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Inviato alle OO.SS. di Milano – 30/5/2011:
Caro collega ti alleghiamo il risultato di un sondaggio che ci siamo permessi di effettuare presso i lettori del nostro blog www.taxistory.it dove abbiamo chiesto un parere sull’attuale strutturazione tariffaria. Naturalmente non pretendiamo la scientificità del sondaggio che esprime solamente una “tendenza” che però è molto chiara ed esprime il disagio economico degli operatori del nostro settore. Consci del risultato elettorale appena raggiunto, vi invitiamo a prendere in considerazione i desideri della categoria nelle prossime argomentazioni in giunta.
Cordiali Saluti,
Marco e Leonardo – Taxistory
Io credo che aumentare la bandiera a 4 euro significherebbe farci sparare addosso dalla stampa, come si diceva in altri post si creerebbe l’idea diffusa che il taxi aumenti del 30% in un colpo solo. Sarebbe bello ma sarebbe la zappa sui piedi.
Daniele_Giove75 » Caro Daniele, cosa vuoi che ti dica? Noi abbiamo fatto delle domande e qualcuno ha risposto. Cosa dobbiamo fare, cancellare l’articolo perchè non ti sta bene il risultato? Non mi sembra normale. Se il risultato fosse stato l’esatto contrario di quello che abbiamo visto saresti stato contento? Mi spiace, il risultato è quello che vedi e cioè che una parte dei colleghi la pensa in modo diverso. E’ democrazia anche questa.
Taxistory va avanti, il prossimo sondaggio lo faremo su qualcosa d’altro perchè ho la vaga impressione che avremo molto ma molto da discutere per i prossimi mesi/anni.
Daniele_Giove75 » Scusa, forse sbagli persona: nè io, nè Leonardo giochiamo a scopa e tantomeno sul bidone della monnezza di Linate.
L’ATM costa un euro? Ti devo rispondere citando numeri sul rosso continuo e sui fiumi di soldi che entrano non dai biglietti ma dalle sovvenzioni? Dai che lo sapevi anche tu ma l’hai voluta sparare!
Comunque non c’è nessun problema, se il sondaggio non ti piace amen proponi tu qualcosa di costruttivo, la critica negativa l’hai fatta adesso costruisci qualcosa. Se abbiamo sbagliato, e io -mi spiace per te- in questo caso non credo di avere sbagliato proponendo un sondaggio, dacci tu un idea per aggiornare il blog. Siamo qui, abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti positivamente.
In quanto alle associazioni va a loro il mio plauso per quello che hanno fatto finora, adesso vedremo con la nuova giunta se ci saranno novità o continueremo così com’è andata fino adesso.
Ad majora!
Ringrazio una nota associazione sindacale che ha risposto al nostro invio del sondaggio con gentilezza e competenza, dimostrando di avere raccolto in pieno lo spirito della nostra iniziativa.
Io alle associazioni sindacali proporrei anche la il famoso abbassamento della soglia a cui scatta la progressione tassametrica di Lucone o la bandiera a 0 euro ma con maggiore costo al km per recuperare di cui parlavamo qualche articolo fa… saremmo ancora in tempo per spedire queste due proposte alle OO.SS come allegato al nostro sondaggio o è tardi?
Rachele » Per fare un sondaggio ed avere dei numeri “presentabili” ci vogliono almeno 2 settimane di giacenza del sondaggio in “prima pagina”. E’ già tanto che ci siamo permessi di mandare questo risultato alle associazioni e per questo abbiamo ricevuto delle critiche feroci e anche (per fortuna) dei complimenti. Direi che per adesso possiamo fermarci qui,
è legittimo che taxistory proponga un sondaggio ai propri lettori. così come è doveroso interrogarsi sulle risposte a prescindere dal numero dei votanti. per quanto puramente teorico ogni stimolo allo scambio di idee mi pare infatti utile. certo, nel caso di questo sondaggio bisogna chiedere agli amici di taxistory di ammettere che le risposte erano prevedibili. ma non è questo il punto. l’esito della loro consultazione è infatti indicativo di un pensiero diffuso tra i tassisti, ben al di là del 4% denunciato da giove75. questo è il dato di fondo: un’ampia maggioranza di colleghi ritiene insufficiente il reddito derivante dalla propria attività. la questione è davvero complessa e certamente deriva dal particolare statuto del nostro mestiere: lavoratori autonomi che guadagnano sulla base di tariffe stabilite da organismi pubblici. un ibrido. con una conseguenza: molti ‘parlano’ da imprenditori, senza però aver mai dovuto ‘agire’ da imprenditori. è tutta la normativa che ci riguarda a metterci in una condizione particolare rispetto al mercato, nel senso che subiamo la legge della domanda e dell’offerta, senza poter disporre di alcuni strumenti necessari a seguire l’andamento altalenante di questa dinamica. però facciamo attenzione, perché questa è anche la nostra ‘forza’ o, se preferite, quello che ci ha evitato il fallimento in anni di crisi. ma ci guardiamo attorno mentre guidiamo il taxi? quante aziende, uffici, negozi e attività varie hanno chiuso? quante persone hanno perso il loro lavoro, qualunque fosse? quante famiglie sono oggi in difficoltà? che la situazione sia cambiata anche per noi non ho certo bisogno di scriverlo. ma il mezzo migliore per affrontare la crisi è invocare tariffe maggiori? se ho un bar e non ho molti clienti, cosa faccio: aumento il prezzo del caffè o provo a limarlo nella speranza di richiamare qualcuno in più? le nostre tariffe sono stabilite in un circuito politico-sindacale che può anche darci l’illusione di essere totalmente autoreferenziale. ma non è così. perché il giornalista, il politico di parte avversa, il consumatore di turno sono