Come mai Super Mario Monti, l’ex granitico commissario europeo alla Concorrenza, l’uomo che non cedette di un passo di fronte a multinazionali americane protette dalla Casa Bianca, con un fatturato pari al Pil dell’Olanda, ha dovuto arretrare di fronte alla categoria dei tassisti? Il suo Governo infatti non è riuscito a liberalizzare le licenze, come del resto non riuscirono i suoi predecessori Berlusconi e Prodi. Ce l’ha fatta con le farmacie, con una mossa che ha scatenato il finimondo ma che abbasserà i prezzi dei farmaci del 30 per cento. Ha abolito le pensioni di anzianità, tenendo botta non tanto alle allegre comari della Lega in Parlamento, ma a tutte e tre le potentissime confederazioni sindacali cui fanno capo più di dieci milioni di iscritti. Ha imposto una tassa sulla casa a tutti gli italiani, o quasi. Ha decretato con polso fermo accise sulla benzina tali da rendere un litro di benzina equivalente a una bottiglia di Barolo. Ma coi tassisti no, niente da fare, restano quanti sono, con le loro licenze, non una di più. Il decreto è scivolato come pioggia sul parabrezza. Come nella tamurriata i governi contro i tassisti fanno un passo avanti e uno immediatamente indietro.
Su questa piccola potente categoria va fatta un premessa importante. Trattasi di lavoratori seri, che fanno un mestiere usurante, anche se non è riconosciuto. Eroi metropolitani che ogni giorno si cimentano con il traffico impossibile delle città. Gente che a costo di sacrifici spesso si è indebitata per ottenere licenze che valgono la fatica di una vita, e che costituiscono una liquidazione quando vanno in pensione. Operai del volante che si trascinano dietro malattie professionali di ogni genere (patologie della spalla, del collo e della schiena, guai cardiovascolari, emicranie e cefalee). Per non parlare dello stress cui vengono sottoposti e alla violenza di cui sono potenziale oggetto (come non ricordare il martirio del tassista ucciso perché aveva investito suo malgrado un cane sfuggito al guinzaglio?). Onore e rispetto dunque, per un nobile mestiere.
Il punto è un altro. Tralasciamo pure le diatribe sulla qualità del servizio (quelli italiani sembrano essere tra gli ultimi d’Europa). Ma non si capisce perché, di fronte ai tanti sacrifici cui sono stati sottoposti quasi tutte le categorie degli italiani, i tassisti debbano essere esentati. La liberalizzazione delle licenze non significherebbe perdere il lavoro, ma rinunciare a posizioni di privilegio, alla perdita di una percentuale del loro fatturato che potrebbero riconquistare con qualche corsa in più. A nessuno piace compromettere il proprio business e il proprio reddito. Ma non è piaciuto nemmeno agli statali vedersi congelato lo stipendio per tre anni (il che significa che l’inflazione glielo mangerà per una percentuale che andrà dal dieci al venti per cento). E non è piaciuto a un infermiere che stava per andare in pensione doversi dedicare alla sala operatoria alla cura di un reparto per altri anni. Non è cosa gradita per un pensionato che guadagna come e meno di un tassista dover rinunciare all’indicizzazione della sua pensione (mentre il tassista può sempre ricaricare l’aumento).
La liberalizzazione delle licenze (o almeno una loro maggiore estensione, tenendo conto di vincoli e protezioni, magari arrivando a una mediazione "creativa", perché nessuno vuole ridurre sul lastrico o proletarizzare la categoria) porterebbe indubbi vantaggi per la collettività. Per i clienti innanzitutto: le comparazioni internazionali dimostrano che i taxi sono pochi e le tariffe sono ancora alte rispetto alla media europea, in rapporto al costo della vita. A New York con cinque dollari ti giri tutta Manhattan e ci sono più taxi che auto. E in Italia? Lo scrittore Luciano De Crescenzo diceva che a Napoli si poteva prendere un taxi solo per andare in ospedale, ma attenzione: solamente in caso di fratture ad arti inferiori (per fratture ad arti superiori invece c’era il bus). La situazione non è molto diversa nel resto del Paese. Si dice che il prestito per le banche è come un ombrello che ti mettono a disposizione quando fa bello e ti tolgono quando piove. Spesso per il taxi è la stessa cosa. Provate a cercare un taxi in una giornata piovosa a Milano, magari durante un appuntamento fieristico o nel periodo natalizio.
