Il bel paese sulla strada delle liberalizzazioni

… In parole povere, liberalizzioni dietro l’angolo.

Roma, 9 feb.  – ”Oggi abbiamo avviato una nuova fase di lavoro per il rilancio della nostra economia”. Così Silvio Berlusconi annuncia il varo di un pacchetto di misure per lo sviluppo economico in una conferenza stampa a palazzo Chigi. ‘‘Questa mattina abbiamo dato il via libera a un percorso che non è facile né breve” sottolinea il presidente del Consiglio, e il piano approvato ”è un grande lavoro che necessita del concorso di tutti i ministri e anche delle forze sociali e degli imprenditori”. Il governo ha dato il via libera al decreto legislativo sugli incentivi e al disegno di legge costituzionale per la riforma degli articoli 41, 97 e 118 della Costituzione. ”La modifica dell’articolo 41”, il cui testo ”stiamo perfezionando con i nostri esperti”, dice il premier, è così formulato: ”L’iniziativa e l’attività economica privata è libera ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato”. Un principio, aggiunge, ”cardine” e ”fondamentale” per il rilancio dell’attività di impresa. "L’Italia è un paese che ha un debito pubblico elevato – afferma poi – ma ha dei cittadini, uso questo termine, ricchi". Quanto alla crescita del Pil in Italia ”è valutata all’1,5%, è il minimo. Puntiamo a migliorare questa valutazione”. La stabilità, rimarca il presidente del Consiglio, è una ”condizione essenziale” per avere il consenso degli organismi internazionali riguardo alla risposta mondiale alla crisi economica. ”Abbiamo saputo mantenere in ordine i conti pubblici", ripete il premier, e gli organismi internazionali hanno riconosciuto all’Italia di aver ”tenuto i conti pubblici a posto durante la crisi”, ma ”ci è stata posta una condizione: la stabilità dei governi”. Il Cavaliere assicura anche che l’Italia è il secondo paese in Europa per ”solidità patrimoniale ed economica”. Quindi l’annuncio che con gli altri Paesi europei è stata stabilita ”per l’11 marzo una riunione di tutti i Paesi dell’eurozona per adottare delle misure di difesa della nostra moneta. Tutti i governi hanno concordato sulle politiche di rilancio dell’economia, come seconda fase nell’attività governativa in risposta alla crisi globale”. In conferenza stampa il premier si esprime anche su maggioranza e sistema giudiziario, ma ”parliamo del sistema di giustizia civile – subito avverte – Per amor di patria, oggi non parliamo di quella penale…”. ”Abbiamo avuto dei ritardi sulle misure per lo sviluppo – lamenta il Cavaliere – anche per la diaspora nella maggioranza. Noi manteniamo i numeri, che anzi stanno crescendo voto per voto. La diaspora ci ha tolto di mezzo gli ostacoli per la riforma della giustizia e le altre riforme”. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, interviene sottolineando che oggi nel corso del Consiglio dei ministri c’è stata ”una discussione molto costruttiva da parte di tutti e contiamo di continuare il lavoro in modo informale e arrivare all’appuntamento in Europa con le carte in regola”. Il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, esprime soddisfazione per lo ”schema di decreto legislativo per il riordino degli incentivi che prevede una semplificazione normativa, flessibilità degli strumenti di intervento in raccordo con le regioni e una semplificazione delle procedure”. Il ministro spiega quindi che sono ”tre le categorie di incentivi” previste dal provvedimento: ”Per i voucher, per i progetti e per le procedure negoziali per investimenti oltre i 20 milioni di euro”. Romani assicura inoltre che nei criteri che regolano la legge ”ci saranno riferimenti anche all’imprenditoria femminile e giovanile”. Mentre il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, considera la modifica dell’articolo 41 della Costituzione, ”una riforma storica, se si realizza come noi vogliamo. E anche qualora dovesse esserci un referendum confermativo per conseguenza del voto parlamentare credo farebbe bene al nostro Paese un momento di partecipazione collettiva a una scelta in favore dello Stato post-moderno”.

