Vuoi i vizi, ma cosa mi dai in cambio?

chevitaGentile Direttore, Con la ripresa del caldo ritorna il problema dell’assoluta mancanza d’aria condizionata nei taxi di Napoli. Chissà se quando il prossimo anni giungeranno numerosi turisti per la Coppa America di Vela riceveranno anche loro scortesi e stizzite risposte ogni volta che richiederanno in taxi di attivare l’aria condizionata! le ricordo che in alcune città non è neanche necessario richiederla, come a Bari, Palermo, Catania, Canicattì, Lagos, Kinshasa, Johannesburg… L’arroganza dei nostri tassisti ci obbliga a viaggiare con i finestrini aperti in attesa che i rifiuti da loro stessi gettati presso le piazzole di sosta si sollevino in un turbinio colorato e pittoresco…Fino a rientrare, questo sì è riciclo, nell’abitacolo del taxi. Grazie per lo spazio che potrà fornire a queste amare riflessioni. ilmattino.it

7 commenti

  1. “Vuoi i vizi, ma cosa mi dai in cambio?”
    Non so se ho capito male questo titolo… ma non mi sembra il caso di difendere i taxisti (di Napoli e non) che, a precisa richiesta del cliente, si rifiutano di accendere/spegnere l’aria condizionata!
    Da taxista credo che l’AC sui taxi, nel 2011, dovrebbe essere considerata parte di un servizio decente, non un “vizio” del cliente. C’è anche sui bus, andiamo!
    Non la vuoi accendere quando sei solo? Va bene.
    Non l’accendi se il cliente non te lo chiede? Va bene.
    Ma quanti saranno quelli che esplicitamente lo chiedono? Io dico tanto pochi, che, per quei pochi km in più con AC accesa, un piccolo sforzo “di marketing” i taxisti lo potrebbero anche fare.
    Si consuma di più? Diciamo che sono soldi investiti in immagine.

  2. EdBologna » Non sono d’accordo, da nessuna parte è previsto dal regolamento che sia un obbligo e spero che non lo diventi mai. Io personalmente la tengo accesa tutte le estati da 21 anni e ho avuto centinaia di lamentele perché: “fa male, ho la cervicale, il mal di testa, l’allergia, il raffreddore…” e altre menate che se fai il tassista conoscerai sicuramente. Tra i mille obblighi che abbiamo, ci manca anche quello del condizionatore! Per il “marketing”… ci pensano già i giornalisti a nominarci tutti i santi giorni, come dice il proverbio: “bene o mele purchè se ne parli”.

  3. Io credo solo che, come categoria, dovremmo cercare di andare incontro alle richieste dei nostri clienti, sempre che queste abbiano un minimo di sensatezza, ovvio. E credo che questa dell’AC d’estate ce l’abbia.
    Se il cliente la vuole spenta la spengo, se la vuole accesa l’accendo, se ce l’ho rotta e il cliente la vuole lascio il cliente al taxi dietro di me.
    Mi è capitato anche di averla accesa e il cliente mi dicesse “ah quì la usate l’AC! Nella mia città ho smesso di usare i taxi perchè tutte le volte era una scusa diversa: ma io ora chiamo i noleggi e ho risolto il problema!”, stesso discorso spesso lo sento dire a proposito dell’accettazione o meno del pagamento con carta di credito.
    Insomma, se un servizio non lo diamo noi, c’è sicuramente qualcun altro con una gran voglia di darlo, lo sappiamo bene.
    Non siamo esposti alle regole del mercato, ma dovremmo cercare di comportarci come se lo fossimo (prima di essere obbligati a farlo).
    Non è un obbligo da regolamento (ancora), così come non lo è “spenga la radio”, “accenda la radio”, “abbassi il volume”, “alzi il volume”, “cambi stazione”, “chiuda i finestrini”, “vada più piano” e tante altre cose così. Ma sono tante piccole cose che insieme (e senza nessuno sforzo, direi, forse qualche decina di centesimi di carburante?) fanno o non fanno la soddisfazione del cliente, che, ricordiamocelo, per garantirci il lavoro così com’è oggi, vale più di qualunque sciopero e di qualunque azione sindacale.