Più licenze inoltre significa più posti di lavoro. In un’Italia con un giovane su tre disoccupato, anche i tassisti devono fare la propria parte e mollare spazi e privilegi. Resta da chiarire il perché di un tale potere. Per certi aspetti è un mistero. La categoria dei tassisti ha certo il potere di interdizione del traffico, ma no può bastare. Forse i politici temono i tassisti perché i taxi sono delle piccole centrali di propaganda: tengono il cliente per dieci minuti e possono intrattenerlo con qualsiasi argomento, portando in giro non solo persone ma anche idee, opinioni politiche, a volte leggende metropolitane, temutissime dagli amministratori. Sono dei veri e propri terminali sociali. Possono riflettere, senza generalizzare, la pancia del Paese. Il candidato sindaco Pisapia capì che a Milano il vento era cambiato e che ce l’avrebbe fatta a battere la Moratti proprio dalle mutate opinioni dei tassisti. Veltroni cercava di non accarezzarli mai contropelo. Alemanno idem. Monti promete di ritornare all’attacco a gennaio, extramanovra. Vedremo come andrà a finire. Uno come Super Mario, l’uomo che sta facendo una corsa contro il tempo per salvare l’Italia, non dovrebbe fermarsi di fronte a un tassametro.
fonte: famigliacristiana.it 18/12/2011
…chissà se famiglia cristiana rinuncerebbe volentieri alle sovvenzioni pubbliche che le permettono di rimanere ancora in vita…di fatto anche quello é un prilegio….
E bravi i nostri amici pretoni, prima fanno venire in Italia tutti i disgraziati con la scusa che sono i “fratelli bisognosi” e adesso ci vogliono scippare il lavoro per darglielo a loro!
Questa non è più una Nazione, è la Repubblica delle Banane e ce le vogliono infilare nel ****!
Mi sembra di avere a che fare con un celebroleso..ovviamente l’autore dell’articolo non lo e’ ma dice delle cose che persino un bambino di 5 anni capirebbe che sono assurde…
un tra tutte:
offire lavoro ai giovani dato che 1 su 3 e’ disoccupato.
Signor autore dell’articolo:
Il giovane disoccupato crede che abbia i soldi per comprare un’auto decente da adibire al servizio taxi che probabilmente non riuscirebbe nemmeno a ripagare se lo fa come lavoro di ripiego?
Crede che un ragazzo con pochi anni di esperienza di guida possa avere la responsabilita di portare delle persone in mezzo a grosse città o abbia la scaltrezza di capire se sta caricando un furfante o meno?
Non crede invece che andrà a infoltire lo speculatore di turno che per 4 soldi a corsa gli farà correre rischi assurdi?
Risponda pure di si ma aggiunga 1 su 1000 e non 1 su 3.
Ma da quando famiglia cristiana è pro Confindustria e contro le famiglie (in questo caso quelle dei tassisti)? Senza parole.
A mio avviso i taxi non possono essere liberalizzati perché chi ha investito i sacrifici di una vita in una licenza verrebbe derubato del valore della stessa. Se risulta che in una città il lnumero dei taxi deve essere aumentato, le nuove licenze dovrebbero essere negoziate attraverso un asta con un prezzo di partenza di poco inferiore a quello commerciale che l’agenzia delle entrate oramai ben conosce. Questo è quello che avviene ad esempio a New York dove le licenze che loro chiamano medallion sono vendute in questo modo anche oltre i 400.000 dollari. In questo modo inoltre le nuove licenze non verrebbero vinte attraverso finti concorsi dagli amici dei politici.
E quindi, se ho ben capito noi non facciamo parte di questo piano di realtà, veniamo da un mondo felice in cui non ci chiedono di andare in oensione a 67 anni, in cui non pagheremo l’imu sulla prima casa, in cui l’aumento di pressione fiscale,gasolio,addizionali non ci riguarderà,quindi siamo tenuti per contrappasso a dimezzare il nostro redddito per aiutare i disoccupati,che poi magari non sono anche i nostri figli noooo,certo noi privilegiati di Taxiland tutto questo non lo viviamo già come un sacrificio….
Propongo una colletta per i poveri clerici ed i loro amici di confindustria, visto che non se la prendono con i veri colpevoli della disoccupazione che per 10 anni hanno delocalizzato all’estero perchè gli operai possono pagarli un pugno di riso,oppure costruito alberghi con una cappella grande come uno sgabuzzino ma che gli consente di accatastarli come luoghi di culto….loro si, veri poveri vittime della crisi….
