9 commenti

  1. NON CI SIAMO PERCHE’ PER LORO SIAMO GIA’ TALI ……………………….. A BUON INTENDITOR …………….

  2. Incredibile ma vero!!!
    Che si siano ricreduti?
    Io gli avevo inviato degli articoli e studi che ci difendevano.

  3. Col cavolo che vi hanno dimenticati e’ solo che vi condirano marginali.

    cito:

    «Il programma del governo sulle liberalizzazioni è insufficiente: troppa enfasi sui tassisti ed eccessiva timidezza sugli altri settori». Ad esempio mercato del gas, trasporti ferroviari e servizi pubblici locali. Eppure aprirli alla concorrenza significherebbe crescere di un punto di Pil all’anno. «Quando sento dire che bisogna intervenire senza “se” e senza “ma” sui taxi, ma che la separazione della rete gas da Eni non è una priorità mi viene da ridere», sbotta Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, il pensatoio liberista che domani presenterà, insieme ai colleghi di Glocus, il think tank presieduto da L…. Lanz……., deputato dell’Api, un’agenda in dieci punti su «cosa e come liberalizzare per rilanciare la crescita del Paese».

    Intervenire sui taxi non serve?
    «Tutt’altro. Solo che mi pare un investimento, in capitale politico, esagerato. Il governo ha un capitale politico a disposizione? Meglio utilizzarlo per altro».

    Da dove partire, allora?
    «C’è solo l’imbarazzo della scelta. Se proprio devo scegliere, tra i grandi settori opto per il gas».

    http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=11135

  4. I gruppi da liberalizzare si divono in due tipi a livello economico:
    1)creano grosse quantità di soldi(es ENI)
    2)creano piccole quantità di soldli(es tassisti)

    Secondo me vogliono partire dai gruppi che muovono grosse quantità di denaro e poi si occupano di voi per via del casino che state facendo e per il fatto che avete pienamente ragione(anche sul fronte prezzi contenuti all’utenza finale).

    Probabilmente cercheranno di far si che il numero di licenze venga deciso dall’authority così non potete piu’ fare pressione sulle parti politiche locali(es sindaco/comune o regione,etc)

    Sono ovviamente solo mie blande supposizioni.

  5. Penso considerino l’argomento TAXI ormai come obsoleto, sorpassato, per continuare a sfamarsi adesso attaccano con gli altri, della serie AVANTI IL PROSSIMO! Vediamo cosa succede stasera all’incontro, non rimane che attendere.

  6. No , non si sono dimenticati dai taxi , molto semplicemente persino l’IBL si è accorto che : (vedi pag.5)
    (omissis) . . . . desta qualche perplessità l’insistenza su settori senza dubbio bisognosi di essere aperti ma che difficilmente possono essere considerati determinanti per le sorti del paese o per il contributo che danno al PIL. Che il simbolo delle liberalizzazioni fallite sia diventato il tassista è indice per un verso della scarsità di ambizioni riformiste , per l’altro della debolezza politica delle forze pro-mercato.

    . . . . a me sembra un messaggio al governo del tipo “sarebbe utile spendere le proprie energie verso qualcosa di più costruttivo”

  7. articolo della cgia mestre…
    Taxi: Cgia Mestre, in Italia costi gestione piu’ elevati d’Europa
    18 Gennaio 2012 – 15:09
    (ASCA) – Roma, 18 gen – I costi di gestione dei taxi italiani sono i piu’ elevati tra i grandi Paesi dell’Unione Europea: il gasolio per autotrazione costa quasi il 16% in piu’, il peso della pressione tributaria (ovvero, le imposte, le tasse ed i tributi sul Pil) e’ superiore di 3 punti percentuali ; l’assicurazione dell’autovettura costa addirittura il 58% in piu’; mentre l’aumento medio del listino prezzi delle autovetture registrato nell’ultimo anno e’ stato superiore del 2,7% . Lo sostiene la Cgia di Mestre che ha preso in esame 4 voci di spesa che incidono non poco sull’attivita’ di un taxista.

    I confronti sono impietosi soprattutto quando la comparazione avviene con la Germania: i taxisti di casa nostra pagano 0,246 euro in piu’ un litro di gasolio; 6,4 punti percentuali in piu’ di tasse; 185 euro in piu’ all’anno per assicurare l’automezzo.

    ”Riteniamo che tutti i processi di liberalizzazione dovrebbero avere come obbiettivo quello di ridurre i costi a carico dei consumatori e migliorare le condizioni generali di mercato – commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi -. In queste ultime settimane, invece, ci e’ parso di capire che la deregolamentazione cui il Governo dara’ luogo nei prossimi giorni, verra’ usata come strumento per ‘colpire’ alcune categorie di operatori economici che non godono di un particolare consenso presso l’opinione pubblica.

    Possibile che i problemi dell’economia italiana siano i taxisti, i proprietari dei chioschi lungo le spiagge, gli edicolanti e i farmacisti ?. E’ vero che da qualche parte bisogna pur cominciare, ma perche’ iniziare dalla ‘coda’ se e’ palese a tutti che bisogna intervenire sulle assicurazioni, sulle banche e sul settore energetico?”

I commenti sono chiusi.