CHIASSO – Si muovono a tutte le ore del giorno e della notte al di qua ed al di là del confine: hanno targhe italiane o ticinesi. Viaggiano in compagnia sempre di passeggeri che agli occhi dell’autorità preposta al controllo ai valichi potrebbero risultare essere dei conoscenti, degli amici, dei congiunti. Invece no, si tratta di passeggeri che fanno capo ad un «taxista» abusivo, senza licenza, né in Svizzera, né in Italia, che lavora sulla fascia di confine: trasporta persone che, evidentemente, hanno interesse a transitare la frontiera in modo tranquillo, assolutamente anonimo; cosa non possibile quando si viaggia su un taxi regolare con tanto di targhetta. Il fenomeno non è nuovo ed era già venuto a galla in Ticino in passato, scoperto, magari nel corso di controlli o di inchieste condotte dalle forze dell’ordine: gli agenti avevano individuato clandestini, persone trovate in possesso di sostanze stupefacenti o anche donne, non in regola con i permessi, attive nel mondo della prostituzione. In questi ultimi tempi il problema sembra far segnare un’impennata.
Fonte: Il Corriere del Ticino – e.ga/r.l.- 24/5/2011