Colleghi lancio un acvorato appello!
Una colletta per queste povere vittime….
Tante persone non sanno forse che se per gli stipendiati gli è stato congelato lo stipendio per i prossimi tre anni,a noi le tariffe sono ferme dall’ormai ben lontano marzo 2007.
Non sanno neanche che forse a NEW YORK i prezzi dei carburanti e delle assicurazioni non sono così alti(dovuti anche alle precedenti liberalizzazioni)come da noi.
Non conoscono neanche i nostri sacrifici che siamo costretti giorno per giorno a sostenere per cercare di andare avanti e non annegare in questo mare di letame che la nostra politica ci stà facendo ingoiare.
Zio taxi la Repubblica delle banane lo era già prima, da tempo memorabile, ora si e’ di fatto trasformata in Ditta.ura sempre delle banane. Nell’articolo in questione dopo l’introduzione, evidentemente sarcastica,il giornalista scrive il primo paragrafo riportando il vero, in seguito deve aver aperto la porta del suo ufficio il suo datore di lavoro …! Comunque sia se la situazione evolverà a nostro favore (perché voglio ancora credere che una giustizia alla fine avrà il sopravvento) tutto il fango(eufemismo) che ci e’ stato scagliato contro dovrà tornare al mittente, lo ripeto io sono disposto a pagare per questo fine, questione di orgoglio personale e di categoria !
OL S0A QBXB MANOVRA: CORSARO, SU LIBERALIZZAZIONI GOVERNO CONFUSO NON SI RIMETTANO IN DISCUSSIONE LE SCELTE DEL PARLAMENTO (ANSA) – ROMA, 19 DIC – «Marcegaglia e Passera mostrano una preoccupante confusione sul significato delle liberalizzazioni: aspettiamo con ansia che il governo ci presenti un piano di aperture al mercato dei servizi pubblici, dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e di quanto può davvero rappresentare un incentivo allo sviluppo. Ci troveranno al loro fianco per la pronta realizzazione di progetti che sono stati sospesi anche per la volontà di quanti oggi si scoprono liberisti, ma hanno dimenticato di esserlo in occasione del recente referendum sull’acqua». Così Massimo Corsaro, vice presidente vicario dei Deputati PDL, commenta le affermazioni del Presidente di Confindustria e del Ministro per lo Sviluppo. «Ma se vogliono essere presi sul serio – prosegue Corsaro – la smettano di provare a far credere agli italiani che lo smembramento di professionisti e tassisti sia ciò di cui necessita l’economia nazionale. Lungi dal rappresentare un’opportunità di crescita, si tratterebbe solo di provvedimenti che spostano quote di mercato da chi rischia del proprio ai grandi gruppi aziendali, commerciali ed industriali senza alcun valore aggiunto in termini di produttività e di posti di lavoro. In particolare, nel settore delle farmacie, l’apertura indiscriminata della vendita di farmaci con ricetta in strutture commerciali rappresenterebbe un’anomalia mondiale, e porterebbe un calo nell’attenzione verso la tutela della salute dei cittadini». «Da ultimo – conclude il vice presidente del Popolo della Libertà alla Camera – sul tema la Camera si è appena pronunciata, ed il segretario del PDL Alfano, nella dichiarazione di voto sulla manovra, ha chiaramente espresso il punto di vista di quello che – piaccia o non piaccia – rimane il partito di maggioranza relativa a sostegno del governo. Rimettere in discussione le scelte del Parlamento non suonerebbe a garanzia della credibilità dell’esecutivo e della sua volontà di durare nel tempo». (ANSA). DEL 19-DIC-11 16:35 NNN
FINE DISPACCIO
Scusate, come la mettiamo con quelli di Bologna , che L’hanno comperata dal comune poco tempo fa a TITOLO ONEROSO????
