Carissimi, Continuo a seguire con passione ed entusiasmo, il vostro lavoro sul sito e mi congratulo per la neutralità che fate il possibile di mantenere su ogni avvenimento. Ovviamente negli ultimi giorni il tema scottante è la cosiddetta “manovra bis” il Decreto Legge 138/2011 e in particolare la materia “liberalizzazione delle attività economiche”. Ebbene su questo forse ricorderete quando alcuni mesi fa vi inviai una mail che diceva: “Tassista libero artigiano, autonomo, piccolo imprenditore. Non subordinato ad eccessiva disciplina e regolamentazione da parte dell’amministrazione comunale”. In parte quella specifica classificazione del tassista anticipava quanto adesso avvenuto nella liberalizzazione dell’attività economica che svolgiamo. Ho fatto delle ricerche su sentenze, ho letto la direttiva Bolkestein del 2006 (che escludeva i taxi dalla liberalizzazione) e ho letto il trattato di Lisbona del 2008 (che include tutti i servizi anche i trasporti svolti dietro retribuzione e interesse pubblico) al quale dopo 3 anni l’Italia ha dovuto adeguarsi e nemmeno totalmente per quanto c’è scritto.
Noto negli articoli di Taxistory, nei commenti e negli scambi di opinioni tra colleghi, che sono messi insieme gli articoli 3 e 4 del D.L.n.138/2011, a tal proposito l’art. 4 riferito agli enti locali riguarda i servizi pubblici economici generali o universali quali: acqua, gas, energia elettrica, smaltimento rifiuti, ecc. per il trasporto pubblico i servizi finora affidati dai Comuni in concessione a privati, proprio come il gas, energia elettrica, rifiuti, ecc. NON riguarda il servizio di taxi in quanto non è affidato dal Comune ai privati tassisti con una concessione ( che avviene tramite una pubblica gara di appalto ma con il rilascio della licenza di esercizio (rilasciata alla unica titolarità del singolo privato tassista). A tal proposito allego n. 2 sentenze una della Corte di Cassazione del 1998 e la seconda più recente del T.A.R. Toscana del 2011, nelle quali viene spiegato e giudicato, senza il minimo ragionevole dubbio, che il servizio taxi non è servizio pubblico bensì servizio d’interesse pubblico svolto da liberi, privati, artigiani, autonomi, imprenditori tassisti non vincolati a subordinazione nei confronto del Comune, che infatti ha perso le cause e l’ultima è pesantissima anche per noi tassisti pisani (ultimamente dopo la sentenza di maggio oltre al Comune, sindaco, assessori, funzionari, ecc., sono coinvolti anche Prefettura, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, ecc. insomma un bel casino, questo perché il Comune è ultra-inadempiente e sembra non saper bene come e cosa fare). Tornando al D. L. 138/2011 (in gran parte imposto dall’Unione Europea causa il non sollecito adeguamento dell’Italia) l’articolo che ci riguarda è il n. 3 (esclusi i punti 5 e 12), la libertà d’impresa (artigiani, autonomi, imprenditori) e la quantità di persone che possono lavorare in una impresa o ditta, su un taxi (vedi legge 248/2006 Bersani) anche 2 o 3 o 4 conducenti a rotazione; la libera concorrenza (come i falegnami, gli idraulici, gli imbianchini, gli elettricisti, ecc.); l’abolizione di prezzi minimi (come le attività citate ognuno può praticare un prezzo diverso, imbianchini, idraulici, ecc., ma per tanti motivi credo sarebbe meglio un tariffario controllato da qualche istituzione, altrimenti sarà un caos); infine libera forma giuridica (qui si apre un dibattito infinito, spa, s.r.l, ecc.), l’abrogazione del limite territoriale di competenza (era il Comune o il comprensorio o il bacino, ecc., adesso non più; questi sono i punti cardine che ci riguardano non certo la cessione a privati delle aziende municipalizzate previste dall’art. 4 e se mi permettete un ultimo consiglio, per capire bene cosa sta accadendo e come possiamo affrontare le novità, sarebbe bene concentrare l’attuale dibattito su questi aspetti, evitando di far confusione e cercando le soluzioni migliori al fine di tutelare la nostra attività. Ringraziando per la cortese attenzione, saluto cordialmente. Roberto Gentilini licenza n. 25 Pisa. P.S. se lo ritenete opportuno, autorizzo a pubblicare questo testo o parte di esso. Allegati: 1) taxi non è servizio pubblico: sentenze Cassazione 1998 e T.A.R. del 2011 (estratto); 2) TAR sentenza 2011 intera (ma non la consiglio è lunghissima);
