Dice sì al passaggio in auto di un taxista abusivo: portata nei campi e violentata. È stata lei stessa, una ragazza milanese di 26 anni, a raccontare tutto questo ai carabinieri chiamati a Rodano poco dopo le 21.40 di venerdì sera per chiedere aiuto. L’allarme al 118 arriva pochi minuti prima delle 22. Sono gli stessi carabinieri ad allertare il soccorso sanitario subito dopo aver acquisito il racconto agghiacciante della giovane. E l’intervento viene catalogato ufficialmente come aggressione.
Ma ecco il racconto dei carabinieri: secondo la ricostruzione la ragazza ha appena terminato il suo turno di lavoro come commessa nella Fiera di Rho Pero alle 21.30. Nessuno riesce a venirla a prendere per riportarla a Milano a casa sua. Uscita dal posto di lavoro, così, arriva in strada con l’intenzione di prendere uno dei taxi che lì fanno sosta dalla mattina alla sera. Si guarda un po’ in giro.
Ma accetta la proposta di un giovane italiano che si offre di accompagnarla dove vuole con la sua utilitaria e a un prezzo ben inferiore rispetto a quello che spenderebbe utilizzando un taxi autorizzato. Insomma: una specie di «servizio» di taxi abusivo. Lei ci pensa un attimo, poi dice sì. E sale in auto.
Per qualche chilometro, sempre come racconterà la giovane, va tutto bene. Poi però il ragazzo prende una via nei campi in direzione opposta per mettere in atto i suoi propositi violenti. Rodano infatti – là viene abbandonata la ragazza – è nel verde e si trova dall’altra parte di Milano rispetto alla fiera. Insomma invece di avvicinarsi a casa sua la porta ancora più lontana. Una volta bloccata l’auto lui inizia minacciandola verbalmente. E le intima di non ribellarsi, altrimenti sono guai. Per essere più «convincente», la minaccia tirando fuori anche un coltello e puntandoglielo addosso. E la violenta. Sono attimi di terrore e rassegnazione tanto che lei ammetterà anche la paura di mettere nero su bianco la denuncia. Ma un a volta libera chiama subito. Lasciata lì sola e impaurita, al freddo in mezzo ai campi, ha bisogno di aiuto immediato. Il 118 arriva sul posto con la Croce Verde di Pioltello e la giovane racconta con dovizia di particolari quanto ha già spiegato ai carabinieri. Qualche minuto per monitorare i suoi parametri vitali, la giovane è agitata, e poi la decisione di trasportarla alla clinica Mangiagalli di Milano, specializzata nell’assistenza alle vittime di violenza sessuale e nella cura psicologica dopo traumi di questo tipo. E da qui partono anche le indagini dei militari, che stanno cercando il ragazzo ritenuto responsabile della violenza. La giovane sarebbe già tornata a casa dall’ospedale e nelle prossime ore si prevede che venga di nuovo sentita dagli inquirenti. Certamente un racconto simile non può che allertare. L’idea che una persona si proponga come «taxista low cost» per caricare in auto giovani donne, portarle dove vuole e poi abusare di loro spinge gli investigatori a lavorare senza sosta e a 360 gravi per evitare eventuali nuovi episodi. Le prossime ore, come spiega il capitano dei carabinieri di Cassano D’Adda Camillo Di Bernardo, competente per territorio, saranno decisive per cercare di far luce sull’intera vicenda.
fonte: ilgiornale.it 17/10/2010 F.Mazza Catena
E si! Dei termini “taxi” e “tassista” si abusa ampiamente e anche a sproposito, soprattutto quando la professione non ha nulla che fare con i fatti che si raccontano. Perchè non scegliere un termine più appropriato?
Scusate ,ma faccio molta fatica a comprendere come una donna avveduta possa “accettare”,dietro compenso ,( inferiore però a quello di una regolare corsa in taxi )di essere accompagnata a casa in piena notte da un emerito sconosciuto.