Commercianti sul piede di guerra, stanchi ed esasperati. Ma non solo. Anche i tassisti che lavorano in piazza Libertà, davanti alla stazione ferroviaria, si lamentano del degrado e della mancanza di sicurezza. Problemi con cui fanno i conti da anni, troppo spesso inascoltati. Pure loro, però, come molti negozianti, ci chiedono di restare nell’anonimato per paura. «Certamente ci sono molti problemi legati alla sicurezza, per fortuna il nostro turno finisce alle 19, di notte c’è il radio taxi, altrimenti sarebbe impensabile restare qui fermi ad aspettare le chiamate – spiega una donna tassista – soprattutto quando sono da sola, se arriva un gruppo di persone non mi sento sicura. Spesso poi ci sono gruppi di ragazzini che bivaccano davanti alla sede dell’Avis e si divertono a dire parolacce, fare scherzi al telefono e se li rimproveri loro si arrabbiano e diventano più cattivi».
Le cose non vanno meglio per i colleghi uomini, che lamentano la mancanza di controlli da parte delle forze dell’ordine e la presenza massiccia di spacciatori e malintenzionati: sembra che molte facce poco raccomandabili si divertano a darsi appuntamento in piazza. «Ormai li conosciamo tutti. A volte capita addirittura che qualche spacciatore o cliente si faccia accompagnare da noi in taxi nelle zone boschive di Rho e Arese – spiega un conducente di taxi -. È vero: sappiamo bene chi sono e che intenzioni hanno. Eppure dobbbiamo ugualmente fare buon viso a cattivo gioco, altrimenti c’è da avere paura della loro reazione».
I titolari dei taxi chiedono anche maggiori controlli per quanto riguarda le aree di sosta a loro riservate: spesso sono occupate da macchine in divieto, del tutto indisturbate. «Se fai notare a questi automobilisti che i posti sono riservati a noi e chiedi loro di spostarsi ti trattano male – denunciano esasperati alcuni tassisti -. Così a noi non resta che metterci in un angolo della piazza, dove siamo poco visibili».
fonte ilgiorno.it 5/10/2010
Per il quieto vivere ci stiamo annichilendo di fronte alle più banali contrarietà. Il “trattare male” degli ignoranti e degli arroganti va contrastato con l’arguzia e l’intelligenza, doti di cui quei signori sono sempre privi.
La Regione dovrebbe promuovere corsi di tecniche comportamentali, più utili delle lingue.