Parcheggio taxi della stazione Centrale di Milano. Ora di punta, nove e quaranta di ieri. Un signore in loden ammazza l’attesa (e insieme i tentativi di attaccar discorso di una loquace coppia di pensionate) leggendo Il Secolo. «Genova ci riprova, via ai taxi collettivi», sta scritto sulla prima pagina del giornale eretto a muro. «Che bello, abitassi a Genova direi addio all’autobus», dice un’amica all’altra. «Mai e poi mai: e se uno urla al telefonino? Il mio taxi non lo condivido con nessuno», risponde la compagna di viaggio. «Nemmeno io», abbassa il muro il signore in loden. Con un cenno di saluto si infila nella sua auto bianca, chiude la portiera ma lascia aperto l’interrogativo:
taxi collettivo «sì» o taxi collettivo «no»? Ma prima ancora: dove cercarlo? come promuoverlo al di là degli spot anti crisi?
«Il taxi collettivo negli ultimi anni ha contribuito a far risparmiare in termini economici l’utenza e a ridurre notevolmente i tempi di attesa nei principali posteggi come aeroporto, stazione, fiera e piazza Nettuno». E ancora: «Le tariffe del taxi collettivo sono 2: una fissa di 3,50 € a persona (stazione fiera – fiera stazione) durante eventi particolari, l’altra prevede uno sconto del 60%».
Mentre a Napoli e Roma il progetto è fallito da tempo («non c’era richiesta», parola dei radiotaxi «06.3770» e «081.8888») a Milano il taxi collettivo esiste dal 2006 ma nessuno lo sa: «Non è mai stato pubblicizzato e sarebbe il caso di farlo — spiega Alessandro Casotto, responsabile del radiotaxi “02.8585″ —. Anche in questo caso il numero minimo è tre passeggeri: si richiede il servizio (da un punto A a un punto B, niente soste intermedie), scatta il tassametro “collettivo” e a fine corsa si paga un terzo della tariffa normale». Anche se i passeggeri sono cinque: «Tutti pagano un terzo della tariffa, i soldi in più vanno al tassista per finanziare l’acquisto di auto più grandi». Auto che per ora non servono, parrebbe: su cento clienti la percentuale di quelli che richiedono il «collettivo» è inferiore all’1%.
Già, quelli che richiedono il servizio: perché a Milano come a Genova e altrove i regolamenti prevedono che sia il primo passeggero che sale sull’auto bianca a dare l’autorizzazione alla corsa collettiva. Così che il successo o meno di vecchie e nuove iniziative, al di là della reale volontà di amministrazioni e tassisti di investire nel servizio condiviso, è legato in parte anche a tutti noi. Al fatto che a bordo salga la signora «che bello» o l’amica «mai e poi mai».
A sentir il racconto di strada di Alessandro Casotto («in 20 anni al volante di un taxi ne ho viste davvero tante») i passeggeri «che bello» sono per lo più persone giovani o anziane: «Con più tempo e voglia di socializzare». I «mai e poi mai» sono invece per lo più clienti che usano il taxi per lavoro: «Irritati da un semaforo rosso, figuriamoci da una deviazione; con il tablet sulle ginocchia e il cellulare sempre all’orecchio (anche solo per concedersi gli unici dieci minuti di chiacchiera con la fidanzata o il figlio). Quasi sempre richiedono una ricevuta da presentare in azienda».
Difficile dire se i primi sono più numerosi o meno dei secondi. O se la proporzione nostrana è diversa da quella che in altri Paesi ha portato al successo del taxi collettivo.
Il sociologo Enrico Finzi sgombra il campo: «Gli italiani non sono più spocchiosi di altri, forse più lenti nell’adottare nuovi comportamenti. La condivisione ha i suoi pro (benefici per il portafogli del cliente, per il lavoro del tassista, per il traffico della città) e i suoi contro (i decibel di troppo di un compagno di viaggio maleducato, l’insopportabile profumo al mughetto di una passeggera). Il vero problema, al di là dell’ostilità degli stessi tassisti, è di informazione ed educazione». E a riprova della sua tesi mette in fila le conclusioni di un vecchio studio da lui condotto per il Comune di Milano sulle potenzialità del servizio: «Primo: la maggior parte delle persone non conosceva il servizio. Secondo: una volta informata lo condivideva. Terzo: dall’analisi dei flussi era emerso che il traffico taxi sarebbe raddoppiato. Uno più due più tre: l’abbassamento dei prezzi avrebbe trasformato il taxi in un lusso democratico».