Fonte: Adnkronos/Ign – 09/02/2011

11 commenti

  1. Il servizio taxi non è a libero mercato e non rientra nei servizi liberalizzati dalla direttiva europea del novembre 2006 e successivo decreto Ronchi (n.135) del 2009, queste leggi espressamente vietano la liberalizzazione del nostro settore

  2. finiscono quello che ha iniziato Bersani nel 2006? sotto il nome della Liberalizzazione cosa c’è? insomma bisogna sempre sperare che non ci toccano!!!
    SPERIAMO

  3. a noi queste liberalizzazioni non ci toccano di sicuro.
    a parte che questo governo non andrà avanti molto, ma questo è un altro discorso.
    occhio però a “quelli di là” in caso di elezioni…

  4. Non vedo cosa ci sia da temere, il testo dice solo che è permesso tutto quello che non è vietato. Mi pare comunque che con la Legge Bersani noi siamo già stati liberalizzati, nel senso che i Comuni possono emettere il numero di licenze che più gli aggrada. Insomma il disastro nel nostro settore è già stato fatto, dobbiamo solo sperare che qualcuno non impazzisca e decida di inondare il mercato di taxi.
    Thomas: non è questione di destra o di sinistra, o di quanto durerà questo o quel governo, siamo sempre in bilico tra il burrone e il mare di m….!

  5. @rachele: la direttiva europea indica solo i servizi che devono essere liberalizzati, negli altri, come il nostro, ogni stato fa quello che vuole. (e lo hanno già fatto in vari stati dell’unione). non esiste nessuna norma che vieti la liberalizzazione, quindi fa bene leonardo a richiamare l’attenzione su questo tema.
    @marco: la bersani (così come uscita dalle trattative), non modifica sostanzialmente la 21/92 sul numero di taxi. anche prima (e a milano lo ricordiamo) il comune poteva fare quello che voleva.
    per quanto riguarda il testo dell’art. 41, chi vuole emendarlo ha in mente di far affari senza tenere in conto “la sicurezza, la libertà e la dignità umana” che sono le parole che vogliono togliere e mi pare faccia una bella differenza. (http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=10047) nel quadro politico attuale non vedo partiti che possano difendere le nostre ragioni o quelle di qualsiasi lavoratore. (onesto)

  6. Quindi siamo banderuole alla mercè dei quattro venti. Non cambia niente, lo siamo sempre stati. L’unica cosa che mi preoccupa adesso è l’assoluto silenzio sindacale. E questo, se permetti, è un brutto bruttissimo segno.

  7. secondo me c’è un grosso equivoco. noi tutti crediamo che i poteri pubblici facciano leggi secondo principi di razionalità e tutela del bene comune. cioè siamo convinti che comuni, regioni, province e parlamento siano organi che servono a mediare tra gli interessi di tutti per trovare la soluzione migliore per ognuno. ecco, NON E’ COSI’. dentro quelle istituzioni stanno anche persone che sono arrivate lì per scrivere le leggi in un certo modo, più favorevole agli uni o agli altri. rispetto al modello teorico di equidistanza c’è una bella differenza. nel nostro caso, molti rappresentanti politici di entrambe le parti sono stati eletti con il sostegno di chi ora richiede certe leggi, tra cui le liberalizzazioni. e vi pare che dovrebbero preoccuparsi di noi? non voglio spaventare chi, tra noi, si sente ancora relativamente sicuro, ma mi tocca rilevare che la situazione è tornata ai livelli precedenti il luglio 2006. facciamo attenzione.

  8. io non credo che in italia sia cosi facile cambiare le cose,credo piuttosto che se dovessero buttare fuori una legge ci sarebbe molta ma molta gente che si incavolerebbe sul serio,del tipo quelli che hanno ipotecato la casa per prendersi la licenza o gente che anche se se l’è già pagate rimarrebbe comunque sul lastrico perchè non avrebbe altri mezzi di sostentamento per se e per la propria famiglia,e quando non hai piu nulla da perdere sono cavoli amari per tutti! robytaxi

  9. @robytaxi quella molta, ma molta gente che secondo te “si incavolerebbe” farebbe la stessa fine dei negozianti a cui è stata liberalizzata la licenza, o delle migliaia di operai sbattuti fuori da fabbriche che hanno chiuso o sono state portate dove si possono sfruttare meglio i lavoratori, o di tutti gli altri che si trovano nella stessa situazione. se non si capisce che siamo tutti nella stessa situazione e non siamo diversi dagli altri, secondo me, non ne usciamo.

  10. gianni non ho mica detto che loro si farebbero degli scrupoli a liberalizzare ma quello che intendo dire è che come nel 2006 tutti i tassisti italiani hanno manifestato ad oltranza per imperdire la lenzuolata di bersani,anche in un futuro speriamo il piu lontano possibile se incavolati e sufficentemente uniti secondo me riusciremmo a fermare progetti di liberalizzazione nei nosrtri confronti.se su pensi che dal momento che hanno già fregato i negozianti e gli operai allora devono fregare anche hai già perso.dai che l’unione fa la forza! ciao,robytaxi

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