Economia sommersa in Italia

Quanto vale l’economia sommersa? Le stime valutano intorno al 16-17% della ricchezza nazionale prodotta: ma ci sono settori dove la situazione è decisamente più grave Nella classifica del lavoro nero, i primi sono alberghi e pubblici esercizi, con un sommerso pari al 56,8% del proprio valore aggiunto, gli ultimi credito e assicurazioni, unico settore sotto le due cifre con il 6,4%: in mezzo, un lungo elenco in cui troviamo, per fare gli esempi più eclatanti, il 52,9% del servizi domestici, leggi colf e badanti, il 32,1% del commercio e il 28,4% dell’edilizia. Grande assente, ovviamente, la Pubblica amministrazione. Ecco le cifre, settore per settore, che arrivano sui tavoli della riforma fiscale: benché elaborate dall’Istat su dati 2005, sono le più aggiornate a livello di dettaglio, e saranno sicuramente uno strumento chiave nella lotta all’evasione. Entro fine aprile sono attesi i risultati dei quattro tavoli tecnici: ieri si è riunito proprio quello sull’«economia non osservata», guidato dal presidente dell’Istat, Enrico Giovannini.   fonte: ilgiornale.it 19/02(2011

2 commenti

  1. Quello che non dicono: Quasi ogni giorno, vediamo rilanciata la notizia che la lotta all’evasione fiscale ha portato gli uffici del super-burocrate Befera ad ottenere risultati strabilianti. “Recuperati 24,9 miliardi in più di evasione”; “Scovati 5 evasori totali” sono solo due esempi dei titoli che quotidianamente appaiono qua e là sulla stampa.
    Ma son solo annunci o si tratta di verità inconfutabili?
    Prendiamo un esempio concreto, la provincia di Vicenza. Riporta la stampa locale: “Nonostante il forte aumento dell’efficienza, il fisco italiano fa ancora molta fatica a recuperare l’evasione tanto che nel 2009 ogni 100 euro di imposta non versata accertata solo 11,1 euro sono stati recuperati dall’erario. È quanto sostiene l’associazione artigiani Cgia di Mestre sulla scorta di una propria rilevazione. La mancata riscossione dell’evasione accertata avviene, secondo la Cgia per due motivi. «Il primo è legato allo stato di insolvibilità in cui spesso versano coloro che frodano il fisco – rileva Giuseppe Bortolussi, segretario degli artigiani di Mestre -. Il secondo è riconducibile al fatto che l’accertamento viene in molti casi impugnato e si trasforma in un contenzioso che può durare anche anni».
    Insomma, nel 2009 a fronte di 51,8 miliardi di euro di imposta accertata, il riscosso di competenza (ovvero, il gettito effettivamente di competenza di quell’anno) si è attestato – secondo la Cgia – sui 5,7 miliardi di euro.
    Ciò che effettivamente viene recuperato è uno scarso 10%, proprio per i motivi suindicati. Eppure, ciò che per i satrapi conta è far spaventare i contribuenti, non solo attraverso annunci dal sapore clamoroso, ma anche attraverso verifiche e controlli degni delle più violente estorsioni mafiose. Provate a farvi raccontare le modalità – ed i tempi – di certi controlli da qualche amico imprenditore se lo avete! E non di rado, quando i conti sono comunque apposto, in Italia (il paese più sviluppato del Terzo Mondo) i finanzieri si rivolgono con queste parole all’imprenditore: “Sa… noi dobbiamo giustificare le nostre uscite e il tempo che abbiamo perso qui da lei, quindi le eleviamo 40.000 euro di multa”!
    Così stanno le cose, il resto è propaganda!

  2. @Andrea: il tuo ultimo commento (con i saluti finali di Mauro M ???) ha superato ABBONDANTEMENTE il limite massimo di caratteri previsto e non è tecnicamente confermabile. Per trattazioni così lunghe, ti consiglio di scrivere alla casella email taxistory@taxistory.net e utilizzare i commenti solo per risposte veloci

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