A quello studio aveva lavorato anche Eliot Laniado, docente di Ecologia e sostenibilità dei sistemi produttivi del Politecnico, che ora dice:
«Il taxi collettivo da noi funziona meno rispetto a Paesi come l’India, il Brasile, la Russia o la Cina perché qui il cliente è più esigente e il sistema richiede una gestione maggiore».
Attraverso un software, come a New York o in alcune città tedesche: «Che garantisca tempi certi malgrado le deviazioni e le più fermate. Per questo servono tanti taxi. Da noi può funzionare negli aeroporti o nelle stazioni perché lì è più facile formare equipaggi. Ma anche per servire le aree poco popolate o le città di notte». Come Milano, dove far girare i mezzi pubblici costa cento milioni l’anno. «È una questione di offerta e flessibilità: se ci si crede e si fa bene il taxi collettivo funziona, diversamente diventa un boomerang». Molto dipende anche da noi.
fonte: 27esimaora.corriere.it 4/02/2012
Molti colleghi non hanno ben chiaro quello che stà succedendo,pensano che le licenze part-time siano le doppie guide e che i taxi collettivi siano di pertinenza dei tassisti,in questo caso c’è poca informazione sopratutto da parte dei sindacati,il tempo a disposizione è limitato e questo clima di tranquillità favorisce solo l’azione del governo
A Bologna il taxi collettivo, e relativa tariffa, esiste da tempo (purtroppo in diverse versioni, nel senso che è stata cambiata più volte): funziona solo quando il taxi collettivo è organizzato da volontari (taxisti) o personale dei radiotaxi che raggruppano i clienti, altrimenti nisba.
Personalmente trovo 3 difetti fondamentali nel “collettivo bolognese”:
– funziona solo da 3 pax in su (dovrebbe funzionare anche con 2)
– non permette ai pax di avere diverse destinazioni
– il pagamento è “a persona” e non “a sosta”.
Senza l’eliminazione di questi “difetti” nessun collettivo sarà mai abbastanza elastico e quindi diffuso.
Interessante l’esperimento di Genova, che introduce flessibilità non solo di scarico, ma anche di carico (l’investimento tecnologico necessario potrebbe però frenare questo tipo di soluzione in molte città).
Come scrissi qualche giorno fa, e come scrive anche EdBologna, il taxi collettivo funziona bene se organizzato da taxisti o personale dei radiotaxi, come al salone del mobile l’anno scorso. Ieri in stazione centrale un ragazzo quando ha sentito che il mio cliente andava a Linate, ha chiesto al cliente stesso se poteva salire per dividere la corsa, la risposta è stata: “no no la prego, guardi quanti taxi ci sono…” Durante il salone accettavano la corsa collettiva per timore di non trovare taxi.
Non mi risulta che per la tariffa collettiva, almeno a Milano, i passeggeri debbano avere la medesima destinazione, es.da Centrale a Linate, ma essere sulla medesima ragionevole rotta. Ogni passeggero scendendo pagherà l’importo marcato sul tassametro. Diversamente a cosa servirebbe la tariffa collettiva sul tassametro?
Ma la tariffa sarebbe poi congrua per il tassista?
Poniamo il caso da Centrale a Linate con tre pax, il primo chiede di scendere in Caiazzo, il secondo in via Marcona ed il terzo a Linate. Le tre tappe sono praticamente sul medesimo percorso che si farebbe da Centrale a Linate ma le tariffe pagate dai singoli passeggeri a quanto ammonterebbero?
Qualcuno ha mai fatto delle prove?
Diversamente non sarebbe opportuno farle, almeno qualcuna.
LUMACHINO ……. A MILANO LA TARIFFA USO COLLETTIVO E’ (est) per percorsi da un punto ad UNA MEDESIMA DESTINAZIONE minimo 3 persone con tastino dedicato su tassametro e importo frazionato….quello che dici tu e’ una fantasiosa acrobazia INTERPRETATIVA (per non dire di peggio)……ALTRE MODALITA DI TARIFFA COLLETTIVA NON ESISTONO…..SE POI PER TAXI COLLETTIVO SI INTENDE UNA SORTA DI SERVIZIO DI LINEA SU DIRETTRICE COMUNE MI SEMBRA LAPALISSIANO CHE E’ ‘INAPPLICABILE……CRIBBIO NON GUIDO MICA UN TUK-TUK…..
Ragazzi il taxi collettivo non è la TARIFFA COLLETTIVA di Milano.
E’ una cosa che assomiglia molto di piu’ al servizio RADIO BUS TAXI che organizza l’ATM a Milano (In perdita netta per altro) .
