Per mettere le cose in chiaro, ha appeso un cartello nel suo taxi: "Non è vietato parlare al conducente". Enzo Tarsia vuole essere disturbato. Ha 49 anni e da 20 guida per le strade di Milano. "Mestiere solitario: i momenti di silenzio sono regola e i rapporti umani eccezione", dice. Da qui l’idea di appendere al poggiatesta un quaderno di pagine bianche, o con stampato un tema "di spunto", su cui i passeggeri possano scrivere i loro pensieri. Di quella raccolta, costruita per accumulo in otto anni, Enzo ha ricavato un libro: In taxi, seguendo il filo del percorso (Edizioni Arterigere). Fra i tanti che hanno costruito il diario di viaggio, anche personaggi famosi: l’ex pm Gherardo Colombo, la giornalista Benedetta Tobagi, la cantante Joe squillo. Gianfranco Funari scrive solo "articolo 21 della Costituzione". Moni Ovadia, attore e scrittore, vede nel "coraggio di pensare" la "resistenza al degrado". La cantante Malika Ayane invita a "non smettere mai di stupirsi". E Umberto Eco … cita Eugène Ionesco: "Solo le parole contano. Il resto sono chiacchiere"
(Da Repubblica)
C’è un refuso nell’articolo di Repubblica, tra l’altro bello, Enzo Tarsia è nato nel 1949. Un abbraccio ed un augurio ad Enzo che ha avuto una bellissima idea.
E chiamiamolo candidamente refuso, con la stampa capita. Conosco Enzo e in effetti mi pareva che li portasse molto male quei “49”