pronti a gridare alla scandalo e così la decisione sulle tariffe, che ci pare affare solo nostro, diventa di dominio pubblico, parte di un discorso più ampio. ed è inevitabile, visto che noi viviamo in una società e offriamo un servizio pubblico. di questo contesto non possiamo non tenere conto. soprattutto quando molti altri sono in sofferenza. ripararsi dietro la contrattazione per ottenere miglioramenti economici in periodi di crisi ci espone a rischi gravissimi, soprattutto perché fornisce nuovi argomenti a chi già da tempo ci accusa di agire come una corporazione. a me pare che negli ultimi siamo riusciti a spuntare qualche arrotondamento che, se pure di entità contenuta, è qualcosa in più rispetto a chi non ha ottenuto nemmeno quello. rimango dell’idea che un buon imprenditore deve saper agire su tutte le voci del proprio conto economico. e se la voce ricavi non può crescere più di tanto, forse sarà necessario riconsiderare i costi. ma quanti di noi si interrogano seriamente sull’opportunità di creare strutture solide a vantaggio di tutti per il contenimento dei costi? se il problema sarà solo quello di aumentare le tariffe andremo incontro a cogenti delusioni. sarà che fin da piccolo m’hanno abituato a voltarmi indietro per guardare chi sta peggio di me, ma credo dovremmo comprendere che sarà sempre più difficile avanzare certe richieste. se poi vogliamo scherzare, allora dico anch’io che vorrei guadagnare molto di più e lavorare molto meno. ma impostare la discussione su tali presupposti non ci farà fare molta strada. serve un’analisi economica e politica per collocarci, come categoria, in un contesto più ampio e farci relativizzare i nostri problemi e le nostre rivendicazioni. mi farebbe per esempio piacere che la nostra attenzione fosse più concentrata sui problemi delle liberalizzazioni piuttosto che sul rosicare un aumento del tassametro. e anche qui: non solo la liberalizzazione del nostro settore, ma pure quelle di altri comparti. solo se, da tassisti, riusciremo a inserirci in un dibattito più ampio a difesa di ogni singola specificità potremo ritenere di aver giustamente indirizzato le nostre energie. dopo, solo molto dopo, potremo accapigliarci sul problema di un aumento delle tariffe.
luca » Il nostro vivere quotidiano comporta sicuramente una analisi che vada oltre i soliti aumenti tariffari, ma su questo non esiste nessuno studio, nessun progetto. Difficile è anche pretendere che le associazioni di categoria possano adoperarsi in tal senso, perchè andrebbe forse rivisto prima il regime fiscale italiano, attualmente molto oppressivo verso le piccole imprese. Le liberalizzazioni saranno il pretesto del governo per aggirare il tema spinoso del fisco, “delegando” il tutto alle mirabolanti leggi del libero mercato e come dici tu qui bisognerà spendere le nostre energia in nostra difesa. Vedremo gli sviluppi
luca » Caro luca, è difficile, se non impossibile, ribaltare il risultato del sondaggio che parla piuttosto chiaro: qualcuno è contento delle tariffe attuali e molti non lo sono. Puoi fare tutte le considerazioni che vuoi, ma il risultato non cambia. I media ci massacrano sempre e comunque, se proponessimo il dimezzamento delle tariffe troverebbero il modo di rigirarcelo in quel posto!
Sarà il caso che le associazioni pensino seriamente a valutare gli umori della piazza, prima che ci pensi qualcun altro e che si facciano sfuggire di mano la situazione.
A proposito: colgo l’occasione per informare che un sindacalista mi ha affrontato a Linate intimandomi di non mandargli più mail perchè noi (di taxistory) per lui siamo morti perchè tempo fa non li abbiamo citati chiaramente in un articolo del blog.
Questo è uno spicchio del panorama sindacale milanese!
Diciamola tutta: li avevamo chiamati “colleghi” e non “sindacalisti” ecco cosa li ha fatti inc***are di più…. Il panorama sindacale milanese offre anche questi spicchi di originalità (la vogliamo chiamare così?)
Sono pienamente in accordo con quanto scrive Luca. Per l’ aumento che scatterà il primo di luglio ci rovesceranno addosso chissà quante accuse, è un gioco che non vale la candela, meglio attendere tempi migliori e non perdere i già pochi clienti facendo ulteriori aumenti.
Domanda: liberalizzare vuol dire che chiunque sia in possesso dei requisiti può fare il tassista con le tariffe che vuole o le tariffe restano quelle fissate dal comune? Qualcuno sa chiarirmi questo aspetto?
Daniele ha perfettamente ragione
@ rachele
liberalizzare vuole sostanzialmente dire togliere le barriere all’ingresso e poi lasciare che il mercato si regoli.
nella pratica non esiste un solo modo di liberalizzare e, nei vari paesi dove lo hanno fatto, si sono seguite strade differenti.
se vuoi approfondire sul web trovi diversi studi, oppure chiedi a leonardo o marco la mia mail e ti mando del materiale
@ Rachele
In Italia le “liberalizzazioni” fatte e la prima stesura (poi ritirata) del Decreto Bersani, autorizzano ad affermare che in Italia le “liberalizzazioni” nei settori ex-controllati dallo Stato, servono a:
1. creare degli oligopoli che entrino massicciamente nel settore interessato
2. se esiste della concorrenza (ad es i tassisti), massacrarli lavorando sottocosto.
3. occupato il settore, portare le tariffe al massimo di spesa sostenibile dalla media degli utenti. Ovvero a costi sideralmente più alti di quelli di partenza.
Che è quel che è successo nel settore carburanti, nel settore RCA ed altrove, ed è quel che si vuole far succedere nel nostro settore.