Il problema nostro non e’ solo quello delle liberalizzazioni,il nostro e’ un sistema vecchio che andava bene 30 anni fa quando non c’era concorrenza e c’ erano molti più soldi!perché’ non stipulare delle convenzioni particolari con dei concessionari magari su marchi italiani dove ogni tassista può acquistare l’ auto a prezzi piùaccessibili e la stessa cosa per le assicurazioni così da riuscire ad abbattere in parte i costi!anche se dovessimo uscire positivamente dalle liberalizzazioni il lavoro non cambierebbe
E’ facile passare dai dogmi religiosi ai dogmi economici. Solo che se i dogmi religiosi sfuggono alla dimostrazione se siano o meno veridici, i dogmi economici sono facilmente falsificabili guardando a situazioni socio-economicamente simili. I cattolicissimi di Famiglia C. lo sanno cosa sta avvenendo nella cattolica Irlanda? Oppure essere servi del capitale è più remunerativo di essere solidali con chi è portato al suicidio?
Un barbone diceva nell’800: la critica della religione è preliminare a ogni altro tipo di critica. Voleva appunto dire che parlando dei fenomeni sociali non si deve mai usare un approccio dogmatico. Se il sentimento religioso rinuncia al dogmatismo allora segue veramente gli insegnamenti cristiani.
Allora e chiaro che l ‘articolo e di parte e scritto da altri non diamo adito ai giornalisti boicottiamoli non li acquistiamo piu consigliamo ai nostri clienti altro vogliono la ***** e ***** sia!!!!!!!!!!!
Premettendo che sono assolutamente contro le liberalizzazioni proprio perchè arriverebbero cani e porci.
Inoltre per me il taxista non sarebbe un lavoro di ripiego ma un lavoro dei sogni.
Detto questo, presente: 21enne disoccupato, “solo” 80mila km circa alle spalle in poco più di 3 anni, i soldi per prendere una macchina si trovano, un prestito da 10mila € è ottenibile con pochi problemi, tanto più per iniziare un’attività. Ho girovagato per milano e per torino parlando di grosse città, ma rimane il fatto che esistono anche i piccoli/medi centri e che esiste una cosa: ci si fa l’abitudine anche alle grandi città. Responsabilità? E perchè, un 30enne che magari usava la macchina solo nei week and prima di fare il fare il taxista, è meglio di un ventenne? Gli idioti a 20 anni lo saranno a 30, 50 ed anche ad 80. La legge permette di fare il cap “già” a 21 anni, un motivo ci sarà. La scaltrezza? Perchè tu appena hai iniziato la avevi? Ricordo il servizio del taxista rapinato; non era un ventenne, ma teneva tranquillamente il cellulare a portata di ladro. Io, ventenne, avrei come minimo un briciolo di scaltrezza in più
Infine: tu davvero ritieni che i disoccupati giovani siano 1 su 1000?! Allora io ritengo che tu ti porti a casa 4mila €, netti, al mese ; )
Perchè non gli scrivete invece di parlare fra noi?
Dovreste sapere chi c’è dietro Famiglia Cristiana. C’è quel politico brizzolato che ha il suocero che vince tutti gli appalti. Dai, è facile. Quello che promette sempre di mettere le famiglie al primo posto e promette case per tutti. Cemento per tutti, meglio se a cementificare è il suocero. Comincia per C….I e finisce per I. Chi indovina per primo vince un appalto!!!
Wow, visto che costa cosi’ poco andiamo tutti a new York, sperando di non capitare su un taxi guidato da un epilettico…..buon viaggio sig. Giornalista.
io a new york ci sono stato nel 2007 e per puro caso ho fatto una foto alla porta di un taxi dove vengono evidenziate le tariffe che hano loro ( probabilmente ora sono aggiornate e maggiorate ) ma se chi ha scritto nell articolo che con 5 dollari giri mezza citta’ , avesse il coraggio di contattarmi potrei mandargli la foto delle tariffe !!! chissa’ perche’ poi si deve sempre e solo parlare degli altri stati ??? e solo di tariffe ??? senza mai vedere il perche’ eventualmente sono piu’ basse ??? certo che se anche noi in italia avessimo le agevolazioni che altri stati riconoscono ai tassisti , forse e dico forse , con meno tasse soprattutto sulle accise carburanti , anche noi potremmo abbassare le tariffe !!!
