Italiani impoveriti dopo dieci anni di euro. Ma non è tutta colpa della moneta unica, secondo il bilancio di Altroconsumo sulle tasche delle famiglie, attraverso un’analisi di prezzi e tariffe nel decennio appena trascorso. A fronte di un aumento medio dei prezzi al consumo del 21%, il reddito pro capite è cresciuto, meno velocemente, del 14% con una conseguente riduzione del potere d’acquisto del 7%.
Riduzione che ha influenzato alcuni comportamenti di spesa: per quanto riguarda i consumi alimentari, a fronte di un aumento dei prezzi del 25%, la spesa è aumentata solo del 13%, il che significa che i consumatori sono diventati più selettivi nelle loro scelte d’acquisto. Inversa la dinamica delle Tlc. Navigare e telefonare è diventato meno costoso (-28%), ma la spesa è invece salita (+30%), poiché la quantità di ore passate al cellulare o su internet è cresciuta. I comportamenti di spesa, spiega l’associazione, sono stati influenzati dal cammino lento e costante dell’inflazione, dagli aumenti di prezzo di cereali e derivati (+49% farina e altri cereali), con la dinamica speculativa che ne è seguita.
Ma anche dai picchi dei rincari in settori nevralgici per il bilancio familiare – trasporto marittimo (+147%) e aereo (+61%), treni (+46%), taxi (+34%) – a cui si è aggiunta la corsa delle bollette di acqua (+52%) e gas (+34%), tassa per la raccolta dei rifiuti (+33%), canone Telecom (+25%, pressoché parallelo all’inflazione) ed elettricità (+24%).
Secondo Altroconsumo il comparto energetico ha risentito maggiormente dei balzi del prezzo del petrolio e le inefficienze industriali legate alla sua raffinazione e distribuzione. Inefficienze che, per quanto riguarda il prezzo dell’energia elettrica sono state controbilanciate dalla maggiore concorrenza nel mercato introdotta nel 2007.
Aumenti si sono registrati anche per bevande alcoliche e tabacchi (+53%), stabilimenti balneari (+61%) e istruzione secondaria superiore (+59%). Per non parlare dei premi Rc auto, che sono cresciuti a dismisura in città come Napoli (+122%) e Palermo (+77%). Note dolenti per i motociclisti: la Rc moto è salita del 245% a Palermo, del 227% a Napoli, del 137% a Roma e del 73% a Milano.
Ancora, colazioni e cene sono diventate sempre più salate con aumenti medi del 33% in bar e ristoranti con dinamiche, certo, differenti da città a città.
Il caffè, ad esempio, è cresciuto più a Roma (+35,5%) e a Napoli (+31,2%) rispetto a Milano (+18,5%), Torino (+19,8%) e Bari (+15%) che invece ha registrato il rincaro maggiore per la pizza (+45,2%) seguita da Milano (+44%), Napoli (+23,7%), Roma (+20,2%) e Torino (+21%).
Il passaggio alla nuova valuta non ha portato di per sé incrementi diretti, secondo l’Associazione: «Su rincari di prezzi e tariffe hanno inciso più gli ostacoli alla concorrenza, l’inefficienza industriale e i freni alla distribuzione più moderna o all’offerta anche attraverso la rete».
Un esempio per tutti, segnala Altroconsumo, è il settore delle telecomunicazioni: «Grazie anche al forte balzo in avanti dei consumi, il segno negativo parla chiaro: chi scommette nello sviluppo del prodotto e nell’offerta di prezzi e tariffe con sconti notevoli per guadagnare utenza vince sul mercato, e anche il consumatore può giocare un ruolo attivo nella scelta e nel confronto, risparmiando sul proprio bilancio».
Alcune riduzioni di prezzo ci sono state, infatti, «non a caso proprio in quei settori dove si deciso di aprire alla concorrenza scegliendo forme distributive alternative – aggiungono da Altroconsumo –. Come i prodotti farmaceutici, con un -28% rispetto ai prezzi del 2001. Un’ulteriore riprova di come sia virtuoso per il mercato e per i consumatori azzerare le barriere alla concorrenza. Dove ci sono resistenze, come nel settore trasporto taxi, i prezzi si sono impennati».
