In questi giorni di bel tempo si vedono centinaia, migliaia di moto, motorini, biciclette come api impazzite che corrono, attraversano, vanno contromano sulle corsie preferenziali (e non solo) causando decine di incidenti e mettendo in pericolo la propria e altrui vita. La stampa sembra essersene dimenticata, ma ogni giorno nelle corsie preferenziali ne vediamo di tutti i colori. Manca uno studio accurato dell’indice di pericolosità, l’allora assessore alla Mobilità assicurava una misteriosa “mappatura dei percorsi delle due ruote”. Lettera morta?
dal Corriere 20/04/2009 “Corsie riservate, uno schianto ogni 24 ore”
Nella foto posa accanto alla sua moto, una Suzuki, e sorride felice come può esserlo un ragazzo: «Sei stato un fratello, un amico e un figlio meraviglioso, Genty. Ci manchi tanto». La foto e la lettera sono sul semaforo di via Tonale, i fiori sono ormai secchi, è una stanza di dolore privato in mezzo al traffico. Genty è morto qui, in zona Centrale, dove la corsia riservata è tagliata da un incrocio: è stato un incidente. Atm ne conta «oltre uno al giorno» solo lungo le preferenziali, i percorsi che dovrebbero essere più protetti e sicuri, riservati a bus e filobus, condivisi con i taxi e in alcuni tratti con le moto. Ecco: le vittime degli scontri sono quasi sempre motociclisti, il popolo dei 45 mila centauri di città, «utenti deboli» che hanno visto raddoppiare gli schianti in dieci anni, 27 i morti nel 2008. Gli autisti Atm hanno scritto al sindaco: «Corrono troppo, superano quando non potrebbero. I percorsi riservati vanno chiusi alle moto». L’assessore alla Mobilità, Edoardo Croci, annuncia: «Stiamo eseguendo una mappatura di tutti i percorsi per le due ruote: servono nuove regole, più chiare, e itinerari sicuri».
La polizia municipale ha registrato 23.147 incidenti nel 2008. I feriti sono stati 13.258 feriti e 75 i decessi. Alcuni sono ricordati lì dove sono morti. Ci sono angoli che testimoniano dolore e rinnovano affetto ancora a distanza di mesi, strade a scorrimento veloce adattate a pellegrinaggi intimi, familiari. Ecco i mazzi di rose bianche e rosse in viale Bezzi, la divisa da calciatore di un giovane su un albero di viale D’Annunzio, l’istantanea d’un ragazzo tra via Meda e viale Tibaldi, altra corsia riservata tagliata dal traffico. Le statistiche della circolare Atm 90/91/92, sulla circonvallazione esterna, bastano da sole a fotografare lo stato accidentato e pericoloso della mobilità nelle preferenziali: oltre 40 «episodi» (da gennaio ai primi di aprile) hanno provocato blocchi al traffico superiori ai dieci minuti. Tra questi «episodi» ci sono 14 incidenti tra auto e moto, 13 scontri che hanno coinvolto anche filobus e autobus, otto passeggeri «infortunati» e «feriti» a causa di schianti e frenate per evitare gli impatti. Troppi casi, a scadenza troppo ravvicinata.
La rete delle corsie riservate ai mezzi pubblici si estende per 186 chilometri, solo il 24 per cento in sede protetta (bus e filobus viaggiano a 13 chilometri l’ora). In piazzale Zavattari, piazzale Brescia e Piola, per dire, i filobus devono lasciare la preferenziale e immettersi nel traffico: «Sono i punti in cui la viabilità è più critica», denunciano i sindacati. Del resto, s’è detto: ovunque i percorsi sono misti, bus e moto, «la convivenza è diventata impossibile». Replicano da Ancma-Confindustria: «In un incidente su due il centauro è vittima». Il Comune sta ridisegnando la «mappa della mobilità» per le moto. Obiettivo: «Definire le strade dove possono o non possono circolare, ridurre gli incidenti e creare itinerari sicuri», sottolinea Croci. Lo studio è quasi pronto e dovrà garantire una «migliore» convivenza nel traffico con taxi e mezzi pubblici. Frena Marco Osnato (An), presidente della commissione Trasporti: «Bisogna estendere e non ridurre la possibilità per le moto di usare le corsie riservate. Le due ruote alleggeriscono il traffico, vanno incentivate».
