Adoc dice che il caro carburanti potrebbe costare alle famiglie italiane la bellezza di 1.200 euro annui. Se ad una famiglia "normale" costerà tutti questi soldi, quanto costerà ad una famiglia il cui sostegno economico usa la macchina per professione? E nel caso di un tassista con tanto di famiglia a carico? Insomma, non sarebbe il caso di rivedere le tariffe alla luce dei nuovi galoppanti costi di gestione, considerando anche INPS, INAIL, assicurazioni impazzite, meccanici e pezzi di ricambio fuori controllo e studi di settore ormai alla follia totale? Altro che panzane e inglese per poveri, qui stiamo andando a rotoli!
Il caro carburante potrebbe costare in media alle famiglie italiane 1.200 euro su base annua, con un litro di verde che potrebbe superare quota 1,70 euro nei prossimi due mesi. “Se gli aumenti dei carburanti dovessero continuare con gli stessi ritmi di questi ultimi giorni entro due mesi la verde supererebbe quota 1,70 euro al litro – dichiara il presidente dell’Adoc Carlo Pileri – con una significativa ripercussione sui bilanci delle famiglie determinata da una crescita dell’inflazione, la riduzione del risparmio e l’aumento dell’indebitamento. Tutto ciò si tradurrebbe in un maggior esborso per le famiglie pari a 1200 euro l’anno, un vero e proprio shock economico”. Il caro carburanti fa la parte del leone con una benzina che potrebbe superare quota 1,70 euro al litro entro i prossimi due mesi. Con il rialzo del costo del greggio il gasolio per riscaldamento potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto a un anno fa. In pratica un pieno di 40 litri potrebbe passare per la benzina dai 54 euro di dicembre 2010 ai 68,8 euro ad aprile 2011 con una maggiore spesa che su base annua potrebbe toccare 370 euro. Situazione abbastanza simile per il gasolio dove si passerebbe da 52 euro per un pieno di 40 litri a 67,20 euro con una maggiore spesa annua di 380 euro. Aumenti a catena si verificherebbero in altri settori, dai trasporti agli alimentari, dall’energia al riscaldamento. “Per calmierare i prezzi dei prodotti petroliferi – continua Pileri – che incidono non solo sul prezzo del pieno ma anche e soprattutto su tutti i prodotti ad essi connessi, sia per gli aumenti dei costi di produzione sia per i costi di trasporto, l’Adoc da tempo ha chiesto al Governo di intervenire per ridurre l’accisa e per congelare l’Iva. E’ poi necessario attuare la liberalizzazione dei distributori no logo anche in autostrada e nelle grandi città. Nei distributori no logo il prezzo della benzina mediamente è inferiore del 5,8%, circa 8 centesimi in meno, mentre per il diesel si risparmiano 7 centesimi. Occorre inoltre aumentare la concorrenza e fornire la licenza di vendita di prodotti no oil ai piccoli distributori.”.
fonte adoc.org 7/03/2011