Roberto G. Firenze
Non è inerente a quanto scritto dal collega (interessanti le sentenze che cita e utili in caso di strani tentativi di papocchi legislativi) ma ieri ho letto sul Sole 24 ore un articolo che andava inserito nella pagina divertissement o barzellette. E invece faceva capolino come articolone nelle pagine di economia. Cito: Alla convention di Rimini Marchionne dice”Appoggerei l’entrata di Montezemolo in politica”. Ma no!!!! Chi l’avrebbe mai detto? Come chiedere a un alcolizzato se gradirebbe una bottiglia di vodka. L’articolo concludeva dicendo: l’economia piace più della politica. Certo la LORO economia. Potremmo cambiare il nome del paese e da Repubblica Italiana farlo diventare tanto per dire: Repubblica Fiat-Italiana o Repubblica “democratica” di Confindustria e mettere Montezemolo presidente del consiglio, Marchionne ministro dell’ economia e la Marcegaglia alle semplificazioni (e che semplificazioni…). Questi ormai vedono i politici come un peso, riconoscono come proprietà privata solo la loro e ambiscono a espropriare ogni cosa instaurando una specie di dittatura dei potentati. In confronto 1984 di Orwell era una fiaba. Sarebbe interessante sapere nomi e cognomi di privati e società che in questi anni hanno portato ingenti patrimoni all’estero e che ora quel buontempone di Tremonti ha fatto rientrare facendogli pagare una tassa ridicola. Magari scopriremmo (niente di più probabile) che si tratta proprio di quei signori che oggi ci vogliono dare lezioni di economia, concorrenza e libero mercato. Quegli enormi capitali evasi al fisco italiano sono proprio quelli che erano pronti per essere investiti nel nucleare e nella privatizzazione dell’acqua. Purtroppo gli è andata male e ora puntano altri settori. Sequestrarli per risanare il paese sarebbe dovere e diritto dello stato italiano (ma si sa la corruzione e le mazzette sono all’ordine del giorno). Nostro obiettivo è cercare di smascherarli e bloccare le loro velleità per non morire schiavi di pochi.
E la direttiva Europea 2006/123/c !!!!! Sparita!!!!!
questa sembrerebbe tra le interpretazioni più serie…nonchè più inquetante
Gia’ sapevamo di queste trame… e’ dal 2006 che Monte****** e C. ( e vedete voi cosa abbinare alla C…) tenta di mettere le mani sul servizio taxi, da abbinare alla sua compagnia ferroviaria. Ma con le grane che sta avendo per partire con quella, forse capira’ cosa vuol dire avere a che fare da privato con un servizio pubblico. E non aspettiamoci che il Sole24Ore, quotidiano di confindustria, della quale LCDM era presidente, possa dare giudizi negativi sulle manovre politiche che permetterebbero ai soliti noti di arricchirsi ulteriormente e… facilmente! O cosi’ credono!
hai centrato il punto,complimenti!
in che senso sparita?
mauro » la direttiva 2006/123 (Bolkenstein) esclude ma non proibisce
Se esclude, non include! Giochiamo con le interpretazioni?
Dillo ai politici, sono abilissimi in questi giochini.
Scusa Leonardo se la direttiva eslude ma non proibisce, che senso ha inserirlo? e allo stesso modo i settori che impone di liberalizzare sono facoltà od obbligo di rispetto delle leggi europee ed Italiane ?(Dlgs 59/10) se non ci adeguiamo lo Stato incorre in sanzioni?