Il fatto che la Chiesa non paghi l’ici non costituisce un privilegio? E ogni volta che si parla di fargliela pagare alza le barricate. Inoltre non mi risulta che preti, vescovi e cardinali vari abbiano sulle spalle la responsabilità di una famiglia, quindi a che titolo pretendono di sindacare sulla pelle di chi col proprio lavoro riesce a stento a mantenere la propria? E da quando è così progressista e modernista? Forse ricordo male, ma a bruciare sui roghi coloro che la pensavano in maniera diversa non erano di sicuro i taxisti…
Meno male che sono cristiani e dovrebbero stare dalla parte dei più deboli,probabilmente si sono dimenticati le invettive di Giovanni Paolo II contro il capitalismo e il suo sistema di sfruttamento delle persone
Anche a Verona licenze comperate a 60000 euro dal comune
Forse contro di noi il “professore” che ha sconfitto i grandi e potenti ha perso e perderà di nuovo semplicemente perché abbiamo ragione! E lui sa di essere in malafede, vuole solo stendere un tappeto rosso verso il nostro settore agli amici suoi industriali! Ma l’abbiamo sgamato! Altro che tutela del consumatore…..****************************************************************************************************************************************************
Io gli ho già risposto, ragazzi sotto a chi tocca, facciamoci avanti e facciamo suonare anche l’ altra campana: la nostra!!
Prendiamo esempio dalle “nostre donne” di taxi in famiglia che hanno scritto finanche a Monti, scriviamo anche noi e difendiamoci come non abbiamo mai fatto!
Ciao!
disoccupazione:
purtroppo in caso di liberalizzazioni il tuo posto sarebbe pagato per pochi soldi da un extracomunitario(nulla contro di loro ben inteso) o da qualche sbandato in quanto questo lavoro non sarebbe piu’ remunerativo se devi ammortizzare anche il costo dell’auto e i prepotenti diventerebbero i padroni delle zone migliori.
1 su 1000 intendo i giovani che in questo settore entrerebbero se venisse liberalizzato in quanto verrebbe occupato da grosse aziende che cercano persone da sottopagare per massimizzare i profitti.
Responsabilità:
se metti di tasca tua ******* euro di licenza la responsabilità la trovi ma se per questo lavoro non ci devi mettere un soldo di tasca tua o lavori per qualche azienda del settore diventi decisamente piu’ menefreghista….in caso di liberalizzazione non e’ che se fai qualche sciocchezza rischi di perdere la licenza al massimo vai a lavorare all’esselunga tanto per quello che ti darebbero al mese.
Concordo che l’età non e’ per forza la discriminante maggiore ma i giovani tendono a essere percentualmente piu’ istintivi delle persone piu’ grandi.
Se vuoi fare un’esperienza di mercato liberalizzato e fallito basta che spendi 30 euro di volo per Amsrterdam e verifichi di persona.
(omissis)
Come ho già avuto occasione di dire giorni fa, la chiesa ha un concetto tutto personale della carità cristiana.
Ragazzi basta coi preti sintonizzatevi su ballarò RAI 3che arriva il bello sdtanno parlando di noi : LIBERALIZZAZIONI SVRGLIA
Leonardo, Marco entrate nel sito di ballarò e guardate il servizio avvocati e tassisti. In trasmissione invece ci linciano nell’ordine, la professoressa Saraceno, il sottosegretario allo sviluppo economico on. De Vincenti, ovviamente Floris, il capo economista OCSE Padoan in senso lato le liberalizzazioni. Ci difendono la Gelmini e Belpietro. Dice la Saraceno ridendo se dite fuori dall’Italia che abbiamo la lobby dei tassisti non ci credono…. e infatti. Una cosa seria è che il sottosegretario dice che ci penserà l’Authority dei trasporti. Ragazzi postate, postate, postate
Khoolaas » Mi viene da risponderti con uno slogan tanto in voga una settantina di anni fa, ma mi trattengo.
Scrivete a Ballarò. Floris ha chiuso con un sondaggio in cui si deduce che gli italiani sono d’accordo con la lotta ai poteri forti in Itlaia cioè le lobby – noi e i farmacisti. Manco nel ventennio. Entrate nel sito e ditegli, vi prego che cosa ne pensate, e postate il ” dibattito” in studio, please
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Ok, allora ti ho abbastanza frainteso io ; )
No no, so perfettamente che liberalizzare rovinerebbe voi, anzi, probabilmente noi, e ci smenerebbero anche i clienti stessi (oddio, a dire il vero i menefreghisti si trovano già ora, ma senz’altro con le liberalizzazioni da una minoranza i menefreghisti si moltiplicherebbero), gli esempi all’estero li ho già letti, senza dover per forza controllare di persona (dovrebbero farlo giornalisti e politici…). Riformulato il discorso come hai fatto ora, concordo praticamente appieno con te (magari, qualcuno che pur essendo sotto padrone cerca comunque di lavorare bene, ci sarebbe lo stesso, visto che se si trova un posto, bisogna tenerselo stretto pure se sottopagato).
