Caro A ti scrivo, perché ormai non riesco più a parlarti e neanche a capirti. Oggi mi hai aggredito verbalmente perché ho pubblicato la risposta di Gianni all’articolo della Bossi Fedrigotti. Mi hai insultato e te ne sei andato urlando con fare ironico “giornalista, giornalista…” alludendo al fatto che io non abbia capito l’errore insito nel suo scritto. Scusa A spiegami: dove sta il problema? Gianni è stato (per quello che ne so io) l’unico a rispondere e di solito come firma alle risposte date ai giornali si legge quasi sempre il suo nome e quello di pochi (soliti) altri. Criticare è facile, fare un po’ di meno.
Potremo mai vedere un serio e, soprattutto, coordinato sistema di risposta agli attacchi continui e ripetitivi che piovono dalla stampa? Noi di taxistory facciamo quello che possiamo impegnando tempo e risorse, ma taxistory se lo filano in pochi, quindi le fesserie che scriviamo qui sono riservate ai pochi che ci seguono. Ma il Corriere in quanti lo leggono?
Potrei risponderti anche che se non ti piace il nostro blog puoi evitare di cliccarlo. Ho pensato poi di consigliarti in modo ironico e polemico di farti un tuo blog mettendoti tanto di istruzioni per l’uso. Ma non lo faccio. Anzi sai cosa ti dico? Che così non si arriva da nessuna parte! Con la divisione interna si fa il gioco “loro”, quei “loro” che da anni, anzi decenni, giocano sporco sulla divisione della categoria. Ti ricordi quando in tempi non sospetti portavi parte di noi in piazza per protestare (giustamente) per i motivi che ben conosci e dicevi che qualcuno gioca a tenerci disuniti seguendo il motto Divide et impera della tecnica socio-politica romana?
A, fammi un piacere e fallo a noi tutti: lavora per l’unione della Categoria e convinci a farlo con te i tuoi colleghi, noi siamo disposti (nel nostro piccolo) a fare la nostra parte. L’UNIONE FA LA FORZA.
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Siamo abituati all’indifferenza delle grandi sigle sindacali, ma siamo ottimisti e non disperiamo di vederle un giorno più vicine. Siamo lusingati dai rapporti cordiali con sigle meno rappresentative, ma non per questo meno importanti. Siamo incredibilmente felici nel riuscire a condividere e unire pareri, proporre sondaggi, aprire dibattiti, anche con colleghi di altre città.
Si può ottenere questo solo se si persegue un percorso comune, quello dell’unità della categoria e se un giorno sarà possibile, quello dell’unità sindacale. La semplicità e l’umiltà sono ingredienti indispensabili per la riuscita di questo progetto. Chi non ci crede resta fuori, ma non è ancora troppo tardi per capirlo