Codacons 1 – Taxi 0

Il Tar del Lazio ha sospeso gli aumenti delle tariffe dei taxi nella Capitale. Il giudice del Tar Luigi Tosti con provvedimento monocratico, “valutata nel bilanciamento degli interessi l’irreparabilità del danno all’utenza”, ha accolto il ricorso presentato da Codacons, Associazione utenti dei servizi pubblici, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori, e ha sospeso gli atti impugnati dalle associazioni, ossia la contestatissima delibera n. 58 del Consiglio comunale, il parere della commissione di Congruità, la circolare dell’assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma con cui si sollecitavano le officine ad adeguare i tassametri, e tutti gli atti connessi. La discussione è stata fissata al prossimo 23 febbraio. Dopo aver sentito le associazioni dei consumatori e l’avvocato del Comune Luigi D’Ottavi, il Tar ha deciso di bloccare tutto almeno fino al prossimo 23 febbraio, quando verrà discussa la richiesta di sospensiva. “Fino ad allora – spiega il Codacons – non potrà essere apportata alcuna modifica ai tassametri e non potranno essere applicati gli aumenti tariffari”. Per Aurigemma la delibera approvata nel luglio scorso dall’Aula Giulio Cesare rappresenta un provvedimento “importante e ampiamente condiviso”, che “non entra solo nel merito degli adeguamenti tariffari ma introduce norme di trasparenza e di miglioramenti qualitativi del servizio erogato all’utenza, così come confermato dall’Authority”. Secondo Aurigemma l’amministrazione capitolina “è però ovviamente rispettosa degli organi amministrativi delle cui decisioni prenderà atto nei termini dovuti. Ben venga la provvisoria decisione di sospendere l’entrata in vigore del provvedimento in attesa della discussione sulla sospensiva. Ringraziamo i giudici amministrativi nell’aver accelerato i tempi della futura decisione sulla sospensiva richiesta dalle associazioni dei consumatori. Un ulteriore passaggio di trasparenza, dopo quello in commissione di congruità – conclude Aurigemma – che rendano ancora più limpido e valido l’operato di Roma Capitale”. La decisione del Tar del Lazio segue la segnalazione dell’Antitrust dello scorso 27 gennaio che segnalava come l’aumento delle tariffe favorisca “le rendite di posizione”.
L’Authority aveva detto no ai meccanismi che agganciano gli incrementi delle tariffe dei taxi all’aumento del numero delle licenze. In particolare, il criterio in base al quale l’apposita Commissione tecnica, chiamata a giudicare la congruità delle tariffe, ha tenuto conto del rapporto domanda-offerta in caso di ampliamento dell’organico con rilascio di nuove licenze, sembrerebbe essere stato interpretato in senso restrittivo per la concorrenza: il meccanismo avrebbe infatti giustificato aumenti tariffari sulla base della crescita del numero delle licenze verificatosi di recente. Per l’Autorità il criterio stabilito dalla Giunta capitolina avrebbe dovuto invece essere interpretato, al contrario, nel senso di suggerire riduzioni delle tariffe massime a seguito di aumenti dell’offerta, secondo una normale logica di mercato. Il sistema adottato favorisce il mantenimento delle rendite di posizione, in contrasto con i principi più volte richiamati dall’Antitrust, finalizzati a una migliore organizzazione del servizio e a dinamiche virtuose in termini di prezzo nell’interesse dei consumatori. Secondo l’Antitrust vengono così vanificati altri aspetti positivi della riforma tariffaria stabilita dal Comune, a partire dall’espressa definizione delle tariffe come “tariffe massime”, che lascia liberi i conducenti di applicare tariffe inferiori, senza dovere richiedere l’autorizzazione al Comune. Positiva anche la maggiore trasparenza tariffaria, con l’introduzione dell’obbligo a carico del conducente di emettere ricevute automatiche complete di numero di licenza, giorno e ora del viaggio, durata in chilometri e minuti, tariffe effettivamente applicate e specifici riferimenti per eventuali reclami.

fonte: ilvelino.it 3/02/2011

2 commenti

  1. Come tentavo più e più volte di spiegare, può essere un problema ottenere un aumento posticipato, “a trattativa”, col “caro vecchio sistema”. Specie se si tratta un aumento in cambio di licenze. Ma nulla è perduto, perché questa decisione (ovvia) è una sospensiva in attesa di delibera. Vuol dire che il ricorso “non è infondato” non che il Codacons ha vinto. Non è infondato perché non si può più legare un aumento (mi sembra evidente, oggi) al fatto che aumentano le licenze, per tutelare l’incasso delle ditte. Ecco perché ci sono le seconde guide, ecco perché gli aumenti tariffari sono legati a indici ISTAT (= non contestabili) relativi al costo. Non credo, a questo punto, che qualcuno voglia ancora un aumento “come a Roma” (ovvero “in cambio di licenze”, come è SCRITTO nel rapporto della Commissione Tecnica romana). Per darlo lo danno. Intanto, le licenze restano. Poi, il fatto che venga confermato o meno, è gravido di conseguenze.

  2. Lucone ti sei dimenticato però che “l’aumento legato all’indice ISTAT” qui da noi viene vanificato dal blocco della “bandiera” (sai bene il meccanismo perverso del 8%) e dalla fregatura dell’ottenimento dei 4 parametri quasi irraggiungibili nella realtà dei fatti!
    Infatti l’ultimo adeguamento è stato assolutamente risibile.

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