Immancabile appuntamento a Tradate, nel Varesotto, con la ormai storica mostra dedicata alle vacche, quelle a quattro gambe e corna in testa, organizzata dal Comune con il contributo degli Assessorati alle Politiche Agricole della Provincia di Varese e della Regione Lombardia. (fonte: nardipress.net) ….. Nonostante abbia perso, negli anni, il 50 per cento dei visitatori, e sia costata alle casse comunali circa 300 mila euro. La «fiera intarnazionale delle vacche» è stato l’ultimo caso che ha fatto urlare Arturo Bernardi al «disastro gestionale» (fonte: ponzano.info)
Due spezzoni di cronaca locale, il primo della zona di Tradate (Va) dove per evitare imbarazzanti malintesi è stato ben specificato il tipo di vacca ammessa, escludendo automaticamente la categoria di vacche bipedi, magari passeggiatrici, sicuramente “zoccole”. Perspicacia varesina, oppure comicità varesotta? Magari semplice folklore locale! Il secondo spezzone della zona di Ponzano Veneto (Tv), che porta a testimonianza un fatto indiscutibile: alla fiera delle vacche si urla, eccome! Soprattutto se si parla di “schei” (soldi, in veneto). Ecco che a Milano, in una prestigiosa sede, come un tragico deja-vu , qualche giorno fa si è consumato uno scenario che attinge ai due casi locali precedenti e li unisce in sodalizio. In quel luogo dove ci si riuniva per discutere di soldi (meglio dire… centesimi), non erano ammesse le vacche con quattro gambe, ma quelle con due. Il fatto che avessero le corna o meno dipendeva esclusivamente da questioni… personali. Si doveva discutere su come migliorare la qualità delle vacche di una razza molto speciale, quella a due gambe su quattro gomme: razza usualmente docile, remissiva, forse un po’ cogliona, lasciata perennemente al pascolo in attesa di frequenti mungiture quotidiane. Ecco che al momento in cui si prospettava di dare un forcone di fieno in più alle vacche bipedi quadrigommate, il toro della compagnia, dotato di due palle così e due corna commisurate, cominciò a vedere rosso (anche politicamente parlando) quindi a sbuffare e a muggire, cominciando platealmente a mettere in dubbio il ruolo del luogo in cui si soggiornava, inveendo contro le vacche convenute. Usciva in malomodo sbattendo il portone del recinto. Due mondi paralleli, visti da una parte dagli animali e dall’altra dagli umani, peccato che in questi frangenti sia difficile distinguerli.
(Ogni riferimento a persone, animali o cose, è puramente casuale)
A me era sembrato di capire che non si discutesse di una forconata di fieno, ma di un calcio in culo alla vacca per farla camminare un po’ di più.
La tristezza di certi figuri che per 24 centesimi di miserrimo adeguamento alzano i tacchi e se ne vanno urlando mi stupisce, perchè fino a ieri ero convinto che i nostri amministratori discutessero (più o meno) per mediare le parti in causa ed arrivare ad un accordo, invece mi rendo conto che la politica è finita e che siamo ritornati AL MERCATO DELLE VACCHE.
Quali amministratori? Si parlava di vacche, molte con le corna.