Come il solito arriva il giornalistucolo di turno e spara sentenze a raffica non supportate dalla benché minima conoscenza dell’argomento. Qui un bell’esempio tratto da focus.it del 9/10/2011 (articolo completo) dove si confondono nozioni errate e affermazioni fuori tema nell’ottica del più scontato populismo.
Privilegi corporativi: non è un privilegio rivendere ciò che si è acquistato, è un diritto sancito dallo stato. Il servizio non é insufficiente, anzi lo sono i clienti stante la crisi che ci trasciniamo da anni. La cessione della licenza é prevista dalle legge, tanto é vero che ci si paga una vagonata di tasse e chi l’acquista la mette in ammortamento. Con un’eventuale liberalizzazione dei taxi il numero degli stessi non lo determinerebbe il "mercato", ma ci sarebbe un’invasione di squali affamati e chi lavora meglio e con più efficienza non sarebbe premiato perché i regolamenti impongono che il servizio debba essere indifferenziato e comunque effetti positivi per l’utenza non ce ne sarebbero, sarebbe solo una guerra all’accaparramento del pollo da spennare. Effetti negativi ce ne sarebbero a bizzeffe, e non di certo quelli descritti, dato l’imbarbarimento totale del settore. Inoltre nessun Comune si sognerebbe mai di dare un soldo ad un tassista che abbandona la professione. Siamo nel baratro dell’ignoranza. Buona lettura:
Che cosa cambierebbe se non ci fossero più le licenze per i tassisti?
Privilegi corporativi: numero chiuso con licenze limitate. Le licenze si acquistano e funzionano anche come liquidazione: a fine carriera si rivendono.
Svantaggi: il servizio è insufficiente, spesso i taxi sono pochi, non c’è concorrenza e i prezzi sono alti. Inoltre la professione è chiusa: diventare tassisti è difficile e la licenza costa molto.
Liberalizzazione: la cessione delle licenze non è prevista dalla legge, perché è proprietà del Comune, ma è diventata di uso corrente. La liberalizzazione dovrebbe ripristinare il principio della restituzione della licenza al Comune a fine carriera.
Effetti positivi: salta il numero chiuso e per fare il tassista occorrono solo requisiti base (patente, auto, conoscenza della viabilità). Il numero è determinato dal mercato e chi lavora meglio e con più efficienza viene premiato. Ci sono più taxi disponibili a prezzi più bassi, cresce la richiesta e in definitiva c’è più lavoro per tutti.
Effetti negativi: saltano le garanzie per i tassisti di costruirsi una buonuscita grazie al valore della licenza. Occorre quindi prevedere ammortizzatori, come, per esempio, la corresponsione da parte del Comune di un controvalore al tassista che abbandona la professione.
Cominciamo da una piccolissima cosa: si può votare l’articolo, votiamolo in massa per quello che merita.
ennesimo articolo scritto senza ‘nozione di causa’…ma come si fa a scrivere certe cose se non ci si informa bene nel dettaglio?!..ormai nel nostro settore l ignoranza regna sovrana… proprio grazie ad articoli come questo che il nostro lavoro si scredita giorno dopo giorno
non ho notato la firma all’articolo, forse è scritto dai bambini del reporter. Ottima la replica di Marco. Farei notare l’incompetenza su licenza taxi: 1. Per il tassista n. XX è legale la cessione o vendita della licenza, al contrario il Comune non può vendere a terzi la licenza già di proprietà del tassista n. XX; 2. la licenza era del Comune ma ora ne è titolare il tassista n. XX (o meglio ancora era dello Stato, da Wikipedia – In ambito legale/diritto: La licenza è una autorizzazione rilasciata dallo Stato a svolgere una determinata attività (licenza di guidare taxi, di aprire locali pubblici ecc.), quindi il Comune è un delegato; 3. libero accesso=più taxi è vero, ma da questo a dire che costerà meno è da vedere, es. dopo 3 ore e 1/2 di attesa alla stazione quanto pensano che chiederà il tassista al primo che si avvicina ? meno del bus o quanto un dentista ? giornalai !!!
