Se vai in montagna per fare delle escursioni, è sempre meglio portarsi dietro il siero anti-vipera. Se sali su un taxi è sempre meglio lanciare un messaggio che avvisi qualcuno che sei su un taxi numero abc targa xyz guidato da chissà chi (…ha una faccia che non mi piace!), che sicuramente ne avrà combinate più di Bertoldo (…e se fosse una brava persona?). Se poi non arrivi entro un’ora, autorizzi qualcuno a venirti a cercare o a chiamare i carabinieri (…e se mi rapisse?). Io la chiamo discriminazione, e voi?
Nasce Safer Taxi, una community basata sulle segnalazioni dei passeggeri – La prossima volta che salite in un taxi a Londra o a Buenos Aires, prendete nota del numero di licenza o della targa. Poi, se volete viaggiare senza preoccupazioni, non dovete far altro che inviare un Sms allo 60777 se vi trovate in Inghilterra o al 11011 per l’Argentina, per usufruire dei servigi di Safer Taxi, una nuova Web company lanciata in questi giorni. Una volta ricevuti i dati del veicolo, il servizio provvederà a creare un registro di navigazione e a controllare il ruolino del conducente basandosi sui commenti degli altri membri della community, per capire se è stato coinvolto di recente in incidenti, aggressioni o altre situazioni spiacevoli. L’aver annotato il numero del veicolo potrà rivelarsi utile anche nel caso scordiate a bordo un qualche oggetto personale in vettura (ogni anno vengono abbandonati nei taxi londinesi 12.500 oggetti, fra cui molti computer portatili, schede di memoria e iPod).
E i passeggeri più prudenti possono attivare l’opzione “double safety” (“plus”, in Argentina), indicando un contatto di emergenza che verrà avvisato con un Sms, se non si confermerà di essere giunti a destinazione una volta trascorsa un’ora dalla partenza.
Non si tratta di una cautela eccessiva. L’anno passato, soltanto a Londra sono stati denunciati 140 tentativi di violenza su passeggere operati dagli autisti di mini taxi abusivi. In tutto il Regno Unito, i casi di aggressioni si stima si aggirino intorno ai 5.000 in un anno. E anche in Argentina non mancano certo problemi di furti e rapine.
L’idea del servizio è nata proprio a seguito di una brutta avventura subita a Buenos Aires dallo spagnolo Jesús Fernández: si trovava a bordo di un taxi con tre amici quando l’autista ha iniziato improvvisamente ad accelerare, per poi infilarsi in un parcheggio sotterraneo. Grazie alla loro prontezza di riflessi, i quattro, tutti studenti delle Università di Harvard e Wharton, riuscirono a fuggire prima di essere derubati; poi, una volta a casa, decisero di ideare un sistema che permettesse ai passeggeri dei taxi di viaggiare più sicuri.
Il progetto è stato poi sviluppato nell’incubatore di impresa di Wharton e finanziato con un capitale iniziale di 30.000 dollari, provenienti in parte da Harvard e in parte da fondi propri dei promotori. Per il momento il servizio è gratuito in Argentina, mentre nel Regno Unito il primo messaggio, quello da inviare una volta saliti a bordo, costa mezza sterlina.
Fonte La Stampa – F.Guerrini – 10/9/2010
Foto dal film "Così è la vita" (1998) con Aldo, Giovanni e Giacomo
Gentaglia ‘sti tassisti! Io vado in tram, anzi in bici, anzi in scooter, anzi col mio bel SUV con le sicure abbassate! TIE’!
ci vorrebbe anche per i tassisti nei confronti di qualche cliente. stefano v70
Consiglio a Stefano v70 di mettere il suo nome nello spazio apposito dove c’è scritto “Nome” e non a fine commento.
Come stai facendo ora, appari come utente “Anonimo” , pur firmandoti