Giusto per capire, e credo che molti colleghi con questa direttiva e Dlgs facciano un po’ di confusione io compreso ovviamente.
Ma i vedo che con il fatto di Bersani eravamo piu uniti o no. Ora sono tutti tranquilli i colleghi boo o no!!!!
Nel senso che esclude da quella direttiva ma non impedisce agli stati membri di liberalizzare…. ci esclude SOLO da quella specifica direttiva.
Ciao.Per scambiare un opinione con Fafa,quello che percepisci riguardo la scarsa partecipazione dei colleghi, forse e anche dovuto al fatto che Bersani in normale venerdì di Giugno annunciò il decreto all’improvviso, coinvolgendo in modo particolare la nostra categoria.
Agosto,e la maniera con cui questo governo, vagamente ci include fa si che “spero”il coinvolgimento di tutti noi arrivi dopo il famoso incontro di Martedì.
Non dubito del fatto che molti ,me incluso siano stanchi di non sapere esattamene come progammare il nostro futuro, e che tutto ciò possa anche portare con se un pò di rassegnazione, ma oggi questo e il problema di molti LAVORATORI ,quindi cerchiamo di diffondere la voglia di guardare avanti con tenacia.
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2010 il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, che attua la direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno (Direttiva Servizi).
dal sito del governo:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/direttiva_servizi/
NON CI DEVONO ROMPERE LE BOCCE!
questi vogliono mettere le mani su tutti i settori,ormai è chiaro che non esiste ne destrane sinistra
….. parte del commento rimossa…….
nota del moderatore: Thomas non esagerare coi toni. Siamo ingrufati anche noi forse anche più di te perchè siamo venuti a sapere cosa antipatiche. Calma.
….NIENTE DI PIù VERO
giacomo » E’ così.
Simone » Scusa Leonardo se la direttiva eslude ma non proibisce,…
La direttiva Bolkenstein è stata spesso sopravvalutata o male interpretata. Ho trovato in rete questo ottimo compendio su Wikipedia che può dare un po’ più di chiarezza:
http://it.wikipedia.org/wiki/Direttiva_Bolkestein
Le cose antipatiche forse interesserebbero a tutti
… cmq dovresti pubblicare ciò che scrivo, io me ne assumo la responsabilità e poi scusa,non siamo in un paese democratico dove si può avere la propia opinione o no???…allora vedi che è dittatura…
baccala » No hai sbagliato: la responsabilità è nostra. Dittatura? Nessuna dittatura, solo che se lasciamo spazio a tutti quelli che scrivono incazzati qui diventa un campo di battaglia.
Abbi pazienza che avrai modo di incazzarti ancora di più di quello che sei. Solo qualche giorno e poi mi dirai se ho ragione o no.
… non so se ti darò ragione o no,io so solo che a milano la liberalizzazione totale non esisterà,non so se per altre regioni sarà cosi ma lo spero…vedrai che sarai tu a darmi ragione.
baccala » Non parlo di liberalizzazioni, ma del cumulo delle licenze che è molto più subdolo e pericoloso.
sarebbe il primo passo verso il patibolo!
Buongiorno ragazzi, volevo riprendere semplicemente il concetto dell’Art. 3, che DOVREBBE interessarci, quello della libertà d’impresa come del resto gli altri artigiani, ma io continuo a sostenere che NON possiamo proprio essere inseriti in quella categoria, NON abbiamo opportunità di crescita individuale, siamo troppo regolamentati (e questo proprio nella logica di Servizio Pubblico QUALE GARANZIA ALL’UTENZA,e si..! UTENZA perché i nostri non sono CLIENTI ma proprio utenti) Il significato del termine “Cliente”, definito nell’edizione “Dizionario Italiano” (Ed. Aggiornata – Rusconi Libri) è colui che abitualmente frequenta un negozio o un locale, un bar ecc., oppure, nella sua versione dispregiativa, chi è asservito a potenti personaggi, spec. politici. Il significato di “Utente”, definito nella stessa edizione, è chi usufruisce di un servizio pubblico.)