marco e leo mi piacerebbe (sempre che ci siano) leggere articoli a favore della categoria.o almeno contro la liberalizzazione…ci sarà pure qualcuno che abbia un cervello normale e sia obbiettivo??
taxipisa » Continuiamo stoicamente a fare chiarezza sulle innumerevoli inesattezze dei pennaioli, ma purtroppo questo blog è seguito al 98% da tassisti, che sanno benissimo come stanno le cose. Il rimanente 2% temo che non sia assolutamente interessato a conoscere la verità e tantomeno a diffonderla. Mi sento come Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Marco, è interessante l’articolo non tanto per le cazzate che dice ma per l’accostamento: tassisti, farmacisti e notai. Come ha fatto un branco di pezzenti come quelli che si possono rimirare a Linate o in Centrale in attesa di clienti, a divenire nell’immaginario giornalistico e quindi collettivo una ” corporazione” come quella dei camici bianchi o degli impeccabili signori in giacca e cravatta in sontuosi studi del centro che chiedono 5.000 euro ad atto? Come è possibile che un poveraccio che lavora 60 ore a settimana e non guadagna in un mese quello che un notaio guadagna in un giorno venga assimilato IN PEGGIO, mentre il 20% degli utenti lo considera un maggiordomo? E quelli che benevolenti vogliono costringerti a parlare di calcio? E quelli che ti insultano come individuo e come categoria? (ladri, etc) E’ qui come cerco di scrivere ogni giorno sul blog il cuore dei nostri problemi. Io ho risposte ma vorrei sentire le vostre, a cominciare dalla tua e di Leonardo.
ziofabri » C’ è una categoria articoli dal nome “Notizie simpatiche” ma conta solo 7 articoli per il momento. La categoria “Notizie antipatiche” ne conta ben 72.
Questo dovrebbe chiarire i tuoi dubbi e deludere le tue speranze… (Sob!) 🙁
Khoolaas » Ti dico con franchezza che ogni tanto mi viene da mandare tutto al diavolo e tutti a quel paese, che questo lavoro comincio a odiarlo perchè si stanno sforzando con grande impegno a farmelo odiare e non perchè ho fatto una scelta sbagliata di cui mi pento. Credo che tali sensazioni siano solo mie e dei miei colleghi e che non affliganno le altre categorie che citi, perchè bene o male quelle sono molto più rispettate di noi e godono di introiti la cui entità ha l’effetto di “lenire” gli effetti dei soliti arruffoni dell’informazione (ma quale informazione?). Poi ci ripenso e dico “tiremm innzanz” – andiamo avanti – fino al prossimo sfogo.
Beh, quando settimana scorsa ho letto il comunicato ufficiale dei notai contro qualsiasi tentativo di deregolamentazione del loro settore ho provato una certa invidia. Con classe, stile e fermezza si mandavano (senza mai andare minimamente sopra le righe) letteralmente al diavolo coloro i quali pensano anche solo minimamente di attaccare il loro Ordine. Beati loro. In quanto ad essere una lobby ben venga, ma cerchiamo di esserlo per davvero; non come ora che sembriamo una moltitudine di cani sciolti, ognuno con idee che contrastano una con l’altra. Il termine lobby non nasce certo in questi anni, e il fatto che qualcuno voglia dargli un significato negativo è assolutamente strumentale e varia a seconda della lobby che si vuole difendere o attaccare. Non dimentichiamo che una lobby gigantesca che ultimamente alza la voce parlando di corporativismi e privilegi ha un nome noto a tutti: CONFINDUSTRIA
Leonardo non mollare…anche se hai ragione…sembrano tutti contro di Noi, e ci fan passare la voglia! Ti capisco, ma ci sono anche molte soddisfazioni, tipo molti complimenti da parte dei clienti ABITUALI dei Taxi, che ci reputano comunque un servizio insostituibile e impeccabile, tra i primi in europa. e poi, tu sapresti cos’altro fare? Io no…non più. Non ti curar di loro, ma passa (prendi la corsa) e vai (magari a MXP!). Non ci mollare, sei grande, anche se non ti conosco di persona….hai creato (con Marco grande anche lui) questo “posteggio virtuale” 24h per confrontarci tra noi, visto che ai “posteggi reali” si strilla e straparla ma poi si sparisce…Non mollare, non ora.
