Sappiamo bene tutti quanti noi, quotidianamente alla guida per ore e ore, le sollecitazioni a cui siamo esposti. Nel nostro paese le malattie professionali sono parzialmente riconosciute dalla normativa sulla tutela della salute del lavoro (vedi INAIL) (vedi tabella); in caso di danni evidenti che rendono inabili al lavoro, il risconoscimento di “malattia professionale” avviene al termine di un iter lungo e tortuoso. Finora per la nostra categoria è mancato un progetto che affrontasse il problema in termini di riconoscimento delle patologie e l’eventuale prevenzione con programmi di screening periodici convenzionati. Ancorati a problemi di carattere prettamente economico e di efficienza, non è mai stato, per quanto ci risulta, istituito un dialogo che valutasse le complicanze derivanti da una attività protratta nel tempo. Segue un rapporto dell’ Agenzia Europea Per La Sicurezza e La Salute Sul Lavoro (EU-OSHA) che elenca una vasta serie di rischi che spaziano dai danni fisici a quelli psichici, a cui è sottoposto il conducente di autopubbliche:
Una relazione dell’EU-OSHA in merito agli orientamenti sulle buone pratiche per i tassisti mette in luce i numerosi rischi a cui questi sono esposti. La relazione sulla SSL in cifre dell’Osservatorio dei rischi dell’EU-OSHA identifica inoltre alcune problematiche chiave di questa categoria di lavoratori.
La categoria dei tassisti e degli autisti comprende: tassisti con regolare licenza, autisti di “radiotaxi” non regolamentati, autisti di limousine e autisti aziendali. A causa delle richieste dei clienti i tassisti possono esporsi a rischi non necessari durante le loro corse. I rischi dei tassisti comprendono:
Rischi fisici
- vibrazioni: gli autisti sono esposti alle vibrazioni prodotte dal veicolo. Tali vibrazioni risultano più o meno dannose a seconda del tipo di veicolo, della velocità media sostenuta e del numero di ore passate alla guida;
- movimentazione manuale di carichi sollevati, mantenuti, depositati, spinti, tirati, trasportati: i tassisti movimentano manualmente dei carichi, per esempio quando sollevano o mantengono un bagaglio, quando spingono una sedia a rotelle o quando aiutano un disabile a sostenersi;
- rischi da postura seduta prolungata, compresi DMS del collo, delle spalle e della schiena nonché malattie cardiovascolari;
- rischi correlati alla permanenza “su strada”.
Rischi biologici e chimici
Gli autisti professionisti, in particolare quelli che operano all’interno della città, sono esposti ai fumi di scarico e ad altri scarichi inquinanti.
Rischi psicosociali, inclusi stress e violenza
- i rischi che causano stress comprendono: lo svolgimento di un lavoro ripetitivo e monotono che richiede un elevato grado di concentrazione; una scarsa possibilità decisionale e un sostegno sociale debole (un lavoro isolato che consente solo pochi contatti con i colleghi); l’organizzazione del lavoro: orari di lavoro impossibili, turni prolungati, ecc.; l’elevato rischio di affaticamento, gli autisti per esempio possono arrivare a fare turni di lavoro di 10-12 ore, mentre turni notturni e una pianificazione del lavoro irregolare possono causare, per esempio, disturbi del sonno;
- violenza: i tassisti sono maggiormente esposti a violenze e aggressioni rispetto a un lavoratore medio. Essi svolgono la propria attività lavorativa da soli, custodiscono denaro contante all’interno del veicolo e possono trovarsi costretti ad attraversare zone isolate e pericolose nelle quali i clienti possono aver assunto dosi eccessive di alcol o droghe.
Rischi correlati a comportamenti personali
- fumo,
- consumo di stimolanti, quali caffeina e alcol,
- mancanza di esercizio fisico – i tassisti e gli autisti svolgono un lavoro sedentario,
- basso tasso di utilizzo della cintura di sicurezza da parte dei tassisti e dei loro passeggeri.
Fonte EU-OSHA 2011