La vendetta del tassista (le cipolle di Tropea)

Racconto di Leonardo

Notizia  trovata sul quotidiano locale “L’eco di Poasco”

“SONO SFUGGITO A UN TASSISTA IMPAZZITO”. Questa è stata la primissima dichiarazione di un trentenne ritrovato sotto shock nelle campagne vicino a Chiaravalle.  Il giovane A.G. (queste le sue iniziali) solo dopo essere stato sedato e rifocillato, è riuscito a raccontare alle forze dell’ ordine che lo hanno raccolto, la sua allucinante avventura. Un nostro inviato è riuscito a mettersi in contatto con A.G. e a intervistarlo. Ecco le sue parole:
Ho chiamato un taxi ieri pomeriggio in via Rufo, dove mi trovavo per un meeting per discutere il business plan 2010-2011 con i managers della holding britannica che fa capo al mio insurance group di Ginevra. Dovevo andare con urgenza in piazza Affari e dato che il cab è arrivato con 2 minuti di ritardo sul previsto, ho chiesto al tassista di volare of-course!
In tutta risposta il driver mi ha detto:
“mi scusi se mi sono permesso di salutarla, vedo comunque che o non ha gradito o non per lei non è importante rispondere”.
Confesso che non ho proprio capito cosa intendesse, visto che stavo comunque rispondendo – sul mio blackberry- a una mail del mio financial assistant che mi ricordava di entrare in conference-call entro dieci minuti, con Londra.
Ho  ignorato la chiacchierata del driver, per me senza senso, e ho acceso il mio notebook e attivato la webcam. L’autoradio del tassista suonava una noiosa quanto irritante musica new age, così gli ho chiesto di spegnere perché stavo per entrare in conference-call.
Il driver mi ha di nuovo risposto in modo astruso:
“chiedere per favore no, eh?” Che cosa voleva dire con no eh? . Gli chiesi di essere più chiaro.
“Raggiungiamo un compromesso” mi disse, “io tengo la radio accesa lo stesso, ma con un volume molto basso così da poterla sentire solo io”.
Capirà! Quante storie per un stupida musichetta new age! Così ho fatto valere i miei diritti.  Gli ho detto chiaro e tondo “GUARDI CHE IO PAGO”, “I PAY FOR YOUR SIMPLE SERVICE… DO YOU UNDERSTAND???”
E da quel momento fu l’inizio della fine…

La seconda parte dell’intervista racconta l’autentica odissea di cui è stato vittima questo poveretto, perché d’ora in poi comincia la metamorfosi del tassista.

… il tassista si fermò immediatamente a lato strada, chiuse tutti i finestrini e bloccò le portiere, spense la radio e si voltò verso di me. C’era della follia in quello sguardo. Pochi istanti dopo si voltò nuovamente in assetto guida. Accese il riscaldamento e la ventilazione al massimo, si tolse le scarpe e i calzini che appoggiò poi sulle bocchette di ventilazione. L’odore che ne sprigionò mi tramortì
Mise poi ai piedi degli infradito di cuoio bisunto, anch’essi puzzolenti. Quando però vidi che cominciò a slacciare e a calare il pantaloni, temetti il peggio: sotto indossava dei bermuda sintetici multicolor, che fortunatamente non tolse!  Non riuscivo a comprendere minimamente le sue intenzioni, ma sapevo che qualsiasi fossero, sarebbero state per me sconvolgenti.
Gli gridai “MA LEI E’ PAZZO!!!”
Si voltò con il solito ghigno senza dire nulla. Si tolse poi maglione e camicia, rimanendo solo con una orrida canottiera traforata. L’ aria si era fatta rovente  con un cocktail di odori micidiale. Il driver con  la solita calma estrasse un coltellino, guardandomi di nuovo: ancora una volta temetti il peggio. Aprì il porta oggetti e tirò fuori una cipolla rossa di Tropea, la tagliò in due e si strofino le due metà della cipolla sotto le ascelle.
Interdetto iniziai a piangere ( per colpa della cipolla ). Incurante del mio smarrimento addentò un pezzo di cipolla e la inghiottì, poi tracannò tutto d’un fiato una lattina di Coca Cola. Dopo pochi secondi tornò a voltarsi verso di me, strabuzzò gli occhi, aprì la bocca e si lasciò andare un rutto mostruoso che mi spettinò addirittura. Prese dal porta oggetti una cassetta dei  Righeira e la infilò nel mangianastri. Al suo grido sovrumano di TOWANDAAAA, i Righeira attaccarono con “vamos a al playa” e il tassista al seguito.
Lui partì come una scheggia, sgommando e cantando a squarciagola senza fermarsi mai. Si immagini che in mezzo al tutto quel bailamme mi è saltata la conference-call e la mia leadership con il team andata a pallino!
Quel pazzo, dopo essere arrivato fino alla basilica di Chiaravalle e aver ascoltato i Righeira per almeno ventotto volte di fila, abbassò  come per incanto i finestrini, spalancò le portiere e si fermò davanti al Santuario, dove scese e con un inchino mi offrì un cero e la corsa gratis. Poi ebbi un mancamento e non ricordo più nulla…
…………………….
Strana storia! Molto strana! Va beh irritarsi con qualcuno di caratterialmente difficile, ma tutta questa sceneggiata… Saranno forse anche gli articoli sui giornali di questi giorni che fanno un po’ innervosire…
Ce lo vedo questo qui in divisa come vogliono quelli del Comune, questo gira in incognito con canotta e costume! In ogni modo se non riesci a stare a contatto con la gente, sarebbe meglio cambiare mestiere anziché fare il tassista. Però, perfido il collega: la trovata della cipolla sotto le ascelle… mi viene in mente quel sudore tremendo che senti qualche volta in metropolitana. Io lo chiamo “sudore cipollato”, peggio di un’ arma batteriologica. Mah, che dire? Di positivo c’è che al cliente non è stato torto un capello; ma gli estremi per l’accusa di sequestro di persona, ci sarebbero…
Scusate un momento,  mi  sta salendo un cliente…
BuongioVIA DE FINETTIrno, signVOLI! HO FRETTAore.
Azz..!!! Altro che optional, il saluto  ormai è un caro estinto.
“SPENGA LA RADIO CHE DEVO FARE UNA TELEFONATA IMPORTANTE.
Sospiro, spengo la radio e avvio il taxi, poi cerco nel porta oggetti:
Deve essere da queste parti, è un po’ che non lo uso.  Eccolo lo stradario, trovato!
Vediamo dove è sta via De Finetti ( tanto questo impegnato com’ è mica me lo dice)
TROVATA!
Ripongo lo stradario nel porta oggetti, proprio accanto all’ ultima cipolla rimasta.
Allento il colletto della camicia e slaccio i polsini.
Guardo nello specchietto  e sorrido sornione.
La radio, presto tornerà a suonare.

[copyright]

…………………………….

Il racconto è opera di fantasia. Ogni riferimento a persone o cose reali è del tutto involontario
[nella foto: Anthony Perkins, in “Psycho” (1960) di Alfred. Hitchcock]

Un commento

I commenti sono chiusi.