Sto chiamando l’ambulanza dal ridere. Comunque hai ragione: come c…han fatto i giornalisti e i legislatori a equiparare sopratutto economicamente quel BRANCO di STRACCIONI a notai e farmacisti….spero di non morire dal ridere, sei un mito!!!! Ma cosa fai incappucciato? questo mi fa ridere un pò meno, ma ti ringrazio per il tuo incredibilmente simpatico seppur veritiero commento.
io ho commentato un po’
http://www.focus.it/dal-mondo/economia/tassisti-notai-e-farmacisti-pro-e-contro-della-liberalizzazione/liberalizzare-la-professione-del-farmacista_PC12.aspx
Mi verrebbe da dire: “NO COMMENT”, ma come si fa? Vanno a vedere tutti il valore della licenza come liquidazione quando si smette, dicono che perderà il valore, ovvio con la liberalizzazione. Ma questo “giornalista” perchè non scrive anche che il lavoro mancherà? Che saremo tutti ridotti alla fame?
Credo che molti colleghi per capire bene come stanno le cosa dovrebbero ragionare da non tassisti, ho amici carissimi a cui la liberalizzazione sembra una cosa giusta figuriamoci gli altri. Se io non fossi tassista vorrei solo piu taxi in giro, cosi cone sono contento se per trovare un panificio devo fare 10 metri invece di 100. Inutile cercare una solidarieta’ da chichessia, siamo considerati pochi,antipatici, arroganti, spesso disonesti e sopratutto bugiardi, no puoi dire che arrivi a malapena a fine mese e poi andare in giro con Mercedes R o G
Leonardo oltre al 98% tassisti, altri leggono, ALTRI conoscono a fondo la natura della ns attività, se così non fosse saremmo liberalizz. da tempo. Non direi un Don Chisciotte, bensì David contro Golia (2 con Marco), è più appropriato. Il vs stoicismo viene in parte (per quel che possono) ripagato dai colleghi con l’adesione al vs lavoro e sacrificio, come dai qui pres. post di EdBologna, ziofabri, Khoolaas (complimenti per aver notato l’improprio accostamento con categorie altolocate), Paolo, sierra 15, espomax (ha risposto al giornaliao), Giuseppe FI 97, Majin. Lo sconforto non è virtù dei forti, anch’io come te, nella (qui) piccola realtà, spesso vorrei mandare tutto e tutti al diavolo, ma la coscienza mi spinge a continuare a divulgare verità e chiarezza, con enormi difficoltà, agli ignari colleghi tassisti e pur essendo distanti dalla meta e non vedendo l’orizzonte della verità (parlo di tutela dell’attività tassista) e pur perdendo tante battaglie (rispetto alle poche soddisfazioni) non mollo. Noi ci conosciamo per post (credo con reciproca stima) e ci diamo da fare per quel che possiamo (nè politica, nè sindacalismo), fino a che l’impegno diverrà insostenibile perchè contrasterà con la famiglia, il lavoro, la salute, ecc. (allora altri lo faranno). Vedi che non sei (siete) solo e ricorda che ALTRI sanno (molto più di me e di te/voi). Avanti con maggior volontà ed entusiasmo.
ziofabri » Di solito chi scrive contro le liberalizzazioni è la stampa di sinistra estrema (esempio) e Libero. Strano ma vero.
commentato anche qui’
http://www.focus.it/dal-mondo/economia/che-cosa-sono-le-liberalizzazioni-e-come-aiuterebbero-a-uscire-dalla-crisi-economica_C39.aspx
Non è strano se ci si ricorda che il tassista è un lavoratore che possiede il proprio mezzo di produzione. Caratteristica precapitalistica, che non prevede lo sfruttamento di salariati da parte di un capitale. Il capitale vuole renderci salariati sfruttati e, in questa fase storica, sottopagati. Ci vuole proletarizzare. Ora che un comunista sia dalla parte di chi lavora, contro il suo sfruttamento e il suo impoverimento mi pare naturale.
