, anche sul ghiaccio. Calcola distanza con viamichelin.
Erano andati a sciare oltre il circolo polare artico, nel paradiso naturale norvegese di Lyngen, là dove le montagne toccano il mare. Per tornare in Italia, dieci milanesi, con lo spazio aereo norvegese chiuso da mercoledì notte causa ceneri vulcaniche, non hanno trovato di meglio che un viaggio in taxi: e sono partiti così, ieri, per farsi i quasi 4mila chilometri da Tromso a Milano. Lo racconta l’edizione online del quotidiano norvegese Aftenposten (traduzione).
La compagnia di taxi di Tromso, città universitaria sul circolo polare artico che i norvegesi considerano la «Parigi del nord», calcola che la cifra sul tassametro all’arrivo sarà fra i 7 e i 14mila euro. «È caro, ma a casa ci aspettano le famiglie ed il lavoro. Se non prendessimo il taxi non so quando potremmo rientrare» ha detto al quotidiano norvegese Alberto, uno dei protagonisti dell’avventura.
Per il viaggio la compagnia di taxi ha messo a disposizione della comitiva di milanesi un camioncino e tre autisti che si danno il cambio. Finora la corsa più lunga per un tassista di Tromso era stata verso località dell’estremo nord come Alta o Narvik. «È un’esperienza che si può fare solo una volta nella vita» ha detto il general manager della compagnia di taxi, Bjorn Lead, probabilmente pensando alla fortuna che si metteranno in tasca i colleghi autisti. Che però non potranno ambire al Guinness. La loro corsa è infatti nulla rispetto al primato mondiale registrato dal libro dei record: un Londra-Città del capo e ritorno costato 62.908 dollari.
Ma la costosissima avventura degli sciatori milanesi non è l’unico viaggio degno di nota. In questi giorni ognuno si sta arrangiando come può, chi affina la fantasia, chi si adatta, chi sborsa una fortuna pur di tornare a casa.
A Linate Yolanda, giovane brasiliana diretta a Barcellona, ha affittato assieme ad altri passeggeri un intero autobus. Spesa complessiva: 7mila euro. E, per trovare altri alleati con cui dividere la spesa, ferma i passanti all’ingresso dello scalo con un cartello con la scritta: «Bus Barcellona-Madrid».
Una famiglia di Massa Carrara, diretta a Cuba, sta facendo la spola da due giorni tra casa e l’aeroporto di Malpensa, in balia degli annunci di chiusura e apertura. «Stiamo per metterci in macchina per la terza volta – spiega la mammma, mentre all’altoparlante annunciano la chiusura dello scalo – e domani torneremo qui, sperando di poter finalmente partire. Negli alberghi non c’è posto e noi stiamo spendendo un sacco di soldi per fare avanti e indietro in autostrada. Con il bambino mica possiamo dormire in aeroporto».
Un uomo di affari, arrivato da Fiumicino a Malpensa, per raggiungere Istanbul raggiungerà Ancona in treno e poi prenderà il traghetto per la Grecia, dove salirà su un pullman per arrivare a destinazione. Tutti noleggiatori internazionali, da Avis a Sixt, da Hertz a Europcar, sono in «situazione critica», con un boom di noleggi e tutto esaurito già da venerdì.
Fonte dell’articolo: ilgiornale-it Milano – Redazione – 20/4/2010