La leggenda del XII Pianeta (di Manuel)

Finché non si sviluppò una comunicazione scritta sufficiente per far comprendere i ricordi, le emozioni e le cose viste, ci si dovette affidare alle leggende: racconti epici conditi da suggestioni inevitabili, tramandati da generazione in generazione per centinaia di migliaia di anni. Eppure in quelle leggende si celava una inconfessabile verità non comprensibile per l’evoluzione umana… almeno fino ad ora.
Racconti epici degli scrittori greci, testi dell’antico Egitto, tavole pittografiche degli antichi Sumeri, rotoli del Mar Morto, testimonianze apocrife fino ad arrivare ai testi sacri delle attuali religioni altro non sono che il tentativo di narrare in maniera mistica ciò che realmente accadde nella notte dei tempi dando un contorno divino alla realtà… una realtà rivelatasi mistificata.
Il XII pianeta, ecco di cosa si tratta.
E’ giunto il momento di rivelare  ciò che potrebbe  sconvolgere e minare le fondamenta delle certezze su cui si è evoluta la civiltà umana,ma non sarebbe nulla al confronto di ciò che sta per succedere… ed è giusto che voi sappiate.
Tutto sta in un simbolo, quello dell’infinito che con quella forma di otto "sdraiato" imprigiona l’essenza delle molteplici domande che da sempre ci tormentano… l’infinitesimamente piccolo e infinitamente grande. Le microscopiche particelle si possono ancora suddividere? E fino quanto? Al di là dell’infinito, già difficile da immaginare, cosa c’è? Siamo soli nell’universo? Da dove veniamo? Che ne sarà di noi in  futuro?
Un tempo lontanissimo, quando ancora la Terra era un globo incandescente, gravitava intorno ad essa un altro pianeta della prima generazione di sistemi planetari agganciata dalla gravità solare che entrò nell’orbita terrestre dando inizio a una danza celeste, armonica e soave. Il suo nome era Lybra e la sua popolazione già avanzatissima sia nell’evoluzione,sia nelle conoscenze cosmologiche aveva previsto già da tempo che una tragedia galattica si sarebbe consumata di li’ a pochi secoli: il pianeta gemello in seguito all’attrazione gravitazionale sarebbe precipitato inesorabilmente sulla terra provocando un disastro cosmico sfociando in una deflagrazione che non lasciava scampo a nessuno.
Si prepararono meticolosamente per tempo e sfruttando le conoscenze acquisite costruirono delle imponenti navi stellari e, quando tutto fu pronto, partirono rifugiandosi, se cosi’ possiamo dire, in quella piega spaziotemporale che oggi chiamiamo Buco Nero.
Purtroppo non tutta la popolazione dei Lybriani sopportò l’enorme sollecitazione "quantistica" del rifugio  e dunque fu una vera strage, ma fortunatamente pochi superstiti riuscirono a superare indenni quella incredibile violenza cosmica. In quella regione dello spazio il tempo si annullava mentre altrove e sopratutto sulla Terra passarono milioni di anni, quindi i superstiti decisero di ritornare nei luoghi lasciati precedentemente per osservare sbigottiti che dei due pianeti gemelli ne rimase uno, fuso all’altro, come se si fossero uniti da una irrefrenabile passione in una sola entità accompagnata da un piccolo satellite che si decise di chiamare Luna.
Non tutti però furono in grado di sopravvivere in un mondo completamente diverso costituito da una composizione chimica e da magnetismo totalmente stravolti dagli eventi passati; solo pochi avevano il fisico facilmente adattabile alle nuove condizioni del giovane pianeta, gli altri dovettero rimanere esiliati nelle navicelle spaziali in rotazione alla terra e comunicare ed avere una sorta di rapporto coi nuovi colonizzatori attraverso gli ologrammi: una forma di distorsione e rifrazione della luce che dà l’impressione visiva della presenza di qualcosa o qualcuno, ma che in realtà è assente.
Getti tonanti, stelle cadenti, Dei che scesi sulla terra, uomini straordinari che camminavano sull’acqua, miracoli inspiegabili… niente di tutto questo, solo una civiltà stratosfericamente più progredita di noi che fu costretta ad un esodo cosmico forzato e che ora cerca in qualche modo di dirci di non accelerare, ciò che comunque avverrà inesorabilmente e cioè l’inevitabile fine del nostro pianeta.
L’unica loro preoccupazione è quella che ci rimanga sufficiente tempo per poter fare ciò che loro hanno già fatto, milioni di anni fa ma con questo ritmo di depauperazione delle risorse, forse il tempo non sarà sufficiente… nulla si crea, nulla si distrugge. Il vuoto cosmico non è poi così vuoto e da una piega spazio-temporale giungerà nuova materia per perpetrare all’infinito il  ciclo cosmico che appare come un gigantesco e inimmaginabile respiro.
Chissà se avremo la saggezza sufficiente per comprendere tutto questo… chissà.

Manuèl DJ lo potete ascoltare su Radio Panda ogni martedì dalle 21,15 alle 24 e a domeniche alterne dalle 9.00 alle 12.00 sulla frequenza di 96.3 MHz in zona nord Milano o via internet.