Si potrebbe parlare della socialdemocrazia, del suo ruolo progressista durante le fasi espansive dell’economia e del suo ruolo reazionario nelle fasi recessive. Oppure dello strapotere ideologico del liberismo negli ultimi 25-30 anni.
Riguardo alla rivista (dateve)Focus sarebbe bene che si ricordassero che la scienza economica non è una scienza nel senso classico, come la fisica o la chimica. Non è capace di prevedere una ceppa, perciò farebbero bene a parlare di neutrini e tunnel e non di questioni sociali. Di ciò di cui non si sa cosa dire è bene tacere.
Leonardo, il blog è la cosa più decente che ho trovato nel mondo taxi e l’unico che fa controinformazione, cioè quello che serve, quindi su con la vita. Gli apprendisti commercialisti che il taxi lo vedono ormai solo in cartolina, i furbi che vivono di noi e su di noi, lasciamoli dove sono, satolli ma frastornati dalle loro abbuffate. Sul blog c’è la vita, c’è intelligenza. Bravi a crearlo e mantenerlo. Grazie Sierra. Ma insisto nella mia domanda, anche al taciturno Marco, il business taxi vale così tanto da giustificare questo stillicidio di veleno quotidiano? O siamo solo i più deboli su cui è facile sparare perchè tanto non rispondono? Serve un capro espiatorio docile su cui convogliare la rabbia dei lettori? Ottimo marztix ma chi ti capisce? E sopratutto come facciamo a spiegare alla cosidetta opinione pubblica che NOI NON C’ENTRIAMO CON LE LIBERALIZZAZIONI?
Khoolaas » Taciturno Marco? Oh perbacco questa è bella. Vabbè, allora parliamo, anzi scriviamo una bella parabola.
Il business taxi vale una montagna di soldini. Questa montagna di soldini tu non la vedi ma lei ti vede e dice ai suoi padroncini che è stufa di finire in 20/30.000 (quanti siamo in Italia?) rigagnoli e vuole incanalarsi in 4 o 5 fiumi (alla faccia dei vari Catricalà e Rienzi) per portare vita ai mulini asfittici di Industria moribonda, Commercio traballante, Banchieri in bancarotta e Associazioni di stampo mafioso con la bava alla bocca per l’idea di un possibile monumentale riciclo di denaro sporco.
I loro servi e lacché trovano mille e uno modi per spiegare all’opinione pubblica (gli attori di questa ignobile pantomima li conosciamo bene) il perché l’economia troverebbe la sua dimensione paradisiaca con la liberalizzazione dei taxi.
La verità, e noi lo sappiamo perché seguiamo da anni con apprensione e sgomento questa farsa, è che faremmo la seguente fine:
“In Danimarca hai bisogno di una licenza di guida speciale per guidare un taxi. devi anche andare a scuola per 2 settimane per una licenza taxi.
Dopo devi andare presso il consiglio/taxi di zona e sottoporti ad un test di conoscenza… della città.
In Danimarca i taxi sono controllati dal pubblico. Il consiglio cittadino determina quante licenze servono in ogni città. Tu puoi chiedere al Consiglio una licenza taxi. Dopo devi dare una cauzione di 6.700 euro e fare le 2 settimane di corso entro 6 mesi.
Quando hai ottenuto una licenza, per legge sei obbligato ad aderire ad una Compagnia autorizzata, io sono nella “4×48″ e mi costa circa 1000 euro al mese. La compagnia provvede al tassametro, radio, amministrare il credito e fornire clienti.
