Taxi Roma: sciopero ad oltranza

MedusaCaravaggio1É finita quasi a male parole, con il capogruppo del Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio, che rincorreva i sindacalisti nei corridoi del Palazzo Senatorio, tentando un’ultima mediazione.
No, niente da fare. Porte sbattute. L’asse un tempo granitico tra il sindaco Gianni Alemanno e il fronte dei tassisti capitanato dall’Ugl da ieri sera non esiste più. Rapporti chiusi. Troncati. Troppo alta è l’insoddisfazione all’interno della frangia più oltranzista della categoria per la «telenovela» dell’aumento delle tariffe, che un anno fa era cosa fatta (con rincari molto alti, in media del 28%) ma che poi, a febbraio, è stato vanificato dalla bocciatura della relativa delibera da parte del Tar.
Ieri sera i rappresentanti di Ugl, Federtaxi, Ati, Unica Cgil, Cisl e Mit, convocati dal primo cittadino che aveva chiesto loro di revocare lo sciopero del 7 giugno, anziché chinare la testa hanno rilanciato: «Non se ne parla nemmeno, troppe promesse non sono state mantenute. Per questo raddoppiamo. Anzi, triplichiamo»

Martedì prossimo le auto bianche della Capitale aderenti allo schieramento «ribelle» si fermeranno dunque dalle 8 alle 22. Un altro sciopero è stato fissato per il 19 giugno e un terzo per il 27 (al quale abbinare una manifestazione davanti al ministero dei Trasporti), con la possibilità che diventi no-stop. «Se entro quella data non avremo risposte sul problema numero uno della territorialità, cioè dell’allontanamento da Roma di tutti quei noleggiatori con licenza ottenuta fuori dalla capitale – annuncia Nicola Di Giacobbe, della Unica Cgil – incroceremo le braccia a oltranza, con il sostegno tra l’altro degli Ncc regolari e di alcune centrali radio».

I punti di dissenso sono essenzialmente tre: mancato rinnovo delle tariffe; scarsa lotta all’abusivismo e agli odiati Ncc da parte del Comune; contrarietà allo scontrino automatico introdotto dall’assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma, nel regolamento approvato mercoledì scorso. Ma il fronte dei «falchi», anche se non ufficialmente, lamenta soprattutto un ulteriore «sgarbo»: il fatto che il Comune negli ultimi mesi, mettendo da parte l’alleanza con l’Ugl che era solidissima fino a gennaio, quand’era ancora assessore Sergio Marchi, abbia stabilito un canale preferenziale con l’altro versante «tassinaro», quello composto da una decina di sigle e guidato dal più conciliante Loreno Bittarelli, del «3570».

Ecco così spiegata la traumatica rottura di ieri sera. Che ne ha portata con sé un’altra: l’Ugl taxi si è infatti spaccata a sua volta tra «falchi» e «colombe» al punto che il leader indiscusso, Pietro Marinelli, ha preferito non essere presente al redde rationem con Alemanno. «Lui è segretario nazionale e in questa sede si affrontavano questioni locali: non era presente per questo semplice motivo», è stata la spiegazione diplomatica di Franco Popolini, segretario regionale Ugl. Ma la realtà è un’altra: «Hanno proclamato lo sciopero? Non ne so niente. Nei prossimi giorni faremo le dovute valutazioni», ha detto Marinelli al telefono. «Da casa», ci ha tenuto a precisare. L’aria nel sindacato di tassisti che tre anni fa appoggiò trionfalmente Gianni Alemanno nella sua ascesa al Campidoglio è di una imminente resa dei conti, con coda velenosa di dimissioni e ripicche.

Asciutto e glaciale, all’uscita dalla riunione, il commento del sindaco: «È uno sciopero immotivato, francamente non lo capisco. Ho chiesto di rinviarlo a fronte di un incontro che lunedì l’assessore Aurigemma è pronto a fare con i sindacati e di un ulteriore incontro con me venerdì, quando tornerò da Washington». Replica di Popolini: «Noi lo sciopero del 7 giugno lo abbiamo indetto 40 giorni fa, perché ci ha convocato solo adesso?». Controreplica di Alemanno: «Il nuovo regolamento taxi in verità offre garanzie molto forti nella lotta all’abusivismo e oltre 6 milioni di incentivi per la categoria, che in questo momento sono già di per sé un miracolo». Distanze siderali, insomma. Sulla capitale, 4 anni dopo i tumulti contro le duemila licenze rilasciate da Veltroni, tornano a soffiare venti di guerra «tassinara».

 

fonte: roma.corriere.it 4/06/2011

5 commenti

  1. Non si risponde alle esigenze di una categoria che lamenta crisi economica, istituendo l’obbligatorietà dello scontrino automatico e facendo praticamente nulla a livello di abusivismo e territorialità di altri servizi. Roba da fare saltare i nervi più saldi.

  2. La foto rappresenta il dipinto “Medusa” del Caravaggio. Una chioma di serpenti per capelli: un ottimo affiancamento al caso dei colleghi romani, che si trovano invece UN DIAVOLO PER CAPELLO…. e a dovere lottare con i serpenti. Forza che che ce la fate!!!!

  3. Che tristezza…
    Sei in mutande, attendi dopo anni un aumento da contrattare, la contrattazione dura anni, ti cucchi 2000 licenze in cambio di promesse di aumenti soddisfacenti ed appena sufficienti a riequilibrare il rapporto costi/auto su piazza, arrivano le licenze ma gli aumenti no, perché li scrivono in modo di farli bocciare dal Tar.
    E allora, che fanno? Ti propongno i due quinti di quel che ti avevano promesso, in cambio, però, dello scontrino (oltre le duemila licenze). Intanto il tempo passa, gli anni passano. E allora fai sciopero…
    O meglio, alcuni fanno sciopero, altri no. I “duri” contro i “concilianti”. Chi è inetressato alle tariffe contro chi è interessato alle quote di ingresso delle nuove emissioni.
    E poi l’aspetto più triste: chi ha pagato la licenza sta a casa e chi ha un mutuo da pagare non può stare a casa “a oltranza”, perché la rata arriva puntuale.

    E intanto le solite parole sugli “abusivi” e sugli ncc da fuori, queste uguali a Roma come a Milano, perché l’abusivo non paga le tasse, ma forse paga altri… E forse bisognerebbe controllare di chi siano ste benendette licenze ncc di fuori Roma… A naso sono di qualcuno “intoccabile” (cane non mangia cane), se non escono sorprese più grosse…

    Nell’attesa che passi un altro anno e in cambio di una ulteriore riduzione dell’aumento (se arriva, poi) aggiungano un’ora di obbligo di stazionamento quotidiano allo Zoomarine, faccio i migliori “in bocca al lupo” ai colleghi di Roma.

  4. Lucone » Concordo su tutta la limea e aggiungo che sulla questione licenze non si deve MAI MOLLARE, grave sarebbe la gola di nuove tessere da una parte e il menefreghismo dall’altra, alla lunga queste cose si pagano. Penso al lavoro ridotto a lumicino di tanti e alla coscienza sporca di altri.
    Mai abbassare la guardia.

  5. Lucone » Siamo sicuri che l’Italia sia ancora “il bel Paese”?. Bravi a produrre immondizia, a spargere letame e poco altro (non solo in senso figurato), gli onori del passato li abbiamo quasi dilapidati. Che tristezza, per davvero.

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