Scusate la parolaccia, dite pure che sono volgare, rozzo e maleducato, scrivete a Leonardo di tagliarmi fuori da taxistory se non sono di vostro gradimento, però dopo aver letto questa notizia penso che dopo la bellezza di vent’anni di onorato servizio abbia il diritto di farmi rotolare le palle sotto i piedi. Mi spiace leggere la considerazione che hanno i nostri amministratori, mi spiace che proprio Palazzo Isimbardi (la Provincia!) stia lavorando per mettere in mutande 5.000 tassisti milanesi e le relative famiglie. Mi spiace, soprattutto, che nessuno e ripeto nessuno muova un dito per difendere questa categoria che vaga a vele stracciate in mezzo ad un mare di …. Se dovesse per davvero prendere piede il risciò con magari il permesso di circolare liberamente per strade e corsie preferenziali… non lo so… penso che sia ora di finirla di fare i conigli con la testa di struzzo infilata sotto la sabbia e le terga esposte a fare da centro! Altrimenti non ha più senso fare i “brontoli” al posteggio, meglio stare zitti.
Il servizio di bici taxi sbarca anche a Milano. Nei prossimi mesi i risciò che già trasportano migliaia di persone in molte metropoli del mondo inizieranno a circolare con una flotta di 90 velocipedi che una società ha già pronti. Per ora circoleranno solo in provincia, però: per estendere il servizio anche alla città c’è da superare un regolamento che attualmente lo vieta. Nella settimana europea della Mobilità il taxi a pedali è uno dei progetti annunciati da Palazzo Isimbardi, che conta di metterlo in campo entro l’anno e di poterlo allargare anche alla città, per collegamenti con Linate o la nuova Fiera di Rho-Pero, tra tutti.
L’hinterland milanese si ispira a Manhattan, dove i Pedicab sono da anni un mezzo alternativo ai taxi convenzionali vendendo passaggi a poco più di un dollaro a isolato. O come Londra e i suoi rickshaw (il termine inglese da cui è derivato l’italiano) elencati tra i mezzi di trasporto disponibili assieme a metrò, bus e auto bianche. Palazzo Isimbardi, non darà contributi economici ma farà pressione sul Comune affinché modifichi il regolamento.
Tre anni fa si era già fatto un tentativo, poi caduto nel nulla: un imprenditore milanese non aveva ottenuto dal Comune l’autorizzazione per un servizio di dieci taxi a pedali, l’ufficio auto pubbliche la negò perché “il velocipede in oggetto non poteva essere considerato alla stregua di un taxi”. A distanza di anni la Provincia ci riprova: “Cercheremo un modo assieme al Comune per estendere questo servizio ecologico anche alla città”, spiega Giovanni De Nicola, assessore ai Trasporti, durante la presentazione della mostra di bici artistiche riciclate Ciclart.
Uomini che portano uomini, in pratica, a pagamento: le tariffe ancora non sono state fissate, ma di certo c’è che in molti si sono offerti come pedalatori di professione rispondendo a un bando via Internet. “Sono già 600 le richieste da parte di chi si dice disponibile a pedalare per lavoro, portando la gente dove vuole”, spiega Roberto Peia alla guida dei pony express in bici, gli Urban bike messenger, che a Milano hanno oltre 150 clienti.
In previsione dell’arrivo dei taxi risciò è stata anche progettata la pista ciclabile che la Provincia vuole realizzare tra la Stazione Garibaldi e la Fiera di Rho-Pero sede di Expo.
Sarà più larga delle altre, sarà lunga dieci chilometri tra Monumentale, Cimitero Maggiore e via Gallarate, fino a Pero, sopraelevata in alcuni tratti in legno e acciaio, illuminata a led al passaggio del ciclista, due ponti e installazioni artistiche: la pista costerà 6,5 milioni alle casse della Provincia. Per il tratto milanese la pista deve essere inserita nel piano di governo del territorio recentemente adottato dal Comune.
Per questo Palazzo Isimbardi ha già pronta un’osservazione al pgt da sottoporre al Comune, procedura da avviare anche per l’altra Green way in programma da Milano al Parco Sud (detta delle tre Abbazie). Dice De Nicola: “Siano molto ottimisti che le nostre osservazioni saranno recepite dal Comune”.
fonte: repubblica.it 17/09/2010
sono molto contento di questa iniziativa, così i nostri amministratori,potranno andare a f… in bici anzichè a piedi
Marco resta dov’è e chi protesta vada a cercarsi un altro blog.
A quando le prime portantine?
Per i frustini c’è un supplemento? Oppure in nome della trasparenza delle tariffe é tutto compreso?
Luciano
Con i clienti che abbiamo, alcuni si rifiutano di salire sui doblo, mi sa che non durano molto….
Sono pienamente d’accordo con Mario! Alcuni non vogliono i “camioncini” (vedi doblò e affini) altri hanno sempre fretta e, anche in caso di pedalata elettricamente assistita, il risciò non è un mezzo veloce. Penso che sarà utilizzato per fare magari brevi giri turistici in centro… sperando che non vada a rallentare il già congestionato traffico delle poche preferenziali esistenti