Benzina e gasolio aumentano di 8 centesimi al litro in quattro giorni. La ministangata è stata annunciata ieri dall’agenzia delle Dogane e riguarda due aumenti di eguale importo – il primo ieri, il secondo venerdì 1° luglio – per interventi sulle accise, cioè sulla tassazione alla fonte sui carburanti.
Il primo aumento di 4 centesimi servirà a finanziare gli oneri per lo stato di emergenza «determinato dall’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a paesi del Nord Africa», come recita il provvedimento del direttore centrale dell’Agenzia, mentre l’aumento che scatta con il mese di luglio è destinato a sostenere il Fondo unico per lo spettacolo (Fus). La “tassa sull’accoglienza ai profughi”, per quanto determinata dal l’amministrazione doganale, trova fondamento nel decreto Milleproroghe, così come la destinazione dell’altro aumento al Fondo dello spettacolo è prevista dal decreto legge del 31 marzo 2011, n. 34, che si occupava tra l’altro, ma non solo, delle «disposizioni urgenti in favore della cultura».
L’appiglio alle accise aveva permesso al governo di reintegrare il fondo dei 140 milioni in pista di taglio, sedando le vibrate proteste del mondo dello spettacolo: quella in arrivo è la seconda rata. Nel giro di tre giorni si rischia così di bruciare gran parte dei cali accumulati nell’ultimo mese. Secondo i calcoli di Nomisma Energia un pieno medio costa da 2,5 euro in più, e da venerdì ben 3 euro. E così è forte il rischio di cancellare l’ondata di ribassi che ha investito i listini dei carburanti nell’ultimo periodo: dal 19 maggio ad aggi si tratta di circa 6 centesimi (con riferimento alle compagnie market leader). Cali spinti dal ribasso del petrolio, sceso qualche giorno fa a New York addirittura sotto quota 90 dollari al barile. Si tratta, sottolinea il presidente Davide Tabarelli di Nomisma, della crescita «più alta delle tasse sui carburanti dalla decisione del governo Dini del febbraio 1995 che, con le tasse sulla benzina, cercò di tamponare il grave peggioramento dei conti pubblici».
Durissima la presa di posizione delle associazioni dei consumatori: «Già dallo scorso anno i carburanti hanno subito un aumento di 410 euro (240 euro annui per i soli costi diretti, a cui si aggiungono 170 euro per i costi indiretti) alla luce di questa irresponsabile decisione, scrivono in una nota Federconsumatori e Adusbef, secondo cui l’emergenza immigrati addotta come motivazione è «una gravissima bugia». Tra benzina e gasolio – prosegue la nota dei consumatori – questa operazione frutterà all’Erario maggiori entrate pari, secondo i primi conteggi, a oltre 2 miliardi di euro l’anno. Il ministro del l’Economia intervenga immediatamente per chiarire la situazione». A margine della dichiarazione Federconsumatori e Abusdef annunciano di voler avviare «tutte le iniziative del caso, anche di carattere legale, per far sì che questo provvedimento venga cassato».
Secondo Faib Confesercenti e Fegica Cisl, la bolletta per i cittadini aumenterà invece di circa 4 miliardi di euro su base annua. «C’è da aspettarsi, inoltre, un altro aumento qualora la manovra che domani verrà presentata dal ministro Tremonti conterrà un aumento dell’Iva dell’1 per cento. Ciò peraltro a proposito di non mettere le mani nelle tasche degli italiani».
Fonte: ilSole24ore – A.Galimberti – 29/6/2011
Tutti a fare il pieno domani 😉
Ma di quali tasche si parla,oramai si sono presi anche i pantaloni.
Se l’aumento si limitasse solo al petrolio avrebbe un sua valutazione,il fatto
é che si porta dietro altri innumerevoli piccoli rincari di cui non si riesce a fare
una stima.