  4. Sottoscrivo in pieno quanto detto da EdBologna, è vero non siamo obbligati ma fare uno sforzo non ci costa nulla, vale più di mille pubblicità e di uno sciopero… ricordiamoci sempre che se non li facciamo contenti noi i clienti (sempre nei limiti della sensatezza delle richieste, per i miracoli si prega di rivolgersi ai piani superiori dove io Buon Dio vedrà cosa si può fare) c’è sempre qualcuno pronto a farlo


  5. EdBologna:

    Io credo solo che…

    Concordo pienamente.
    Mi auguro che la nuova generazione di colleghi, (in particolare quelli giovani) e così sembra, sappia cogliere questa sottile ma fondamentale differenza, basta vedere noi stessi quali utenti/clienti di qualsiasi servizio sia, quanto siamo esigenti e così fanno i ns. utenti/clienti.
    Dobbiamo riconquistarci il rispetto e la fiducia di questi clienti, che troppo spesso complice la stampa (e non solo!), ci ha fatto perdere.

  6. Caro EdBologna, qui a Milano non c’è una cooperativa come quella di Bologna, da dove penso tu venga… Voi, ahimé, siete un altro mondo. In molti, in troppi, secondo me, c’è la filosofia del “siccome il tassametro gira uguale: è meglio avere la vettura più piccola possibile e di minor qualità (e costi). Tanto si è obbligati a prendere il primo taxi, no?”
    Rispetto una posizione che non condivido. Non la condivido perché è la migliore motivazione per liberalizzare il settore.
    A chi dice che la ricerca della qualità del servizio non serva, faccio notare che. visto come la pensa il Centrosinistra, visto come la pensa il Centrodestra le liberalizzazioni (o peggio la deregulation) non sono impossibili.
    E l’unica via per difendersi dall’invasione di tassisti improvvisati dall’auto scassata è avere un’estrema qualità del servizio. E una seria organizzazione per abbattere i costi.
    Tanto per capirci, a Bologna, secondo me, sono bene attrezzati. A Roma gli unici tassisti che sopravviverebbero ad una cosa come quella di fine giugno, sono quelli soci di una Cooperativa che si chiama come una città dell’Uzbekistan. Gli altri… Brr…
    E a Milano? Vedremo che cosa si può fare.

  7. Lucone » Certo hai ragione anche tu nel dire che ci vuole un certo decoro, però non esageriamo. Gli alberghi, e lo sai benissimo, scremano le chiamate preferendo chi gli dà la cagnotta e tu, povero tassista sudato da mezz’ora di attesa in quel budello schifoso di via P.Verri, ti vedi il vetturiere che dà il tuo cliente a qualcun altro perchè nel frattempo che tu stavi in coda 30 metri più dietro in quel casino si è liberato uno dei suoi cagnoni.

    E poi non esageriamo a pretendere troppo dai tassisti i quali, lo ricordo ai non adepti, lavorano con una tariffa super-bL….ta senza uno straccio di supplemento applicabile, vuoi per i bagagli enormi (ormai chi ha la sventura di possedere uno SW cerca di dribblare come può i traslochi), vuoi per animali piccoli/medi/grandi, quinti e sesti passeggeri, aria fredda/calda/tiepida, deodorante sì/deodorante no, POS, carta di credito, buoni radiotaxi, buoni comunali, finestrino su/finestrino giù, “mi tolga il poggiatesta che ho la cervicale”, alza la radio/spegni la radio, “mi fa sentire il mio cd?“, “mi fa caricare il cellulare/computer?”, quella che ti racconta la sua vita/malattie/figli/marito/suocera/ecc…, “che giro sta facendo?”, “i suoi colleghi girano anche se non si può”, “mi dà una mano a portare i bagagli all’ascensore?” e tutte le amenità a volte demenziali che ben conosciamo.

    Direi che la gente ha ben poco da lamentarsi di noi (a parte i giornalisti, ma quelli sono prezzolati da chi ben sappiamo) e che se qualcuno gira coi bermuda e la canotta che lo si lasci vivere senza rompere troppo le palle con queste lamentele da educande!

    Mi pare che si pretenda da noi molto e l’amministrazione comunale ci dia in cambio molto poco.

    E adesso non mi si parli del ricatto delle licenze, le associazioni le paghiamo proprio per difenderci perchè altrimenti basterebbe un commercialista o, per i più “evoluti” il minimo contribuente.

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