Agli aeroporti di Manhattan JFK puoi prendere il taxi che ti porta a destino o un pulmino che ad un costo inferiore conduce i clienti alle loro diverse destinazioni in città. Quindi si scende quando si arriva cioe’ scendi magari per primo e magari per ultimo perchè la tua destinazione rispetto alle altre è logisticamente piu’ efficace se viene raggiunta per ultima.
Piu’ economico , servizio differente ma non è erogato dai taxi.
SVEGLIAAAAA !!!!!!
Non facciamo confusione tra le parole “collettivo” e “di linea”.
Un servizio “collettivo” si rivolge a più persone che utilizzano lo stesso mezzo per andare verso una o più destinazioni a richiesta (nel nostro caso, ne è permessa solo una),
mentre un servizio “di linea” si svolge come il precedente, PERO’ segue un percorso ben definito e NON a richiesta. Il primo è un taxi e il secondo è un bus. Quello citato da Deltadudes è un servizio collettivo, ma non mi sembra “di linea” (insomma è un taxi collettivo, solo più capiente).
Non capisco perchè il TC su direttrice comune (NON di linea), debba essere “inapplicabile”: il “vecchio” TC bolognese funzionava così.
Ora mi impegno…
4 destinazioni diverse:
i clienti sono A, B, C e D, ed €A, €B ecc sono gli importi dovuti da ciascuno,
Ta è ciò che segna il tassametro (tariffa attuale) nel momento in cui A scende dal taxi,
Tb, Tc e Td idem.
€A= 1/4 Ta
€B= 1/3 (Tb-€A)
€C= 1/2 (Tc-€A-€B)
€D= Td-€C-€B-€A
Cioè, SENZA andare a toccare le tariffe attuali (qualunque esse siano), al tassametro bisogna comunicare, tramite i pulsanti: ad inizio corsa, quante soste sono previste,
durante la corsa, il momento in cui si effettua la sosta.
Con questi dati il tassametro può poi benissimo visualizzare €A, €B ecc, che sono quindi valori desunti dalle attuali tariffe (cioè il taxista alla fine incassa come se avesse effettuato un’unica normalissima corsa con 3 soste nel mezzo).
Bah, è difficilissimo?
Concordo pienamente EdBologna.
Noi abbiamo in testa l’uso collettivo del taxi come da te descritto.
LORO hanno in testa quello di cui ho parlato io.
Cosi’ come noi avevamo in testa la seconda guida mentre LORO stanno parlando di nuove licenze PART TIME.
ATTENZIONEEEEE !!!!!
EdBologna » tariffe collettive, queste sconosciute. A Milano lo sono da sempre, chi sale non ama condividere il suo spazio sul SUO taxi con uno sconosciuto. A Parte questo, il tuo ragionamento non è male. Si scontra purtroppo con le menti perverse di una amministrazione che dopo anni di teorie antifrode, ha ammesso l’uso del tassametro nel solo modo CORSA-CASSA, in pratica l’assenziale. Niente azionamenti di tasti supplementari, per carità!!! Non sia mai che il tassista possa trarne indebito vantaggio! Anche i sigilli al tassametro, comuni dispositivi a chiusura irreversibile, hanno conosciuto la loro personale evoluzione: sono marchiati con numeri di serie, come le banconote. Ho detto tutto.
Il TC non dovrebbe rivolgersi tanto agli attuali clienti, ma a nuovi clienti, disposti a barattare la scomodità della condivisione con una minore spesa… e magari accorgersi che il taxi è così comodo e anche da soli non costa poi così tanto.
Capisco l’utilità del metodo milanese corsa-cassa, occorre che le amministrazioni valutino bene i costi/benefici di questo metodo, alla luce delle limitazioni che comporta.
Leonardo…..mi hai anticipato……curioso sarebbe anche la formazione degli “equipaggi”…..reclutamento forzato,bandi, strilloni,contrattazioni……che manicomi sarebbero le aree di stazionamento ?? IL SERVIZIO TAXI E’ RIVOLTO AD UNA UTENZA INDIFFERENZIATA CHE AVANZA RICHIESTA DI TRASPORTO VERSO UNA DESTINAZIONE SPECIFICA ED INDIVIDUATA DI VOLTA IN VOLTA…..ma questa definizione
non è nota a Bologna….
Smartfart
chi non si evolve si estingue.
Non sei tu a dover dire ai clienti qual’e’ il servizio di cui hanno bisogno, purtroppo, arrampicandoti su di una definizione “legale” che è temporanea e che sussiste fintanto che non cambiano le esigenze del pubblico. Se un servizio può essere gradito ai clienti, senza nuocere ai taxisti, non si vede perché questi dovrebbero rifiutarsi di prestarlo, col rischio che prima o poi lo facciano altri.
