Ho notato un particolare gradimento da parte degli amici di TaxiStory per i racconti di Sergio Montagnini. Ho scelto per voi questa volta un racconto tra i più divertenti, avveniristico e in un certo senso premonitore. Aggiungerei personalmente il termine "agrodolce", poichè alla luce di quanto avviene oggi, molte cose Sergio le ha azzeccate. Scriveva questo racconto nel febbraio 1995, pronosticando una Milano proiettata nel 2020, dandone una sua visione molto personale, secondo il suo stile canzonatorio, ma soprattutto spietata. Sono passati quindici anni da quel febbraio ’95 e fra 10 anni sarà il 2020: è stato superato il giro di boa e Milano in effetti non è più la stessa Milano di quindici anni fa.
Racconto di Sergio Montagnini , ieri…
Roccacannuccia 8160, detto Volpe Azzurra, scende, come ogni mattina, alle sei in punto, apre il suo taxi e in soli dieci minuti sblocca i vari catenacci: blocca sterzo, serra freno, blocca differenziale, serra ganasce, blocca ruote ecc.. ecc., mette in moto e attende che la temperatura del motore raggiunga il punto ottimale; ci vuole parecchio affinchè la miscela di olio di colza, paraffina e cherosene anti-detonante defluisca e carburi.
Si calca in testa l’elmetto, si infila i guanti bullonati e, accertatosi che la mazza ferrata sia al suo posto e facilmente estraibile, si avvia al posteggio.
All’uscita dal passo carraio taglia di proposito la strada ad un motociclista, odiato nemico da sempre; questi, dopo aver inchiodato, gli si affianca e gli sferra un calcione con stivale puntuto sulla portiera destra, non immaginando che il tassista ha fatto installare l’apertura automatica della portiera posteriore a due velocità, lenta e a scatto. Azionata quest’ultima, il motociclista, colpito in pieno, viene scaraventato a terra.
"Bene, bene", commenta Roccacannuccia 8160. "La giornata promette soddisfazioni."
In quel momento scorge una vecchietta che attraversa la strada, ben lontana dalle strisce pedonali. La punta deciso, ma questa, rivelando insospettate doti di abilità, scatta con un balzo; si mette in salvo sul marciapiede, poi, cavato dalla borsetta un sasso, lo scaglia contro il taxi, centrando in pieno il lunotto, che non accusa alcun danno, essendo ultra corazzato.
"La prossima volta non mi sfuggi!" bofonchia Volpe Azzurra.
Passando davanti ad uno slargo, saluta affettuosamente uno stuolo di puttanazze multietniche che vi stazionano 24 ore al giorno.
Scorge poi l’ambulanza della zona, che perlustra in continuazione per raccattare feriti o peggio di incidenti stradali; segnala il punto dell’impatto col motociclista e, soddisfatto di aver compiuto il proprio dovere, arriva al posteggio.
Dopo le solite chiacchiere, si accorge di una macchina privata sul posteggio taxi.
"Le avete già bucato le gomme?"
"No, tutto regolare, ha già pagato."
"Ah beh!"
Arrivano due clienti: "Bel giovanotto, c’è un taxi rosa?"
"Ma certo signorina… ehm… volevo dire… beh! Si c’è! Giorginooo! Ci sono due gay per te! Porca vacca, ma senti che scia di profumo lascia il Giorgino, consumerà litri di lavanda! "
"Ehi Volpe Azzurra, hai sentito di Tasso 13? S’è beccato sei mesi di sospensione per aver menato un albanese."
"Ma no! Ma è anche stupido, possibile che non sapesse che è una razza protetta, in via di estinzione?"
"Beh, lo conosci, se non gli pagano la corsa s’incazza come una bestia… Guarda che vai… C’è una cliente per te."
"Tassista, per piazzale Loreto quanto impieghiamo?"
"Io posso portarla sino a piazza Duomo, dove poi dovrà traslocare su un taxi nero per il nord città. Da qui ci vorrà almeno un’ora."
"Possibile? Ma siamo a Porta Lodovica!"
"Che posso farci? Colpa del traffico. Su, si accomodi."
Alla partenza Volpe Azzurra fa alzare il vetro blindato divisorio che lo separa dalla cliente, accende il televisore per i passeggeri e per sè il monitor che segnala, via satellite, l’itinerario consigliato.
La radio intanto sgrana notizie a raffica: – attenzione, corso Italia bloccato da una manifestazione di
Mormoni, – piazza Scala bloccata da un sit-in dei Piedi Neri-.
"Ma che vorranno ‘sti Piedi Neri? Le scarpe, ovviamente!"
Dall’interfono la cliente si lamenta: "Senta, ma sto televisore non funziona!"
"Gli dia una botta!"
Passa un minuto: "Adesso va bene, ma degli usi e costumi degli aborigeni neozelandesi a me non me ne frega niente."
"Signora, questo passa il convento. Siamo a reti unificate, abbiamo 822 canali…" "Sì, ma trasmettono tutti la stessa cosa…"
"Naturalmente… però cambia la pubblicità! Ecco, signora, siamo arrivati, in 65 minuti, non male."
"Mi scusi… ma… quello è il Duomo di Milano?"
"Certamente, signora."
"Strano, lo ricordavo diverso, mi sembra…"
"E’ sempre lo stesso, hanno aggiunto qualche minareto, tolto le guglie, messo la mezzaluna al posto della Madonnina, ma sostanzialmente…"
"Si può visitare?"
"Ma certamente, si ricordi di togliersi le scarpe quando entra."
"Volpe Azzurra, che ci hai portato, una cliente?" "Esatto destinazione piazzale Loreto."
"Va beh! Venga signora, siete già in due, quando arriva il terzo cliente si parte."
"Come sarebbe a dire?"
"Per il nord città i taxi sono solo collettivi! Pertanto con meno di tre persone non posso partire, l’avete voluto voi!"
"E se la terza persona arriva tra un’ora?"
"Ci teniamo compagnia."
"Ma… ma… E’ assurdo, che razza di servizio è? A questo punto prendo un tram!"
"Come vuole, però guardi che i mezzi pubblici sono in sciopero."
"Ma da quando?"
"Da quindici anni, signora"
"Ma… questa città è Milano?"
"Lo era, signora… un tempo lo era."
Notizia de "Il Giorno" oggi…
…Una vera guerriglia, quella andata in scena ieri pomeriggio nel campo rom di via Triboniano, con sassaiole, auto incendiate, lacrimogeni, manganelli, ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco che vanno e vengono. Bilancio: trenta feriti, di cui quindici poliziotti, una bambina di tre anni e l’arresto di un nomade. Tutto comincia alle 15, quando i nomadi, assieme ai ragazzi dei centri sociali, radunati sotto le insegne del Comitato antirazzista si preparano a lasciare la baraccopoli. Direzione Palazzo Marino, dove è in programma una manifestazione, a quanto pare autorizzata. Ma i rom, da quel campo, non usciranno mai.
Polizia e carabinieri si presentano ai cancelli in tenuta antisommossa: almeno venti camionette, da cui scendono centinaia di agenti. L’area di Triboniano viene circondata e tutte le vie di accesso al campo bloccate fino alle 20,30. Nessuno può accedervi, neppure i cronisti. Poco dopo comincia la battaglia…. (articolo completo)
[nella foto il vecchio tram "El Gamba De Legn" in porta Ludovica nel 1930]
Bellissimo. Mi ricordo anche questo. Grazie Leo.