Ma usare semplicemente il buon senso?
Come si fa a pensare che un motociclista sia più sicuro sulle corsie riservate che sulla viabilità ordinaria?
Si è sicuri ovunque se si rispettano le rogole del codice della strada, e quelle dettate dal buon senso.
Ma sembra che ormai tutto sia dovuto a tutti così si corre, si sorpassa, si taglia…poi capita il guaio e nella migliore delle ipotesi (e ce lo auguriamo) il motociclista, più esposto a danni fisici, se la cava con un bello spavento, mentre centinaia di persone che vanno a lavorare si trovano “ncasinate”.
E che dire delle biciclette che in via Santa Sofia tengono dietro un autobus carico di gente?
la mia liberta’ finisce dove inizia quella dell’altro.
(non era così?)
Marco Osnato (An), presidente della commissione Trasporti: «Bisogna estendere e non ridurre la possibilità per le moto di usare le corsie riservate. Le due ruote alleggeriscono il traffico, vanno incentivate».
…Non va invece reso più fluido e veloce il traffico pubblico, che per antonomasia permette il trasporto di più persone??…Ma probabilmente il Sig. Osnato deve aver preso un dottorato al CEPU..
Perchè non si ricorda mai, che il numero di incidenti sulle corsie è causato oltre che dalla spregiudicatezza dei centauri anche dall’idea che la corsia rpreferenziale sia una zona di traffico più sicura, quando evidentemente non lo è visto la presenza di filubus e tramvie mastodontiche caratterizzate per natura da una scarsa sensibilità dello spazio che li circonda…un buon inizio sarebbe quello di segnalare il pericolo e il numero di incidenti aggiornandolo in tempo reale…a quel punto voglio vedere se non ci pensano su due volte a fare i sorpassi su doppia linea continua a tre a tre…e poi qualche pattuglia in moto che fermi qualcuno ogni tanto …perchè no anche noi tassisti….ma non solo !!!
#Andrea sottoscrivo.
Il Sig. ****** (che ha riempito Milano col suo bel faccione) ha una inquietante somiglianza col “Dottor Drufo” del Medico della Mutua Tersilli… ricordate?
Non credo la somiglianza sia solo esteriore…
I mutuati… ops… i motociclisti votano, e come.
Scena: esterno giorno, corsia prefernziale, poleposition al semaforo, vengo piano piano, accerchiato dai vari bikers, al punto tale, che il primo ormai ingombra l’incrocio. Scorgo ad un tratto, arrivare tre moto dei vigili urbani, le mastodontiche bmw super eleganti, un pensiero mi passa per la testa..”finalmente vuoi vedere che fanno qualche cosa?”…I tre pubblici ufficiali si fanno spazio a difficoltà tra le varie moto, seguiti a loro volta da altri bikers… li guardo con sguardo interrogativo allungando le mani verso il volante come a dire, vedete finalmente siete arrivati, salvatemi, datemi un segno di vita, fatene accostare almeno uno…invece solo un sogghigno, come a dire ….”che ca@#o vuoi, mica tocca a noi, l’happy hour ci aspetta”…e via veloci come il vento ancor prima che scattasse il verde ( per dare sempre il buon esempio) , portandosi dietro lo sciame di centauri e le mie false speranze che i “ghisa” fossero tornati a fare il loro lavoro…. che tristezza!
ti faccio i miei complimenti andrea hai descritto benissimo la scena come non ci sarebbe riuscito neanche uno scrittore di libri gialli..:-)) robytaxi