Marco Masini, nel 1993, stufo di una vita fatta di risolini, di ammiccamenti, di tocco-ferro, da buon toscano decise di rigettare il rospo che da troppo tempo aveva in gola. Uscì con un album splendido (“T’ innamorerai”) e al suo interno una canzone definita imbarazzante. Già mi sono ritrovato anni fa ad affrontare questo argomento, nel vecchio “TaxiStory – La Voce Dei Tassisti Milanesi”, con toni piuttosto accesi allora e immutati oggi, perchè nel frattempo nulla è cambiato: chi prova il semplice gusto di infangarci continua imperterrito a farlo ancora, con immutata perseveranza. Se avete letto come spero, il commento precedente di Topogatto, ci sono frasi DOC, nel senso che sono autentiche e di sicura provenienza. Siccome non siamo deficienti o ignoranti, riusciamo perfettamente a leggere tra le righe le malcelate allusioni alla certa disonestà, alla non qualità, alla non disponibilità dei tassisti, a quanto ci si adoperi per scongiurare i loro misfatti. Tutto ciò ci offende profondamente e si aggiunge al già ampio corollario di nefandezze già attribuiteci e ormai ben consolidate nell’ immaginario collettivo. Mi pare che tutte queste cose vengano snocciolate autorevolmente, in modo sprezzante, senza dimostrare il minimo imbarazzo. Qual è la logica che li fa perseverare su questa strada? La sicurezza che i tassisti anche questa volta rimarranno in silenzio o al limite si metteranno a fare qualche mugugno o a berciare in qualche forum dell’editore tal dei tali?
Marco Masini non si imbarazzò per nulla a fare una canzone dal titolo “forte”, ma dal testo sincero, non ruffiano, non opportunista. Ecco che la canzone autobiografica “VAFFANCULO” fu come una purga dall’ autocensura e il riscatto dell’orgoglio. Prendeva di mira tutti coloro che lo demolivano e lo mortificavano, senza fare sconti. Ed ebbe ragione: la canzone non fu mai censurata (chissà perchè vero?).
Per via del titolo, che tra l’altro veniva ripetuto continuamente nel brano da Masini, e nel ritornello anche dal coro, la canzone creò un piccolo “caso”. Nonostante il prevedibile imbarazzo nel trasmettere il brano per le radio, ed il video per i canali televisivi, il brano comunque ebbe un notevole successo e rimane ad oggi uno dei singoli più rappresentativi della discografia di Masini, cui tutt’ora affida la chiusura dei suoi concerti. Noi guidiamo, ascoltiamo anche musica fra una telefonata (ascoltata) e l’altra, ma purtroppo la maggior parte di noi non scrive musica e non potrebbe produrne. Tuttavia personalmente trovo la canzone di Masini, adattabile volendo su qualsiasi situazione, su qualsiasi modello di vita e di mestiere, poichè in ogni modello di vita o di mestiere c’è sempre qualcosa da rivendicare con il coltello fra i denti, se ne vale la pena. E se ogni tanto vediamo uno stringatissimo articolo sul tassista-buono-che-salva-la pulzella, è molto, troppo poco per purificare anima e penna dai veleni pregressi. Vi lascio senza imbarazzo, al testo e al video di “vaffanculo”, da interpretare, da gustare e per qualcuno – ahimè – da digerire… (guarda il video su YouTube – fino a questo istante è stato visto 1964885 volte).
Se mi guardo nello specchio
con il tempo che è passato
sono solo un po’ più ricco
più cattivo e più invecchiato
è l’amara confessione
di un cantante di successo
forse è l’ultima occasione
che ho di essere me stesso
Quando ho smesso di studiare
per campare di illusioni
sono stato il dispiacere
di parenti e genitori
ero uno di quei figli
sognatori adolescenti
che non vogliono consigli
e rispondono fra i denti
Vaffanculo Vaffanculo Vaffanculo Vaffanculo
Vaffanculo Vaffanculo
Ma la musica è cattiva
è una fossa di serpenti
e per uno che ci arriva
quanti sono i fallimenti
mi diceva quella gente
che s’intende di canzoni
hai la faccia da perdente
mi dispiace non funzioni
Masini Vaffanculo
Vaffanculo Vaffanculo
Non importa se ho pianto e sofferto
questa vita fa tutto da sé
nella musica ho solo scoperto
il bisogno d’amore che c’è
Chi lo sa che cosa è vero
in un mondo di bugiardi
non si può cantare il nero
della rabbia coi miliardi
siamo tutti conformisti
travestiti da ribelli
siamo lupi da interviste
e i ragazzi sono agnelli
che ti scrivono il dolore
nelle lettere innocenti
e la loro religione
è di credere ai cantanti
ma li trovi una mattina
con la foto sul giornale
in quell’ultima vetrina
con la voglia di gridare
al mondo Vaffanculo
Vaffanculo Vaffanculo
Mi dimetto da falso poeta
da profeta di questo Fan’s Club
io non voglio insegnarvi la vita
perché ognuno la impara da sé
Me ne andrò nel rumore dei fischi
sarò io a liberarvi di me
di quel pazzo che grida nei dischi
il bisogno d’amore che c’è
ora basta io sto male
non è giusto Vaffanculo
Nello specchio questa sera
ho scoperto un altro volto
la mia anima è più vera
della maschera che porto
finalmente te lo dico
con la mia disperazione
caro mio peggior nemico
travestito da santone