La pazzia è una forma di normalità

Racconto di Leonardo

Ci sono state negli anni vicende curiose, aneddoti più o meno carini, ma sentivo la mancanza di qualcosa che non accadeva da tempo. Si, perchè tutto ciò che potevo raccontarvi, primo d’ ora riguardava le persone “normali” (pur mantenendo molte riserve su quella che – secondo i nostri canoni –  definiamo “Normalità“). Quella che aspettavo di presentarvi era un persona fuori da questi canoni: è arrivata ieri alle 11 e 30. E’ stata una comparsa fugace, ma molto intensa.
Al posteggio di piazza Ascoli la colonnina suona e chiedono un taxi per un residence dalle parti di via Donatello. All’ arrivo, già vedo incedere una figura femminile sulla sessantina. Alza il dito, come per dire “eccomi, sono qua“, invece esordisce in tono imperativo con:
“Lei deve darmi il suo numero di telefono perchè potrei aver  bisogno di lei”
Chi l’ha mai vista prima, ma soprattutto cosa vuole dirmi per telefono.
“Mi faccia sedere davanti, perchè sono allergica”
“A cosa è allergica signora?”
“a tutto!!!”
Fra le innumerevoli allergie, spiccavano con evidenza quelle per il sapone e i deodoranti.

“Spenga la radio per favore”

“Mi siedo davanti così vedo ben bene le facce di quei cazzoni dei milanesi”
Ooops! Rimango interdetto: premetto che la signora non si è minimamente preoccupata di accertarsi delle mie origini. Sono ben distante dal somigliare a un  biondissimo Rutger Hauer (ho-visto-cose-che-voi-umani-non-immaginereste-mai) , ma neppure a Diego Armando Maradona (trottolino-adiposo-dudù-dadadà).
Da una grossolana analisi dei tratti somatici e linguistici potevo anche probabilmente sembrare milanese,  quindi già automaticamente bollato come cazzone! Tante grazie madame! Che donnina fine! Si sentiva che aveva studiato a Oxford.
Dopo avermi reso edotto sulle sue terribili malattie mi dice:
“Ora mi porta a spasso per Milano. Cominciamo da via Verdi angolo Scala. Vada piano che non ho problemi (così vedo meglio in faccia quei cazzoni dei milanesi)”
Ancora! Ci risiamo!
Inserisco la prima e giro subito per via Garofalo, quindi inserisco la seconda.
“VADA PIANOOO!”
“Non vede che davanti allo stop c’è già una macchina?”
“Ed eviti i tombini”.

A quel punto cominciai a chiedermi se potesse diventare pericolosa. Avevo a che fare con una bomba innescata, con la miccia corta e già accesa o con una semplice e stravagante mattacchiona?
“Ah, io sono molto esigente”
“Forse lo è un po’ tanto…” aggiungo io…
Poi (per fortuna) ho scelto di tacere.
“Certo che lo sono, e se non le va di portarmi mi lasci a un posteggio taxi più vicino. Se non sto a genio a qualcuno, io me ne sbatto e lo mando affanculo.”
Ho continuato a tacere,  era un piacere ascoltarla, si sentiva che si era laureata alla Sorbona …o ero forse su “Scherzi a Parte“? Boh!
All’incrocio di via Plinio, già furibonda, ha deciso di scendere prima del tempo e di proseguire a piedi: il vulcano islandese Eyjafjallajökul che era in lei, era pronto a esplodere una seconda volta nel giro di pochi giorni.
E io continuavo a tacere.
Scese sbattendo violentemente la portiera… la bomba esplose, il vulcano eruttò, quindi snocciolò la sua personale tesi di laurea con un frasario degno di uno scaricatore del porto di Marsiglia in una bisca clandestina frequentata da macachi avvinazzati. Poi, dulcis in fundo dimostrando una discreta cultura di strada, mi esibì il suo dito medio, con una gestualità  degna di una attrice consumata.
Mi allontanai tra il perplesso e lo stupito, portandomi appresso i suoi strali avvelenati, finchè il rumore della strada coprì definitivamente le sue urla isteriche.
Credo che il suo psichiatra ora sia in procinto di  lasciare la professione per aprire un sex-shop  in Groenlandia. Avrà maggiore successo.

P.S.: Vi chiederete che ci fanno dei macachi ubriachi in una bisca di Marsiglia. Non lo so! So solo che in Francia gli animali entrano dappertutto.

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(“La pazzia è una forma di normalità” è un aforisma di Luigi Pirandello)

Un commento

  1. Grande Vecchia! Il bello del nostro lavoro. Mica un impiegato può permettersi simili incontri!

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