p.s. per il fattore istintività, guarda, io nel traffico qualche suonata ed insulto di troppo, lo avrò anche fatto (in previsione del lavoro, sto impegnandomi con successo sull’autocontrollo di fronte agli strxxxi), ma noto molta più inciviltà e menefreghismo (nonchè voglia di attaccare brighe scendendo dalla macchina) dai 30-40enni che non dai ventenni.
questo vuole fare propio il saputello di turno mann capisce un c…….noi nn abbiamo spolpato lo stato come fanno i giornali con tuttti i contributi che prendono e mettono in tasca… ci arrampichiamo da soli sugli specchi e nn campiamo sulle spalle di nessuno… siete voi le grosse aziende di tutti i generi che avete mandato al fondo l’italia minacciando il governo di chiudere bottega come la magiorparte delle aziende che gia con i soli costi come girnali biglietti aerei coprite abbondantemente le spese … e poi appena 1 anno vi va male minacciate di chiudere prendedovi i contributi statali milioni di euro notri siete voi il peso per la societa… nn vi darei un soldo …. adesso l’america e finita e cercano di risolvere con la povera gente… i giornali sono a 1 euro ma li si e no ci mettete 5 centesimi fra contributi e carta …. a scusate il petrolio e aumentato ci fate la carta …..
La Saraceno non ha capito che all’ estero non ci credono che abbiamo la lobby dei taxisti per il semplice fatto che non capiscono perche’ ca..o ( qui ci vuole ndr.) la chiamiamo lobby, in una lobby non entri se non vogliono gli altri, non puoi fare il notsio anche se paghi milioni di euro, quella e’ una lobby. Altrimenti abbiamo anche la lobby dei giocatori di golf, dei baristi, dei pedofili e, per indicare il grado piu basso del genere umano, degli interisti
@Padrino (speriamo che Crozza non legga il blog! 🙂 )
in aggiunta a ciò che ha scritto pax:
è vero ciò che scrivi: quando si comincia, giovani o meno giovani, si è tutti principianti.
Non c’è (purtroppo!) una vera “scuola per aspiranti taxisti”, una seria, intendo, con almeno qualche mesi di corsi, veri libri di testo, ecc
L’esperienza la si fa, la si è fatta tutti, giorno dopo giorno sulla strada, cliente dopo cliente.
Però bisogna sapere una cosa: la licenza, il suo costo, l’organizzazione del servizio così come è ora, fanno sì che il mestiere di taxista non sia un mestiere da “massì, ci provo, poi caso mai cambio!”, non è mestiere da “una botta e via”, insomma.
Anche perchè comprare una cosa oggi, pagarla un botto, rivenderla domani (o dopo un anno, due) e regalare buona parte di quel “botto” allo Stato, è un affare da poco, e non è piacevole per nessuno…
Tutto ciò fa sì che il “licenziato” si porti, cerchi di portarsi, il lavoro fino alla pensione (spesso pure oltre, troppo oltre), perchè il lavoro da’ libertà, perchè si crede di guadagnare il giusto, perchè, in definitiva, non è un lavoro da “ultima spiaggia”.
Per quanto scritto, il “taxista medio” che trovi in piazza ad oggi ha sulle spalle diversi anni di esperienza, è responsabilizzato dal valore della licenza, che ha pagato di tasca propria (e gli può comunque venire revocata) infine si sente, più o meno, giustamente remunerato per il servizio che offre alla Comunità, e sente di poter contribuire al Suo buon funzionamento.
In caso di deregolamentazione del servizio, invece, il “taxista medio” avrebbe molta meno esperienza, perchè diminuzione del reddito e mancata responsabilizzazione, renderebbero questo lavoro “da ultima spiaggia”, “lo faccio fino a che non trovo qualcosa di meglio”, “lo faccio per vedere se mi piace”, “lo faccio per amore del rischio”, “lo faccio perchè non ho nulla da fare, così mi passo il tempo”, “lo faccio perchè ho la pensione minima, così arrotondo”, “lo faccio perchè in Comune sto’ solo mezza giornata… così arrotondo”, ecc,
Il ricambio degli autisti, di conseguenza, sarebbe molto elevato, e l’esperienza media, invece che essere di 15/20 anni, sarebbe di qualche mese, con ricadute ovvie sulla qualità *media* del servizio offerto.
