Ve la racconto così come me l’ha raccontata un tassista in servizio a Roma. Non tutti sanno che nella Capitale un tassista su tre è molisano, spesso originario di un paese in provincia di Campobasso che si chiama Bagnoli del Trigno. Come sia accaduto è intuibile. I primi tassisti chiamarono gli altri e nasce una comunità. Attualmente sono almeno 2.500 i tassisti molisani di Roma, riuniti in cooperative come "Radio Taxi 3570", che ne raccoglie oltre un migliaio, o "La Capitale".
Dietro le loro sigle come si celano nomi e volti che racchiudono tante storie. Salvatore, originario di Bagnoli del Trigno, vive a Roma dal 1970 è il tassista che ci racconta l’aneddoto. Ogni estate e come in ogni località italiana, anche a Bagnoli del Trigno si verifica un massiccio ritorno dei nativi per ritrovare i famigliari, i vecchi amici e le proprie radici durante le vacanze estive. "Anche se in verità gran parte di noi ci ritorna tutti i fine settimana – spiega Salvatore – perché per noi la vera casa è il Molise. Un fine settimana è libero per i dispari ed uno per i pari, a seconda cioè dei turni riferiti alle nostre sigle. Pensi che noi tassisti abbiamo un modo di dire: vigna o maiale pari o dispari, perché ci sono i turni anche quando è tempo di vendemmia o di ammazzare il maiale. E visto che capita spesso di fare il viaggio tutti insieme, provi un po’ ad immaginare che fila interminabile di taxi".
Ora accade che, essendo migliaia i tassisti romani originari di Bagnoli del Trigno ed usando in prevalenza il loro taxi – temporaneamente fuori servizio – per andare in vacanza, risulta inevitabile che in quel periodo il paese si riempia letteralmente di macchine gialle. All’epoca in cui questi erano tutti di color giallo, il fenomeno dei taxi parcheggiati lungo le strade di Bagnoli del Trigno era senz’altro vistoso e curioso insieme. Tanto è vero che un italo americano, originario di questo paese, decidendo di conoscere la terra dei suoi nonni, dopo aver visitato Milano e Roma approdò a Bagnoli del Trigno.
"Era ferragosto – prosegue Salvatore – ed ogni angolo era occupato da un taxi. Al che il turista, rivolgendosi ad un vigile urbano, gli chiese come mai a Roma e a Milano per trovare un taxi aveva dovuto faticare sette camicie, mentre in un piccolo paese come questo avevano così tanti taxi? Certo, gli disse, che dovete essere molto ricchi se usate sempre il taxi per spostarvi! Al che, sbellicandosi dalle risate, il vigile gli spiegò che si trattava di compaesani in vacanza. E che furono i lori nonni a diffondere il mestiere del tassista tra i molisani a Roma".
Questi pionieri, indubbiamente intraprendenti e coraggiosi, partirono da Bagnoli del Trigno, Salcito, Fossato, Pietracupa, Pietrabbondante, Duronia, Poggio Sannita, per cercare lavoro nella capitale. Esperti nel trattare gli animali, vennero subito considerati i più affidabili nell’accudire i cavalli di quei signori che, ai primi del novecento, potevano permettersi una carrozza propria. Ma l’intraprendenza e la tenacia dei molisani fece sì, che nel giro di un’attività più redditizia come la conduzione delle carrozze pubbliche si affermarono anche in quella che era la naturale prosecuzione del lavoro di cocchiere. La rapida evoluzione dei mezzi di trasporto, passando dalla romantica carrozza a cavalli all’automobile, non ha quindi dissolto un’attività diventata ormai tradizione e che vanta ben tre generazioni. Ma la saga molisana continua perpetuando e intensificando il pittoresco fenomeno della fila di macchine gialle che settimanalmente percorre l’autostrada che da Roma porta al Molise.
(Fonte: Forche Caudine – Maria Annunzia Selvelli – Regioni. Pressitalia – n.4/ 2007]
Foto: panorama di Bagnoli del Trigno