Torino, Brescia e Milano. Queste sono le città europee più inquinate, seconde solo a Plovdiv, in Bulgaria. L’Italia non solo domina la classifica ma è anche il paese più presente, con 17 centri nelle prime 30 posizioni. Tra queste, sette città nel 2010 hanno superato la soglia massima consentita di polveri sottili ben 35 volte. Sono Brescia, Milano, Frosinone, Monza, Lucca, Bergamo e Torino. A dare l’allarme è il Centro Europeo Ambiente e Salute Oms sulla base di alcuni recenti dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che confermano le proiezioni effettuate nell’ultimo studio sulla situazione italiana pubblicato dal centro nel 2006.
In questi quattro anni il rilevamento del Pm 2,5 (polveri sottilissime che entrano facilmente nei polmoni raggiungendo la regione alveolare dove possono provocare danni molto gravi) è diventato routine in molte città italiane mentre in altre lo sta per diventare. Il centro dell’Oms ha quindi eseguito nuovamente i calcoli basandosi sui dati aggiornati e applicando la stessa metodologia del 2006. Secondo queste proiezioni sono 7mila le morti ogni anno causate dall’inquinamento nella sola pianura Padana, molti di più dei 8mila decessi l’anno in 13 città italiane stimati nello studio di quattro anni fa.
Marco Martuzzi, responsabile impatto ambientale sulla salute del Centro Europeo Ambiente e Salute della Oms, individua nel traffico uno dei maggiori responsabile: “Il Pm emesso dal trasporto su strada rappresenta la principale fonte di emissione di particolato nelle aree metropolitane italiane ed il suo impatto continua a rappresentare un problema di sanità pubblica considerevole. In Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per esposizione al particolato”.
Oltre a una significativa perdita di vite – dovute principalmente a malattie cardiocircolatorie, respiratorie e a tumore al polmone – bisogna tenere conto anche della diminuzione della qualità della vita e della perdita di giornate lavorative e di scuola a causa di malattie come bronchiti e asma e dei ricoveri ospedalieri. Come se non bastasse ci rimettiamo anche in soldi. Il centro ha stimato una perdita di circa 28 miliardi di euro all’anno, calcolando i costi della mortalità, delle malattie e degli anni di vita persi.
Sarebbe quindi necessaria e urgente un’azione politica per ridurre l’inquinamento. Ma come e dove intervenire? La soluzione proposta dal Centro Europeo Ambiente e Salute non è una sola, come prevedibile, ma una combinazione di interventi tra cui: razionalizzazione e riduzione del traffico privato, implementazione delle ultime tecnologie nell’ambito di veicoli e carburanti, ispezioni obbligatorie ai veicoli, incentivi fiscali. Altrettanto importanti sarebbero un trasporto pubblico (anche extraurbano) efficiente e pulito e una pianificazione urbana che permetta ai cittadini di muoversi in sicurezza a piedi e in bicicletta.
fonte: galileonet.it 28/02/2011