Con il nuovo Codice della strada attenti alla patente!

Col nuovo Codice della Strada se ti sospendono la patente diventa più difficile fare ricorso e fartela "sbloccare" subito. Insomma, ogni volta che cambia qualcosa, cambia sempre in peggio

MILANO – Centinaia di udienze da smaltire in pochi giorni. In vigore dal 13 agosto il nuovo codice della strada, i giudici di pace al rientro dalle ferie hanno trovato sulla scrivania la pila delle istanze di sospensione che ora richiedono una seduta specifica, entro 20 giorni, e che di fatto hanno raddoppiato il lavoro. In condizioni, per di più, di mancanza di strumenti e di organico inadeguato.   Per rendere comprensibile il disagio di cui si fa portavoce, l’avvocato Vito Dattolico, coordinatore dell’Ufficio del Giudice di Pace di Milano, fa un esempio. Un automobilista prende una multa per divieto di sosta, ritiene sia ingiusta e presenta ricorso. I moduli prestampati, anche quelli che si scaricano online, non sono aggiornati e inducono – insieme al ricorso – a fare richiesta di sospensione del verbale in attesa della decisione del giudice. Ora, «se in passato presentavo istanza di sospensione – spiega Dattolico -, il giudice aveva facoltà di decidere e subito dopo fissava l’udienza». Liquidava quindi rapidamente la questione. Una sospensione del verbale, ragiona l’avvocato, ha senso chiederla quando c’è il ritiro della patente o il fermo del mezzo. «Nel caso di una multa non esiste il periculum mora: non c’è nulla che precluda l’esercizio di un diritto acquisito», come la disponibilità della propria auto.

Il nuovo codice, invece, articolo 204 comma 3-bis, stabilisce che il giudice di pace fissi un’udienza a parte per l’istanza di sospensione (che in casi come una multa per una sosta o un rosso senza sanzioni accessorie è praticamente inutile), e solo successivamente decida nel merito del verbale, in un’altra sessione. In più – è il secondo punto contestato – la deve fissare «entro venti giorni» dal deposito del ricorso. «La legge ha eliminato la facoltà discrezionale del giudice di fare una valutazione immediata sulle istanze di sospensione», continua Dattolico. Uno svantaggio anche per chi con mezzi e patenti ci lavora: «Prima se a un tassista veniva sequestrata l’auto, faceva immediato ricorso, chiedeva la sospensione e noi potevamo decidere di accordarla in due, tre giorni».
Ora il termine è in ogni caso di venti.
A questo si aggiungano rivendicazioni più «antiche»: «Eravamo 155 giudici, ora siamo meno di cento. Il personale amministrativo da 105 è sceso sotto gli 80. I 30 computer promessi dal ministero non sono ancora arrivati». E con il nuovo codice che affida le notifiche – prima effettuate dagli ufficiali giudiziari – ai giudici di pace i problemi si avvitano: in mancanza dei pc, le comunicazioni bisogna farle via fax, che pure sono scarsi.