Io all’articolo di FC ho risposto, ma ancora non sono stato pubblicato… poi ci riprovo, intanto riporto qui:
Alcuni commenti al suo scritto, da parte di un tassista, procedendo con ordine:
– lei sostiene che la qualità del servizio taxi italiano sembri essere “tra le ultime in Europa”, ebbene presenta una parte limitata della realtà, dal momento che, come da studio ADAC (l’autorevole automobile club tedesco), la città di Milano, ad esempio, è giudicata 4a su 22 città europee in termini di qualità del servizio (e in 15a posizione in termini di tariffe):
http://www.aci.it/fileadmin/documenti/notizie/Comunicati/dossier_taxi_2011.pdf
– Lei sostiene di non capire perchè “di fronte ai tanti sacrifici cui sono stati sottoposti quasi tutte le categorie degli italiani, i tassisti debbano essere esentati”, ebbene io non credo che i tassisti siano stati esentati: anche i tassisti, in quanto lavoratori, vengono colpiti dalla riforma del sistema pensionistico (più versamenti e più anni di contributi necessari per ottenere il diritto alla pensione), vengono colpiti dalle maggiori tasse sulla casa e, soprattutto, vengono colpiti, molto più di altri, dal recente aumento dell’iva (che non “scaricano”) e delle accise sui carburanti.
– Ancora, lei sostiene che “La liberalizzazione delle licenze… significherebbe… la perdita di una percentuale del loro fatturato che potrebbero riconquistare con qualche corsa in più”, ebbene il taxista ha un turno di servizio, nella mia città, di 12 ore, per 300 giorni lavorativi/anno, la metà dei quali servono per recuperare i costi di gestione/produzione del servizio, secondo lei è giusto/sicuro che un lavoratore, per quanto autonomo, sia costretto a lavorare oltre questi limiti?
– Lei cita il disappunto degli statali, ai quali “non è piaciuto… vedersi congelato lo stipendio per tre anni (il che significa che l’inflazione glielo mangerà per una percentuale che andrà dal dieci al venti per cento)”, citazione assai fuori luogo, dal momento che “lo stipendio” dei tassisti è congelato, in alcune città italiane, da oltre 6 anni, a Roma da 4, a Bologna da 3 e lo rimarrà sicuramente fino ad almeno l’anno prossimo, con la differenza che, mentre gli statali si devono preoccupare “solo” dell’erosione del loro potere d’acquisto causata dall’inflazione, i lavoratori taxisti devono far fronte, con le tariffe bloccate, oltre che all’inflazione, anche ai costi di gestione in aumento, negli anni, di percentuali a 2 cifre… e quindi sono più che doppiamente colpiti.
– lei asserisce che “il tassista può sempre ricaricare l’aumento” ! Nientemeno! Infatti le tariffe, concordate coi Comuni e le associazioni dei consumatori, sono aggiornate, in media, ogni 3 anni (a fronte di costi, come i carburanti, che fluttuano al rialzo anche nel giro di 24 ore).
– Poi lei cita le “comparazioni internazionali”, che dimostrerebbero che “che i taxi sono pochi e le tariffe sono ancora alte rispetto alla media europea”, e io le chiedo: QUALI comparazioni internazionali??
Perchè quelle che ho visto io raccontano una realtà diversa.
– Infine, non poco demagogicamente, lei sostiene che “più licenze… significa più posti di lavoro”, e io le domando: ma posti di lavoro DI CHE QUALITA’ ?
Posti di lavoro precari e sottopagati, ovviamente, ma di quelli credo che ne siano già stati creati abbastanza, non è daccordo?
Un’ultima considerazione a proposito del presunto “potere” dei taxisti italiani: una categoria di lavoratori che non gode di nessuna protezione sociale (niente indennità malattia/maternità/ferie, niente CIG, niente mobilità, niente 626/104/ecc), che non costa NULLA allo Stato, perchè non sovvenzionata (come invece accade in Paesi con tariffe più basse), regolamentata come nella maggioranza dei Paesi europei e delle maggiori città statunitensi (licenze a numero chiuso e trasferibili a titolo oneroso), che però si trova a dover lavorare in ambienti urbani meno “curati” dal punto di vista puramente viabilistico (corsie preferenziali inesistenti o mal sorvegliate, nessun rispetto del CdS, quindi maggiori rischi nello svolgimento del servizio, controllo del territorio da parte delle FFOO insufficiente, ecc)… che potere dimostra di avere?
