Manovra economica: Tremonti non piace agli avvocati

tremonti”La notizia di un disegno di legge mediante il quale si vorrebbero interamente liberalizzare le professioni intellettuali, abolendo l’esame di stato e consentendo l’accesso dopo solo un tirocinio, autorizzando l’esercizio in forma di società di capitali anche con il socio capitalista, prevedendo l’eliminazione di ogni incompatibilità tra la attività professionale e di impresa ed altre amenità di questo tipo, conferma che le notti di fine giugno generano selvaggi istinti liberisti nella classe politica italiana. Esattamente cinque anni or sono, infatti, con un colpo di mano dell’allora ministro Bersani iniziò una ”nuova” stagione per le professioni intellettuali, che tutto era tranne che all’insegna della modernità” A sostenerlo è Giuseppe Sileci, presidente dell’Aiga, l’Associazione italiana dei giovani avvocati. Il numero uno dei legali under45 aggiunge che ”oggi, i propositi della attuale maggioranza vanno ben oltre la più fervida immaginazione del più convinto liberista, e denotano un certo stato confusionale di questa maggioranza in materia di professioni. Non era questo, infatti, ciò che c’era scritto nel programma elettorale del centro destra sul punto

ed è assolutamente singolare che dopo aver impiegato più della metà della legislatura a parlare di riforma della avvocatura, e delle professioni in genere, all’insegna di una più ponderata e pacata regolamentazione che correggesse le evidenti e riconosciute distorsioni del decreto Bersani, quest’oggi due milioni di professionisti debbano vivere un risveglio così traumatico”.
L’Aiga non vorrebbe che ”questo disegno di legge, stranamente proposto all’indomani di un referendum che ha bocciato due leggi fortemente volute dai poteri economici italiani, ossia la privatizzazione dell’acqua e la politica nucleare, sia una risposta a questi poteri forti, molto delusi dall’esito referendario. Ci auguriamo – conclude Sileci – che prevalga all’interno della compagine governativa l’ala meno fondamentalista e che questo disegno di legge rimanga a giacere nei cassetti delle scrivanie parlamentari senza ulteriore seguito, anche perché’ l’esperienza dovrebbe insegnare che gli attacchi ideologici alla classe professionale non pagano, soprattutto in termini elettorali”.

fonte: asca.it 1/07/2011