Perchè mi mandi a quel paese?

Ricordo qualche anno fa che arrivavo da Linate con cliente a bordo, percorrevo  corso XXII marzo ed ero nella preferenziale. Il tram che avevo davanti si stava fermando alla fermata in corrispondenza di via Morosini. E’ normale volersi sbarazzare di un lento e ingombrante jumbo tram, per cui misi la freccia a destra  per superarlo subentrando a destra nella corsia di transito del traffico normale. A volte capita che qualche anima pia ti noti e ti faccia gentilmente inserire. Non quella volta. Appena inserita la freccia e abbozzato un tentativo di immissione, ecco una bella strombazzata di clacson e un signore di mezza età mi chiuse bellamente l’immissione. I finestri miei erano semiaperti, quelli del signore anche e gli sentii dire un risoluto “vaffanculo”.   Capii immediatamente il genere di persona, lasciai perdere e restai dietro al tram aspettando un’altra occasione e magari un automobilista più gentile. Pochi metri più in là ebbi il piacere di affiancare il mio vicino insolente, abbassai il finestrino, gli indicai con un gesto di fare altrettanto e gli chiesi con disarmante gentilezza: “scusi mi spiega perché mi ha mandato a fare in culo?”. Il suo imbarazzo fu  notevole, le sue motivazioni campate all’aria e quella fu la mia rivincita. Mi spiacque un poco  per il mio cliente che avevo a bordo… lo vidi impallidire temendo un seguito poco piacevole.
In anni di servizio ho collezionato una raccolta di insulti gratuiti a volontà. Badate bene: ho detto gratuiti e non motivati! Se esiste un motivo, che so una precedenza mancata o una frenata in extremis, posso accettare anche di essere redarguito anche  se chi reagisce usa toni poco morbidi; valuto in base alla gravità della mia mancanza di essere conciliante e ingoiare il rospo, anche se resta fondamentale esigere dalla controparte un minimo di educazione. L’offesa gratuita è qualcosa che oltrepassa i confini della ragione, dell’educazione, delle semplici regole della convivenza.  Eppure mi sono preso spesso insulti per “futili motivi”  (termine che purtroppo ci ricorda qualcosa di terribile…), tipo il colpo di clacson a colui che taglia la strada, la lampeggiata al motociclista che ti arriva contromano, la freccia per inserirsi in una coda sperando che un’anima pia ti faccia passare… anima poco pia e molto villana che nella migliore delle ipotesi ti dice “tassista di merda”.
A chi dovrebbero  scrivere migliaia di tassisti offesi a casaccio da gente inviperita, nevrastenica, schizofrenica, ubriaca, drogata, maleducata?  Si incassa alla stregua di un pugile sul ring, fa male ma dopo qualche ora passa. Lo  sfogo della  signora A.A.  che ha scritto nel post precedente, oltre che rimarcare il caso individuale sembra volere lanciare un messaggio più esteso alla categoria, ma come ben  possiamo constatare tutti, la maleducazione non conosce frontiere professionali.
 

3 commenti

  1. Un pò come quando A STRADA SGOMBRA, pur di non aspettare 10 secondi, i pedoni ti si buttano sotto la macchina perchè “sono sulle strisce” e ti insultano perchè tu, che hai a cuore la salute psicofisica dei clienti, non inchiodi a ruote fumanti.
    Bisogna ricordarsi di tutti questi personaggi, che poi sono i primi che quando non trovano una strada ti si affiancano tutti gentili per chiedere informazioni…

  2. sapete quanti ho mandato affanculo io? ah ah a volte dipende dallo stato d’animo o dalla fretta che hai..ciao a tutti e fate i bravi,robytaxi

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