In discesa anche i prezzi di prodotti tecnologici come macchine fotografiche (-41%), computer (-64%) e telefonini (-73%).
fonte: ilsole24ore.com 2/09/2011
non esiste gioco piu’ semlice e al contempo fuorviante e peloso che giocare con le percentuali,perche’ un conto e’ il (esempio) 54% di dieci(10,54) e’ un conto e’ il 34% di uno(1,34)noi apparteniamo alla seconda categoria!
capperi HO SBAGLIATO…..il 54% di dieci fa’ 15,54,mi sembrava strano,pardon!
o che intelligenti..ma li pagano pure per scoprire che è tutto aumentato? il loro stipendio però non ce lo dicono mica di quanto è aumentato..robytaxi
“Alcune riduzioni di prezzo ci sono state, infatti, «non a caso proprio in quei settori dove si deciso di aprire alla concorrenza scegliendo forme distributive alternative” Le assicurazioni (+73% a Milano) non dovrebbero rientrare in questa categoria? Secondo altroconsumo è il comparto energetico ad aver risentito maggiormente dei balzi del prezzo del petrolio per via di inefficienze industriali legate alla sua raffinazione e distribuzione; dal momento che il Taxi non va ancora a pedali ne a vela credo sia normale un aumento, tutto da verificare, del 34% in dieci anni
non c’entra niente con questo,ma stamane ho visto le locandine in piazzale accursio dove veniva esposta la richiesta da parte dei nostri sindacati nel voler incontrare al più presto qualche esponente del governo proclamando intanto lo stato di agitazione della categoria. NEL CASO DI UN MANCATO INCONTRO,PREVEDI UNO SCIOPERO DA PARTE NOSTRA? E SE SI IN CHE TEMPI SECONDO UN TUO PARERE?….
quelli di altroconsumo hanno ormai raggiunto i livelli di deficienza senile dei bocconiani.fa piacere sapere che noi rientriamo fra i settori nevralgici per il bilancio familiare al pari di bollette di luce e gas.ormai tutte le famiglie prendono quotidianamente un taxi secondo questi altri psicopatici.così come dovrebbero spiegare in base a quali parametri e in quali città si sono verificati questi aumenti.a questi fenomeni consiglio di passare in via messina 53 chiedere i tariffari dal 1990 a oggi.poi confrontarli con il caro vita e con l’aumento dei costi di gestione e tirare le somme.i conti li lascio fare a loro scopriranno tante belle sorprese.questi conti dovrebbero farli anche molti ns.colleghi.
dal momento che il Taxi non va ancora a pedali
per ora!
alberto centra il punto. è la prima volta che si vede citato il taxi tra le voci di spesa familiare meritevoli di considerazione. evidente l’intento: creare un clima di pressione in favore della liberalizzazione.
Non avendo la sfera di cristallo non si può prevedere niente. Per queste cose ci rimettiamo alle decisioni delle Associazioni. Da questo sito non uscirà mai l’incitazione allo sciopero se non proclamato da chi di dovere nei termini di legge.
Buonasera a tutti , vorrei chiedere ai curatori del forum se fosse possibile avere degli adesivi con il nome del vostro blog da esporre sul taxi ;
Credo che sarebbe un ottima pubblicita’ tra colleghi , ma sopratutto verso la nostra utenza ; una visita qua Vale piu’ di cento discorsi.
Grazie e saluti , continuate cosi.
Grazie Luca, ci stiamo pensando da un po’
ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO …… MI CANDIDO PER LA DISTRIBUZIONE A COLLEGHI AMICI E CONOSCENTI !!!!! 🙂
chiccotaxi » Facciamo così: studiamo una grafica carina e pubblichiamo il file in formato pdf sul blog e chi vuole se lo stampa su carta autoadesiva (la vendono nei negozi tipo Buffetti, Pirola e altri) e ognuno se ne stampa una certa quantità in casa da distribuire ai colleghe e amici. Altrimenti dovremmo accendere un mutuo per accontentare tutti 😉
Giusto ! Stampiamo noi !
Vai ottimo