Quasi nessuno, direi!
Se non quello di avere, dalla sua parte, il potere dei fatti: chi governa il Paese e le Città, SA MOLTO BENE che il servizio offerto da questi lavoratori ha, in media, un rapporto qualità/prezzo ai primi posti in Europa, anche se i media asserviti agli interessi dei propri editori cercano di convicere la cittadinanza del contrario, e che ogni eventuale deregolamentazione potrebbe avere effetti deleteri su questo rapporto (diminuendo la qualità del servizio e/o facendo aumentare le tariffe), come nei fatti è avvenuto in tutte le precedenti esperienze internazionali:
è chiaro che ogni amministratore, Sindaco o Primo Ministro che sia, dovendo “metterci la faccia”, debba procedere con molta cautela, perchè la figuraccia (davanti ai cittadini, a cui si promettono risultati che non possono essere ottenuti con una liberalizzazione, come invece anche lei suggerisce), e conseguente perdita di credibilità, è dietro l’angolo!
Continuiamo a postare su FC, io l’ho fatto subito, appena avevo trovato il link su Taxistory.
Smettiamo di raccontarcela solo tra di noi: conosciamo tutti le leggi che ci regolano, i debiti che abbiamo e le difficoltà che incontriamo quotidianamente: diffondiamo il nostro verbo il più possibile!!!
In maniera civile e concisa se vogliamo che ci pubblichino sui forum…
@edbologna
ottimo grazie…
Certo che il giornalista della piu’ autorevole rivista cattolica italiana che scrive un articolo senza uno straccio di prova e non avendo nemmeno 30 euro(denari) per verificare la situazione del mercato libero di Amsterdam e’…e’…nemmeno il piu’ splatter dei film horror mi ha mai fatto tanto schifo rispetto alla marchetta che hanno commesso l’articolista e il direttore del giornale.
le prove mancano le piu’ elementari prove…..
Cari tassisti lo sapevate che a new york le licenze non sono libere?
Anzi sono il numero e’ rigidamente controllato a livello governativo(New York City Taxi and
Limousine Commission (TLC)).
http://www.nytwa.org/industry/unfare
Lo sapete perche’ i taxi costano tanto poco?
1)la benzina costa le metà che in Italia
2)non aggiornano le tariffe(dato 2003) dal 1996.
3)i tassisti di new york fanno il lavoro piu’ rischioso d’america
4)sono pagati talmente poco che non riescono a pagare mutuo e affitto di casa in molti casi
5)la meta’ dei tassisti paga la meta’ di quello che guadagna a coloro che gli affittano la licenza per guidare
ecco qual’e’ invece un tariffario facile di amsterdam siamo oltre i 2 euro a km.
http://www.iamsterdam.com/getasset.aspx?id=12030_livehttp://www.iamsterdam.com/getasset.aspx?id=12030_live
L’articolo di Famiglia Cristiana (perchè poi si definiscono cristiani coloro che vogliono rovinare intere famiglie resta un mistero) sembra tanto un copia e incolla di tanti articoletti scritti su quotidiani minori (o minorati?) da gente incompetente che si permette di sindacare su argomenti che non conosce affatto e di modi di dire sentiti chissà dove. D’altra parte questo è il Paese nel quale quando gioca la Nazionale di calcio diventiamo tutti commissari tecnici, quando si svolge un processo diventiamo tutti magistrati ecc. ecc. Comunque i primi effetti di questa campagna denigratoria iniziano a farsi sentire. Due pomeriggi fa’ una cliente che doveva spostarsi di un paio di km, premetto che vivo e lavoro a Torino che è una città formata da strade rettilinee e perpendicolari tra di loro e che l’unica strada possibile da percorrere era appunto andare dritti per due km, non era ancora salita in macchina che mi ha detto: “Faccia la strada più breve, perchè ho sentito che voi taxisti fate i furbi!” La poveretta non aveva nessuna colpa, probabilmente era la prima volta che saliva su un taxi, ma di questìopinione che ha di noi la gente, chi dobbiamo ringraziare? in primis i colleghi disonesti e, a seguire, i vari scribacchini e comici incapaci di far ridere prezzolati da chi vuole rubarci il lavoro per darlo alle varie C..P R…E e a C…………A che hanno bisogno di questa campagna denigratoria nei nostri confronti per mascherare i loro fallimenti.