Ritengo giusto ringraziare Geronimo (La Russa) per quello che ha detto su di noi, ma soprattutto perchè ha evocato in me particolari ricordi. In un giorno di carnevale da bambino mi vestirono da capo Sioux e mi chiamarono Toro Seduto; dopo tantissimi anni comincio ad accarezzare l’idea di riprendere quella figura e quel nome, senza timore di usurpare nulla a nessuno: “seduto” ci sto eccome, per almeno dieci ore al giorno senza timore di smentita. “Toro” ci può stare visto che è molto facile sentirsi dare dagli utenti della strada graziosi appellativi che rimandano alle corna dei tori. Ma cosa avremo mai fatto per essere ai vertici nella classifica del servizio taxi in Europa? Direi tanto o nulla, dipende dall’aria che tira, da chi ammaina le vele, da chi cazza la randa, di chi governa il timone. Curiosando su internet ho avuto occasione di conoscere i pareri di varia provenienza, più o meno interessati, sulla qualità del servizio taxi milanese. Leggo sul sito turistico lonelyplanetitalia.it che I taxi di Amsterdam sono tra i più cari d’Europa, ma qualcuno la pensa diversamente e vuole attribuire a Milano tale primato: in un articolo apparso su affaritaliani.it nel settembre 2008, troneggia il titolo Milano/ I taxi più cari del mondo, ovvero un’intervista a Pierfrancesco Maran (allora consigliere comunale PD) che alla fine ridimensionava la sensazionalità del titolo asserendo che Milano ha i taxi più cari d’Europa
addossando tutte le responsabilità a Regione e Comune, accusandoli di immobilità nel migliorare la situazione, ignorando le possibilità che offre loro la riforma Bersani. L’allora consigliere comunale è oggi Assessore alla Mobilità, Ambiente, Arredo urbano, Verde: nella sua road map al centro della discussione sul trasporto pubblico, ci sono le corsie preferenziali, i semafori intelligenti e il trasporto notturno, piste ciclabili e sviluppo del bike sharing… e i taxi? nessuna menzione! Che dire poi delle strane ingerenze di soggetti che si sono sempre scagliati contro il servizio taxi, ponendolo spesso al pubblico ludibrio? Cosa PENSARE di queste persone che da qualche settimana accarezzano il sogno di divenire garanti o peggio tutori del servizio taxi in quel di Roma dove è piombato come un fulmine a ciel sereno la spada di Damocle di EuroTestMobility? E i manicaretti di Confindustria sfornati caldi e proposti sul piatto dal “Sole” quasi ogni “24ore”? Toro Seduto pensa che l’ascia di guerra sia meglio tenerla pronta, perchè segnali di fumo all’orizzonte lanciano messaggi inquietanti. Toro Seduto ha letto per caso una frase del “collega” americano Geronimo degli Apache che lo ha fatto riflettere profondamente:
“Il sole si leva. Brilla per lungo tempo. Tramonta. Scende ed è perso. Così sarà per gli indiani … passeranno ancora un paio di anni e ciò che l’uomo bianco scrive nei suoi libri sarà tutto ciò che si potrà ancora udire a proposito degli indiani.”
Indiani ieri, perchè non tassisti, oggi?
Si ma ragionando così si entra in una spirale da cui non se ne esce più. Posto che non devo spiegare a un giornalista/i idiota/i che scrive sotto dettatura o copiando gli articoli dalle agenzie direttamente dal web che non siamo una categoria di analfabeti (non più della loro attuale) allora varrebbe anche chirdersi come mai un vicesindaco di un noto paese dell’hinterland milanese con la sola licenza media guadagna 8/10 mila euro al mese. Se la laurea o il titolo di studio (importantissimo come ogni percorso scolastico educativo) fosse l’unico metro di giudizio per decidere il reddito di un individuo, nella storia avremmo dovuto ignorare veri e propri geni che laureati non erano. Molta rilevanza ha comunque l’ignoranza, che è estranea al titolo di studio e rende vulnerabili in ogni decisione importante nel corso della vita; rende soprattutto manipolabili. Questo è quello che dovremmo combattere insieme come categoria. Essere informati sul maggior numero di cose che ci riguardano faciliterebbe la possibilità di confutare tesi false con altre tesi. Perché se la poca istruzione deriva da scelte e/o situazioni famigliari contro cui poco si poteva fare, al contrario l’ignoranza è una colpa. Soprattutto quando ce se ne fa vanto e soprattutto oggi che abbiamo mezzi a disposizione tali da poterci tenere informati praticamente su tutto e in qualsiasi momento. Tenere il culo sempre e solo sul divano a rincoglionirsi con i reality non è sicuramente d’aiuto a chi già parte da un istruzione di base scadente. Cercare di sopperire alla scarsa cultura con la sola furbizia e astuzia (doti di cui gli italiani abbondano) non è una soluzione che porta lontano; ha effetti nell’immediato ma alla lunga chi è più preparato di te come si dice ti intorta a suo piacere (qualche nostro sindacalista è il re degli intortoni)
http://www.youtube.com/watch?v=4Ntk8SopAzw
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@ Paolo> Confermo l’importanza di mantenere vivo nella categoria l’interesse per l’informazione, ma è una cosa che deve crescere dentro e obbliga ad essere consapevoli di ciò che ci circonda. Mi capita spesso di leggere i volantini a Linate o nei posteggi e di essere affiancato dal collega con la vista ottima che mi chiede “che roba è?”. Allora faccio l’antipatico e rispondo “leggilo e lo saprai”, un invito che il più delle volte non viene raccolto.
Purtroppo l’ignoranza e la pigrizia procedono di pari passo.
Paolo, life is greater than us, mi ha detto recentemente un utente, e il titolo di studio, ti assicuro significa ben poco, al contrario dei libri: in fondo noi siamo tutti i libri che abbiamo letto, i blog ai quali abbiamo partecipato, i pensieri che abbiamo condiviso. Puoi essere orgoglioso di fare uno dei pochissimi mestieri onesti e non servili rimasti, dove ci sono più spiriti liberi che in un qualunque ufficio zeppo di servi, leccaculo e capetti di ogni sorta. Detto ciò ha ragione Leonardo, per noi informarsi e creare opinione è questione di sopravvivenza. Poi bisognerà pure agire se del caso