Quando una persona ha bisogno del taxi chiama la compagnia che manda la chiamata al primo taxi libero nella zona. Tutta la città è divisa per zone. Quando entri in una zona il gps automaticamente ti assegna un numero di attesa per la corsa. Ogni volta che uno prende una corsa tu scali di posto. Se non ci sono taxi liberi nella zona mentre il cliente chiama , il gps guarda qual’è il taxi libero più vicino, e ti da la corsa anche se non sei il primo delle lista ma sei il taxi più vicino.
Non ti dicono che corsa è. Tu puoi rispondere si o no.
Se accetti devi fare il lavoro senza ritardi.Se non lo fai ti fanno una multa di i 70 euro.
Se lo fai spesso la compagnia ti fa rapporto al consiglio cittadino e questo non è bene…
Puoi caricare gente in giro o nei posteggi taxi in giro nella città.
Guadagni di più con una corsa del radio-taxi che per strada.
C’è una diversa tariffa: di giorno e di notte. 6-16 è la tariffa diurna e 16-6 la notturna (più alta). Puoi guadagnare di più in vacanza, sabato e domenica. Il meglio è dal venerdì al sabato dalle 23 alle 6.
Qui ci sono 2 modi per avere un taxi. Puoi comprare o affittare il taxi scegli cosa è meglio per te. E’ possibile avere più di un taxi. Quello che ne ha di più a Copenaghen ne ha 25. Io ne ho solo una questo è sufficiente per me.
La licenza è personale non puoi venderla o darla via. Se ti fermi ritorna la consiglio che la da ad un altra persona qualificata.
In genere c’è un taxi per ogni 1000 abitanti. Ogni anno il consiglio valuta il numero dei taxi. il consiglio fissa le tariffe ed ogni taxi ha la stessa tariffa nel tassametro. Ogni anno viene stabilita la tariffa.”
Quindi, dopo gli articoli sull’Irlanda con i suicidi per le liberalizzazioni, gli articoli sui tassisti greci disperati e in sciopero da mesi (e aggiungiamo anche il tassista greco in sciopero della fame ad oltranza), gli articoli sulla diperazione dei colleghi romani che sono alle prese con una crisi spaventosa e con l’invasione di 7/8/9.000 NCC di TUTTA Italia che gli portano via il lavoro, le crisi di città come Torino, Genova (le altre sono tutte documentate su taxistory), che cosa pretende questa gente, il nostro sangue? Può darsi.
Allora dobbiamo puntare su alcune questioni. Magari buttando giù un manifesto antiliberalizzazione taxi. Per esempio:
Qualità del servizio: migliorerà o peggiorerà con autisti sottopagati e auto 24/24 in strada?
Cortesia: saranno più gentili gli autisti a 800€ al mese e con contratto a termine?
Onestà: tenderanno i suddetti ad arrotondare lo stipendio facendo i furbi con le tariffe?
Sicurezza: le grandi compagnie rispetteranno gli obblighi di legge sulla manutenzione? (vedi bustarelle)
Padronanza delle lingue: l’autista straniero che prenderà il posto dei tassisti, riuscirà a comunicare con i clienti? Saprà dove andare?
Costo del servizio: costerà meno prendere il taxi oppure le grandi compagnie otterranno l’adeguamento istat automaticamente?
Servizio pubblico: quando le compagnie affermeranno che non ce la fanno ad andare avanti e che per non licenziare ci vogliono finanziamenti dagli enti locali, i cittadini che non prendono il taxi sono disposti a pagarlo lo stesso con le tasse?
Liberalizzazioni in genere: dove hanno funzionato veramente con risparmio per l’utente e miglioramento del servizio?
Di sicuro ho dimenticato qualcosa. Ma è certo che quando converso coi clienti di queste cose il 99,9% delle volte sono daccordo con noi.
marztix » I clienti sono d’accordo con te perché sono in una posizione scomoda, temono la tua reazione. Quando scendono ti mandano affanc… mentalmente. Non l’avevi ancora capito?