….E QUESTA SAREBBE UN EVOLUZIONE!!!!! “POSTIGLIONE DI DILIGENZA”……. CAMBIANO LE ESIGENZE DEL PUBBLICO?????? NON CREDO PROPRIO…. LE ESIGENZE SONO SEMPRE LE STESSE: RAPIDITA'(non esiste un mezzo piu’ veloce su ruote)FLESSIBILITA'(si consente di modificare il percorso ,la destinazione,sostare ,deviare,accogliere altri passeggeri,insomma disponibilita’ massima del mezzo) ,SICUREZZA(il trasporto dei passeggeri e’ consentito in ogni condizione di tempo e a tutte le categorie di persone fatte salve le disposizioni in materia),CONFORT(mediamente gli allestimenti del parco macchine odierno offrono il meglio della tecnologia:aria condizionata,navigatori gps,internet,pagamenti tramite pos,ecc.) E PREZZO ADEGUATO(stabilito da apposite commissioni che tengono conto di una serie di parametri e non ultimo di una giusta remunerazione per l ‘operatore )…………ci sarebbe la questione della DISPONIBILITA’, ovvero del numero di questi mezzi a disposizione del pubblico….e qui casca l’ASINO ….ECCESSO DI OFFERTA….. storia recente ,…..ora i taxi collettivi…..NO decisamente NO….non e’ il servizio che offriamo …almeno non io…che lo facciano altri e vediamo se risquote successo
“Che lo facciano altri”… sicuramente c’è chi ti prende in parola.
Se poi ha successo, non te la prendere.
potrei dire anche una emerita stupidata,ma calcolatrice alla mano,ad es.con MINIMO 3 pax e diversa destinazione su un unico tragitto +o- comune,non basterebbe far pagare la meta’ del txm a ciascun utente per prendere,in definitiva il totale della corsa?certo….con 4 pax e’ ancora meglio!
….riscuotere con la c ……scusate il refuso….NOI non siamo ignoranti come qualcuno dei nostri detrattori dice………tagliando corto per il taxi collettivo direi che sarebbe opportuno leggere le norme attuative per capire cosa LORO intendono dopodiche’ valuteremo…..rivendico comunque la mia posizione che si basa sulla realta’….il mio lavoro e’ gia sottoposto ad attacchi di ogni tipo da soggetti non legittimati: NCC in SOSTA LIBERA E NON IN RIMESSA,pulmini di variegata provenienza(quelli del GP di Monza arrivano addirittura dall’estero), drivers-accompagnatori per modelle (sostanzialmente degli abusivi con auto offerte in comodato),pittoreschi veicoli per trasporti etnici(festival latino-americano e affini),radiobus che pesano sulle casse del servizio pubblico per la loro discutibile efficacia e quindi con pesanti ricadute in termini di costo-benefici sulla collettivita’……per non parlare della concorrenza sleale – millantato credito – esercizio abusivo della professione -falso ideologico-pubblicita’ ingannevole…. della congerie di auto con autista che si possono trovare sul web che si definiscono…milanoTAXI..
milanoTAXIok….TAXImilanoexpo….inTAXIcar….TAXI2airport….ecc……notare l’uso della parola taxi piuttosto che l’immagine di un’ autobianca con il pappagallo ..spregevole!!!
Ecco, vedi?
Prima dici “Che lo facciano altri”, eppoi, agli “altri”, vorresti proibire di farlo.
Non c’è bisogno di nessuna nuova norma per organizzare un TC decente e flessibile che tolga acqua dal secchio di pulmini, ecc
@Ariete62
Se le destinazioni sono 4 (o 3) e fai pagare la metà del tassametro a ciascuno… il conto non mi torna: se i clienti si accordano tra di loro spendono meno comunque… Allora tanto vale non far nulla.
(il TC a Bo funziona quasi come dici tu, infatti è assurdo, perché 4 pax, con unica destinazione, spendono il 160% della tariffa normale…)
veramente mi riferivo a 3-4 utenti che hanno 3-4 destinazioni REALMENTE diverse ma assoggettate da un unico itinerario LOGICO,se il primo scende a 8€ tu ne prendi 4€,il secondo scende a 12€ tu ne prendi 6€ se il terzo scende a 20€ tu ne prendi 10€,che sommate ai precedenti fa sempre 20€,cioe’ l’operatore da un servizio scontato del 50% su un tragitto omogeneo ma con diversie fermate,senza smenarci un tallero e gli utenti avrebbero uno sconto REALE,tangibile,verificabile sul momento con (pia illusione) un guadagno di immagine e magari di lavoro su un’utenza che presa singolarmente, non se lo potrebbe permettere,se poi ci sono 4 o piu’ avventori,beh….fai tu il calcolo!
