Aspettavamo un CityLife con centinaia di uffici e un via vai di businnesman e invece la nostra vecchia Fiera di Milano si risolve in una gigantesca speculazione di edilizia residenziale.
C’era da aspettarselo… e intanto la nostra fiera è finita in **** alla balena!
(qualcuno mi ha detto che si dice "in **** ai lupi")
MILANO – Erano state progettate per ospitare uffici e spazi destinati al terziario, ma la crisi economica sta riscrivendo la storia delle avveniristiche torri che dovrebbero prendere il posto della vecchia Fiera. Uno dei tre grattacieli, la contestatissima torre «gobba» di 35 piani e 170 metri d’altezza progettata da Daniel Libeskind, potrebbe essere destinato esclusivamente ad appartamenti e hotel. Lo ha annunciato in un incontro con la stampa a Milano l’amministratore delegato di CityLife, società di sviluppo immobiliare dell’area, Claudio Artusi. La decisione sarebbe motivata dall’insufficiente richiesta, dovuta appunto alla crisi economica, di uffici e di altri spazi destinati al terziario nelle tre torri dell’area. La decisione, che vedrebbe sorgere a Milano il primo grattacielo italiano destinato a uso residenziale, è attesa a breve, ed è subordinata anche alle decisioni di Palazzo Marino, che esaminerà nei prossimi giorni la richiesta di cambio di destinazione d’uso avanzata dalla società. «Inizialmente – afferma Artusi – si pensava di destinare un 55% della metratura complessiva di CityLife al residenziale e un 45% circa a uffici e terziario; ora, in seguito alla crisi, la proporzione è cambiata e si è su un 70% per gli appartamenti e un 30% circa per uffici e attività commerciali». Sarebbe sbagliato – secondo l’ad di CityLife – «irrigidirsi per creare degli uffici che rimangono vuoti. Detto questo, – continua Artusi – anche se ce ne sono diversi esempi in America e in Asia, sarebbe la prima volta nel mercato immobiliare italiano che si propone di andare a vivere in un grattacielo solo residenziale. Prima però – conclude l’ad di CityLife – tastiamo il mercato e poi prendiamo le decisioni».
VARIANTE URBANISTICA – I vertici di Citylife hanno chiesto al Comune di Milano l’approvazione di una variante urbanistica che premetta loro di aumentare la percentuale totale massima di edilizia residenziale dell’intero progetto dal 55% al 70%. Se tutto andrà come previsto il «Curvo», così è stato ribattezzato informalmente il grattacielo, sarà occupato da un albergo di lusso nei piani più bassi e da abitazioni in quelli più alti. Sarebbe la prima volta in Italia, a parte il precedente della Torre Velasca che ospita abitazioni dal diaciannovesimo al ventiseiesimo piano, ma si ferma a soli 106 metri d’altezza.
IL NUOVO PROGETTO – Il controverso progetto attuale potrebbe essere inoltre «raddrizzato» per renderlo più compatibile con la nuova destinazione: «Le modifiche – ha detto l’ad di Citylife Claudio Artusi – saranno in funzione di chi lo utilizzerà, ma chiediamo che rimanga intatto il gesto architettonico. Il problema non è il grado di curvatura». Che siano case o uffici gli appartamenti più alti d’Italia saranno comunque costruiti entro il 2014. Nel frattempo Citylife sta cercando di capire, attraverso dei sondaggi, se siano davvero apprezzati dagli italiani. «Il mercato residenziale – ha detto l’ad Artusi – sta andando molto bene. La crisi non sta colpendo la fascia del mattone di pregio». Da qui la richiesta di aumentare la quota di abitazioni e l’attesa «rispettosa» del via libera di Palazzo Marino. Il provvedimento, ha assicurato l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli, dovrebbe essere approvato dalla Giunta entro un paio di settimane. Finora lo sviluppatore immobiliare ha venduto 80 appartamenti sull’intero progetto, che prevede la costruzione di 1100-1200 unità abitative. I prezzi variano tra i 7mila e gli 11.500 euro al metro quadrato e sono pagati in prevalenza da coppie di età compresa tra i 40 e 60 anni, mentre per quanto riguarda gli uffici saranno affittati a 350-400 euro a metro quadro all’anno. La costruzione della prima delle tre torri, non quella di Libeskind, partirà a metà 2011.
IL PARCO E IL CENTRO PER I BAMBINI – Intanto, il Comune di Milano ha lanciato il concorso internazionale di progettazione per il «parco CityLife», la nuova area verde che si prevede sorga in zona Fiera prima dell’inaugurazione di Expo 2015. Lo ha annunciato l’assessore allo Sviluppo del territorio del Comune di Milano, Carlo Masseroli. «Un parco di 170mila mq – ha detto Masseroli -, quindi grande come 30 campi da calcio». Palazzo Marino selezionerà entro il 9 luglio i cinque progetti migliori e Citylife altri tre. La proclamazione del vincitore avverrà entro il 30 ottobre e il progetto definitivo dovrà essere pronto entro dicembre. «Il parco – afferma sempre Masseroli – sarà uno dei più importanti che Milano avrà in centro e, tra l’altro, sarà collegato "attraverso il raggio verde 7" al parco Sempione e al sito Expo». Nel 2012 ci sarà già un terzo del parco e i due lotti residenziali. Lo storico padiglione 3 della vecchia fiera, già palazzo dello sport che ospitò alcune gloriose edizioni della Sei Giorni ciclistica, diventerà un centro culturale-ricreativo dedicato a bambini. La nuova struttura pubblica, affidata alla Fondazione Muba, si chiamerà «Palazzo delle Scintille». Al suo interno verranno ospitate attività educative orientate all’apprendimento attraverso il gioco e l’esperienza diretta. Il primo progetto di massima, bocciato dalla Soprintentendenza, sarà sostituito da un altro più rispettoso della struttura architettonica originale. L’edificio potrebbe inoltre ospitare alcune funzioni commerciali. Entro la fine del 2010 sarà inoltre prontoil progetto definitivo del Museo di Arte Contemporanea di Daniel Libeskind i cui lavori inizieranno nel 2011.
fonte: ilcorriere 18/05/2010