Siamo tanti, forse troppi

Stamattina dando la solita occhiata alle notizie e ai blog mi sono soffermato sul blog di VA55 di Roma. Impossibile non sposare pienamente le sue parole che riflettono perfettamente lo stato attuale del servizio taxi nelle principali città italiane: la liberalizzazione "de facto" imposta dalla Legge Bersani mostra le sue nefande conseguenze e l’invasione selvaggia di licenze NCC mostra, a sua volta, la politica della "fetta di salame sugli occhi" perpetrata con l’inspiegabile silenzio delle associazioni di categoria. Per ora sopportiamo, ma fino a quando?

>Una foto emblematica: questo è il posteggio taxi di Piazza Vescovio dove confluisce la Via di Tor Fiorenza, ove e’ insediata la sede del Cavalier Pileri, Adoc. E’ impossibile che il Cavaliere non veda le vetture taxi che intasano la piazza; pregiudiziale per contestare al nostro censore l’assurdità delle sue affermazioni sull’aumento del numero dei taxi (ora 8.000) che continua a perorare con un copia e incolla in ogni dove.
In soli tre anni i taxi sono aumentati del 50% (+ 2500 unità), gli Ncc del 600% (ncc spqr 1000 circa) toccando quota 6.000: l’offerta e’ dunque di 6,7 vetture per mille abitanti (3,12 taxi + 3.57 ncc romani e non romani)su una popolazione di 2,5 mln di abitanti.
Se poi si considera che solo 110.000 persone usano il taxi, l’offerta diventa quasi 13 taxi per 1.000 abitanti: l’America oramai è gia’ qui.
Ecco il perchè i taxi sono fermi ai posteggi: le teorie vagheggiate attorno a tavoli imbanditi di ostriche e champagne sono sperimentate sulla strada da noi.
E non vedere la realtà, continuare a sostenere di aumentare il numero dei taxi a Roma… basterebbe dire ok, abbiamo sbagliato vediamo cosa c’e’ da fare…
Basterebbe chiedere scusa.<

2 commenti

  1. Il silenzio delle associazioni non è inspiegabile. Sappiamo tutti come e perchè il proliferare di licenze di taxi e NCC fa comodo alle loro tasche!!!

  2. Chiedere scusa fa parte di un mondo morto e sepolto. Chi in passato chiedeva scusa era condiderato persona onesta e moralmente integra. Ma ora la società è diventata alquanto cialtrona, per cui al giorno d’oggi un simile atto sarebbe considerato autolesionistico, interpretandolo come grave dimostrazione di debolezza e mancanza di carattere. Siamo tutti figli (o vittime) del rampantismo di tanti, purtroppo.

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