Per gli abusi basta segnalarli qui
http://www.agcm.it/invia-segnalazione-online.html#wrapper
la denuncia non è ovviamente anonima e la mia singola magari viene ignorata ma se più persone segnalano l’abuso nell’utilizzo del termine taxi fatto da un diverso operatore non autorizzato, si tratta di pubblicità ingannevole.
Gli strumenti legali esistono basta usarli.
Per quanto rigurada gli pseudo NCC tedeschi Milano era invasa da questi non solo per il GP di Monza ma anche durante la settimana della moda, e mi è stato raccontato che i mangiapatate si erano piazzati in attesa nel posteggio taxi di 4 Novembre e che per poco i colleghi nostrani non sono arrivati alle mani vista l’arroganza de crucchi, la PP.LL. come sempre inutile e invisibile.
A Milano la tariffa collettiva è 1/3+20% della canonica.
Cioe’ se la bandiera è 3 euro (per comodità) allora si inizia con 1,2 euro e giunti alla prima destinazione il I cliente paga la cifra indicata dal tassametro che non viene spento per le destinazioni successive e cosi’ via.
In definitiva ogni cliente paga poco piu’ di un terzo di quello che pagherebbe se usasse il taxi da solo.
Ma se una famiglia di 3 persone sale e la destinazione è la medesima ( o 3 dipendenti della stessa azienda con la stessa destinazione) ovviamente la cosa non è concorrenziale per loro poichè giunti a destino ognuno dovrà pagare quanto indicato dal tassametro e quindi il totale è superiore alla tariffa canonica.
La cosa ha senso se i soggetti sono “separati” e utilizzano il taxi assieme.
A MILANO IL TASSAMETRO SI AZIONA A INIZIO CORSA E SI SPEGNE A FINE CORSA anche applicando la tariffa collettiva!!! …..utilizzi difformi come quello descritto da deltadudes che prevedono un pagamento forfettario con tassametro in movimento per giustificare destinazioni diverse NON SONO CONSENTITI!……….INVOCHIAMO TUTTI CHE IL SERVIZIO TAXI NON SIA VITTIMA DELLA DEREGULATION PIU’ SELVAGGIA E POI OGNUNO FA QUEL CA***IO CHE GLI PARE…..ma in questo blog ci sono tassisti veri o agenti sobillatori?!?
Deltadudes ha descritto in modo chiaro e corretto la tariffa collettiva!!! Smartfart collega il cervello prima di scrivere…
caro smartfart stavolta hai toppato, ovviamente sto esagerando non prendertela, ma la tua interpretazione della tariffa collettiva è errata. cerco con google “regione lombardia taxi tariffa collettiva” seleziona l’art.2 del reg. taxi del comune di Milano e come puoi vedere si dice medesima direttrice non destinazione.
Per cui continuo a sostenere l’esatta interpretazione di questa norma mia e di Deltadudes.
Qui trovi il regolamento completo
http://www.liberalizzazionetaxi.it/wordpress/?page_id=190
grrrrrr non me la prendo ……ma continuo a ritenervi infiltrati al servizio del nemico…..lumachino e deltadudes……scherzo| ovviamente!…MA I TASSISTI ACUTI,la maggior parte,sanno che QUEL REGOLAMENTO A CUI FAI RIFERIMENTO -TITOLO 1° -norme generali-art 2- risale all’agosto 2000 (!) e contiene ,questa e altre,definizioni alquanto oscure……….SUPERATE ,A GUISA DI NORMA ATTUATIVA E QUINDI L’UNICA DA SEGUIRE DA QUANTO, RECITA IL TARIFFARIO ATTUALE testuale:…”la tariffa ad uso collettivo si attiva su richiesta dell’utente all’inizio della corsa,per un minimo di 3 persone con IDENTICO PUNTO DI PARTENZA E DI ARRIVO SULLA MEDESIMA DIRETTRICE”…..nella geometria euclidea la direttrice è sostanzialmente una retta che è definita un insieme di punti che si trovano tutti sulla stessa direzione……per 2 punti passa una sola retta …………..lo dico anche per me..LA DIALETTICA INTELLIGENTE ADOPERIAMOLA CONTRO I NOSTRI NEMICI
leone66 …..un altro accademico dei lincei……..tze tze tze…….