Che guaio il caro benzina, specialmente per chi gli automezzi li usa per lavoro. E’ il caso dei tassisti che, in attesa di una chiamata e parcheggiati in piazza Savonarola, commentano negativamente l’aumento dei prezzi dei carburanti. «La situazione è insostenibile – afferma Gianni Cedrini, vicepresidente del Consorzio Taxisti Ferraresi -, i rincari avvengono quasi giornalmente, mentre il nostro tariffario è sempre lo stesso. Quest’ultimo andrebbe rivisto, ma non ci lamentiamo solo noi del settore, anche le altre persone protestano. Perfino il gasolio è aumentato».
Potrebbero essere una soluzione Gpl o metano?
«Qualche macchina a gas c’è già a dire il vero – continua Cedrini -, però bisogna mettersi lì a far dei conti per vedere se conviene e non credo che sia così. Il metano sembrerebbe l’unica strada percorribile per risparmiare e a Bologna molti nostri colleghi hanno già fatto questa scelta». Quanto bisogna lavorare per rientrare coi costi e far emergere un ricavo? «Tanto, molto più di prima. Per fare giornata servono almeno 10 ore, fino al tetto massimo che ci viene imposto». Come vanno gli affari oggi? «Difficile per fare un bilancio – spiega Giancarlo Andreatti -, ho iniziato da poco più di un anno e per ora vedo che si lavora. I conti, in questo settore, bisogna farli a fine anno e non di mese in mese; sono convinto che i rialzi della benzina, comunque, incideranno sui nostri bilanci».
«D’estate si lavora meno, coi turisti, che preferiscono muoversi a piedi, poco. I tragitti più richiesti sono verso l’ospedale o la stazione; con le scuole ci si muove molto. Facendo una stima approssimativa, direi che si è perso un 30% degli introiti. Adesso bisognerà vedere cosa succede con l’apertura dell’Ospedale di Cona, ma siamo preoccupati, non si sa cosa succederà a livello di trasporto».
La parola passa ai colleghi che, man mano che finiscono il turno, si avvicendano sotto l’ombra del Savonarola.
Come avete accolto il caro benzina? «Con rassegnazione – ammette Vittorio Izzo -, ormai la situazione dei costi è talmente grave che non il discorso lavorativo passa in secondo piano. Il problema è strutturale, la nostra è fra le categoria più tartassate. Si vorrebbe protestare, ma non si sa né dove andare e né a chi rivolgersi. La benzina aumenta e le nostre tariffe non si toccano, non mi sembra giusto; purtroppo, non si può fare come le compagnie aeree che, per adeguarsi ai rincari, aumentano il prezzo del biglietto. Bisogna anche aggiungere che, l’incentivo governativo sul carburante, da qualche anno a questa parte è stato pressoché dimezzato; servirebbe parlare con qualcuno in grado di porre rimedio alla situazione. Senza contare che da quando è iniziata la crisi, due anni fa circa, il lavoro è diminuito e ci sono taxi fermi anche un’ora e più, cosa impensabile una volta».
«In provincia di Rovigo la benzina costa meno – aggiunge Massimo Bertazzini -, non si capisce perché, qui da noi, non ci siano i distributori low cost. La situazione è preoccupante».
«Il rincaro è stato accolto come qualcosa che ti cade sulla testa e non ci puoi fare niente – replica Angelo Casoni -, all’aumento della benzina bisogna aggiungere anche quello del costo delle assicurazioni. La soluzione migliore sarebbero i contributi per le macchine ibride ed elettriche. Il metano va bene, ma è difficile trovare distributori di notte».
fonte: lanuovaferrara.gelocal.it 30/07/2011