Fatta questa precisazione noi in termini di concorrenza resteremmo assolutamente svantaggiati (esattamente il contrario di quello che stabilisce la Bolkestein) vogliamo elencare alcuni punti:
Tariffa a tassametro
obbligo di servizio (tranne ubriachi se li capisci e pochi altri)
Turni prefissati
Limite territoriale
Divieto di procacciare l’UTENTE e così via numero di telefono etc..
Quindi ragazzi non ci siamo credo che di appigli ce ne siano. Spero
Scusate volevo aggiungere un passaggio
quindi ragazzi dovremmo togliere il civico e metterci una bella targhetta
NCC.
Così scegliamo anche noi il cliente.
NO… NO.., non credo sia possibile.
@ simone
guarda che i teorici del liberismo affermano proprio che con la tiotale libertà di impresa le garanzie per tutti salgono.
di più: affermano che questo porterà vantaggi anche a noi.
@ baccalà
se passerà la liberalizzazione, passerà ovunque.
le leggi sulla concorrenza sono di esclusiva competenza dello stato e le regioni non possono contrastarle.
se passa la liberalizzazione, sarà un diritto avere una licenza a fronte di una semplice richiesta, fatti salvi tutti gli obblighi che già abbiamo come tassisti.
Scusate ma esiste un elenco serio dove in europa / mondo i taxi sono effettivamente liberalizzati? intendo proprio come si sostiene possa accadere da noi?
Perché credo che un conto sia liberalizzare come la vediamo noi ed un conto è accontentare qualche noto gruppo.
…si certo,tutti ne avranno diritto 🙂 …e io avro diritto a riavere i miei due…..mila che ho sborsato 🙂
…sai cosa si fà con i cumuli in campagna??? …come fanno i contadini quando la legna è secca :)))
ahhh volevo aggiungere qualcosa sui mutui…io ne ho uno di 15 anni e credo che se liberalizzassero non potrei più pagare la banca e come me tanti altri…azz e poi le banche vanno in rovina,ma allora di chi è la colpa??? 🙂
baccala » E’ compito dei nostri sindacati dimostrare che il servizio taxi italiano non ha bisogno della liberalizzazione perchè porterebbe al disastro economico di migliaia di famiglie e di migliaia di mutui che non verranno onorati alle banche.
Poi è compito specifico dei sindacati dimostrare anche che l’intestazione delle licenze a società è una disgrazia simile alla precedente e che, comunque, anche una proposta di conversione di un certo numero di licenze al sistema di “cumulo societario” DEVE essere approvata dalla Categoria in una assemblea a cui possano partecipare tutti i tassisti a cui interessa il proprio futuro.
Pochi accetteranno imposizioni passate come “salvezza della Categoria” o “grande vittoria”. Qui si parla della vita altrui e, storia insegna, c’è chi abbassa la testa e si lascia sparare nella nuca e chi vende cara la pelle.
ad amsterdam una decina di anni fà e’ stata sperimentata la liberalizzazione con 1500 taxi .
dopo due anni furono ritirati. la qualità del servizio era diventata pessima, e i costi per gli utenti elevatissimi. x 15 km 40,00euro. il taxi costava il 60% in più di roma.
barcellona, ma stà lentamente rientrando, così com in giappone.
le liberalizzazioni mirano a un solo scapo, visto che l’industria non assorbe più lavoratori si pensa che le attività autonome possano impiegare qualche 100 di migliaia di disoccupati.