La mi’ mamma me lo dice sempre che sono un testone!
Allora rivolgiamoci al Vaticano, che prossimamente la politica economica sarà decisa lì.
Ha ragione marztix : prepariamo un manifesto non anti ma sulle liberalizzazioni, gruppo di lavoro?, e costringiamo i commercialisti/sindacalisti/presidenti e vicepresidenti dei radiotaxi a pubblicarlo a LORO ( cioè nostre) SPESE sui principali quotidiani nazionali. Se i giornali lo rifiutano, facciamo casino sul loro rifiuto, in ogni caso usciamo dal silenzio. Noi dobbiamo qualificarci come ONESTI LAVORATORI CHE NON CHIEDONO NULLA ALLO STATO E FORNISCONO UN OTTIMO SERVIZIO PUBBLICO PERCHE’ SOGGETTI PRIVATI E NON MULTINAZIONALI PREDONI. DOBBIAMO CIOE’ PORCI COME ESEMPIO VIVENTE DI LIBERALIZZAZIONI POSITIVE ESISTENTI, ALTRO CHE NOTAI E FARMACISTI. Questa è l’idea amici ditemi cosa ne pensate:
Marco » Verissimo! Recentemente un passeggero preso di pomeriggio che tornava al posteggio Famagosta, mi raccontava che la mattina era salito su un taxi con un collega alla guida che era incazzato con il traffico, la gente e il mondo intero, e imprecavava di tutto su tutto, lamentandosi di tutto (probabilmente al post. Famagosta aveva fatto le radici..). E’ ovvio che che il signore in questione non abbia ribadito nemmeno con una vocale: essere lasciati a piedi è un rischio che non si poteva correre. Però con me, autista dall’ apparenza equilibrata, il signore – seppure educatamente – non si è risparmiato nei dettagli.
Mi rifiuto di credere che esistano colleghi che si credono veramente indispensabili o insostituibili in questo lavoro, qualunque immigrato parla le lingue straniere meglio di noi, e’ piu’ istruito e probabilmente piu’ gentile di noi. Questo blog non rappresenta certo la maggioranza dei tassisti italiani…..
nota del moderatore: stiamo cancellando e ridimensionando i commenti che potrebbero suscitare reazioni e polemice, quindi ho ridimensionato il tuo togliendo l’ultima parte.
Questo vale per tutti: ultimamente il blog è scaduto di qualità e sono piovuti commenti sgradevoli e proteste da chi è stato tirato in causa, quindi cerchiamo tutti di essere più accomodanti, non offensivi e tolleranti nei confronti di tutti. Mi spiace, ma l’intesa con Leonardo e altri collaboratori del blog (non appaiono in evidenza i loro nomi ma ci sono) è quella di abbassare i toni.
Commenti non pertinenti e troppo vivaci verranno cestinati senza pietà.
vorrei esprimere il mio punto di vista,la storia della liberizzazione nasce da molto lontano e cioe’da un Convegno fatto a Bologna e organizzato da una delle conferderazioni di cooperative(precisero’il nome’)e il suo presidente nella relazione introduttiva sostenne la necessita’di unire il servizio taxi ai noleggi in progetti comuni.Presumo che Bersani raccolse l’invito e emano’il decreto che solo la nostra (di base)reazione venne modificato.Tutto il resto è storia il giornalista Giavazzi in nome della concorrenza predico’la liberizzazione del servizio e la sua deregolamentazione in nome della concorrenza .Fece di piu’confortato dall’architetto Ponti consulente delle massime istituzioni statali e regionali,a cui dobbiamo i radiobus,riusci’ a convincere la destra della bonta’ di un progetto della sinistra.
Potremo mai leggere un articolo/studio -italiano- sulla regolamentazione del servizio taxi che sia ONESTO come questo
http://www.schallerconsult.com/taxi/keys.htm
?
Tutto ciò che si trova in rete in italiano sui taxi (e non provenga da taxisti, sindacati ecc) tira sempre le solite conclusioni.