Caro Leonardo,
ti scrivo dall’altra parte della nostra grande città, culla delle menti più originali dal Rinascimento in poi (infatti l’Expo ce l’hanno appioppato per quello… e chi se lo sarebbe beccato se no?) per esprimerti la mia più profonda commozione circa il tua articolo: “Si può fare plin plin al bar senza pagare?“, che denota il tuo attento interesse al futuro della prostata dei colleghi tassisti, per dirti che la soluzione c’è ed è sempre stata sotto gli occhi di tutti: l’orinatoio portatile. Consiglio vivamente i responsabili delle nostre associazioni che tanto si prodigano nell’affliggere gli animi nostri affiggendo sproloqui verbali sui vetri delle pensiline dei posteggi e sui muri di Linate, di prendere in viva considerazione tale oggetto alla luce della incurie delle aziende preposte alla manutenzione dei vespasiani a moneta. Tale oggetto (come si denota chiaramente) è portatile e consente tramite un comodo tubicino opportunamente collocato di innaffiare i fiori del giardinetto prospicente l’albero ospite. Dopo l’uso, in pochi secondi si sgancia e si ripone nel baule della macchina in un comodo sacchetto della spesa (il comune shopper). Sicuro di fare cosa gradita a te, mio sommo Webmaster, ed ai nostri amici colleghi, vado a fare un goccetto (scusa, ma dopo vent’anni che la tengo, comincio a sentire lo stimolo sempre più spesso).
Caro Marco, ti rispondo da casa mia dove un bagno pulito e profumato rappresenta la quintessenza della soddisfazione, per un tassista ultracinquantenne che durante il giorno si è arrangiato alla bell’è meglio.
Questo frescolino agevola parecchio, vero?