….si migliaia di persone in più che verrebbero a fare la fame visto quante macchine circolerebbero e la torta sarebbe finita…consiglierei ai signori aspiranti tassisti che sperano nella licenza di cartone che siete in migliaia a sperare in questo…il costo di un taxi appena acceso il motore è di circa 50-60 euro giornaliere,ora a milano siamo in 5000 circa ,ma se diventassimo 20000 fatevi i conti voi se converrebbe comprare una macchina adibirla, pagare un assicurazione maggiorata,aumento costante del carburante,e dulcis in fundo deperimento auto ( cambio ogni 3-4 anni) senza contare il rischio incidente che vi priverebbe del mancato guadagno….auguri
baccala » veramente se metti insiemo tutti i costi il taxi costa dai 60 ai 100 euro/giorno. Pensaci bene e dimmi la tua idea.
…il noto gruppo credo che nessulo lo vorrebbe vedere,da quello che sento ai posteggi si creerebbe una guerra urbana e non credo che i nostri ONOREVOLI ( solo in italia si fanno chiamare cosi) vogliano questo 🙂
si certo,ma io ho sparato una cifra indicativa,certo se pensiamo ai dettagli chiaramente si sale,BRAVO A RICORDARMELO..SE CI PENSO MI VENGONO I BRIVIDI.
e stiamo parlano del veicolo che ancora deve uscire in strada,giustamente SENZA incidenti (auguri) e………che il Signore ti dia SEMPRE la salue,perche’ il fisco e l’i.n.p.s.
l’i.n.a.i.l. maccanico carrozziere,rata auto ecc. NON ci considerano uomini,ma MACCHINE!
E non parliamo di come e’ diventato il lavoro negli ultimi due anni, incassi a picco, quello che si incassa adesso in un mese invernale con fiere ecc prima lo si incassava in un mese estivo
Al momento non è ancora divulgata l’informativa del parlamentino e quanto fino ad oggi diffuso individualmente da varie sigle o associazioni sembra confuso, nebuloso e inconcludente e irricevibile dal Governo. Difficilmente Governo e lCamere ritrarranno in toto l’art. 3 del d.l. n. 138 perchè è volontà di tutte le forze politiche adottare la liberalizzazione delle attività economiche (anche perchè a loro non costano niente e direbbero di aver favorito l’occupazione). Cercare di instaurare una trattativa è nostro dovere, ma prima è necessario riflettere bene, perchè andare a proporre di lasciare la regolamentazione com’è adesso per come la conosciamo potrebbe essere da scellerati, pensare che i politici possano tutelare i tassisti ritirando l’art. 3 è da irresponsabili, se ci presentiamo con queste pretese difficilmente otterremo ascolto, peraltro i politici potrebbero invocare che gli stati membri devono adottare le leggi dell’Unione Europea, che il trattato di Lisbona del 2008 ha notevolmente ampliato la Bolkestein (2006) ecc., così rischiamo anche di peggiorare l’art. 3 (consiglio di leggere il trattato U.E. 2008 prima di fare controproducenti proposte o peggio provocatorie manifestazioni. Per tutelare il nostro lavoro i margini di trattativa potrebbero essere minimi e perciò dovremmo sfruttarli al meglio e puntare su proposte accettabili come la decisa definizione nel d.l. 138/2011 al punto 9 delle lettere a) e b) ecc., vale a dire che è necessario far mettere per scritto: 1. una licenza taxi può avere la legale e preferita figura giuridica (anche società), ma non è consentito ad una società avere più di una licenza taxi; 2. il criterio di rilascio di nuove licenze “solo nel caso che i tassisti già presenti non soddisfino la domanda da parte degli utenti, in tal caso è possibile aumentare l’organico dopo democratica valutazione e concertazione per la quantificazione di dati concreti tra la P.A. e le associazioni di categoria o la categoria unita.
Queste sono le 2 precisazioni fondamentali da inserire nel d.l. 138 per tutelare il presente e il futuro dei tassisti.
Se l’argomento è questo, è una battaglia persa in partenza: perchè avvantaggiare 50000 taxisti+famiglie a scapito di milioni di utenti? (è la domanda di ritorno che di solito viene fatta…).
Molto meglio battere sul tasto sacrosanto degli svantaggi per i consumatori (che una liberalizzazione porterebbe di sicuro).