Ancora oggi capita di litigare con i tassisti per via delle tariffe troppo alte, ma senza il tassametro sarebbe ancora peggio. Lo strumento che in tutto il mondo misura la durata dei tragitti in taxi ha fatto la sua comparsa su larga scala il 22 marzo 1907 nella Londra di Sua Maestà Edoardo VII. L’inventore Wilhelm Bruhn lo aveva realizzato nel 1891 e installato sul Daimler Victoria appena sei anni dopo. Ma il vero boom delle tariffe automatiche – e del taxi-business – prende piede solo all’inizio del ventesimo secolo, quando il servizio si diffuse anche nelle grandi metropoli europee come Parigi e Londra. Il tassametro di Bruhn – che deriva dai termini “taxa” (tassa, imposta in latino medievale) e “metron” (misura, in greco antico) – diede così il nome alle stesse vetture a pagamento, conosciute dai londinesi come taxicab.
Nel frattempo, i taxi si erano diffusi anche oltreoceano, fino alla mitica New York. In un primo momento si trattava di vetture elettriche, la maggior parte delle quali non sopravvisse a un terribile incendio nel 1907. Un’occasione d’oro per l’imprenditore Harry Allen, che importò dalla Francia 65 veicoli a motore dotati di tassametro.
L’idea di Allen era quella di sostituire definitivamente il servizio precedente, tristemente famoso per le tariffe esose e il carattere scorbutico dei guidatori. Nel giro di poco più di un anno, l’imprenditore riempì le strade di New York con ben 700 vetture. E la parola d’ordine per gli autisti vestiti in uniforme era, guarda a caso, “ cortesia verso i clienti”.
Con il passare del tempo la tecnologia entrò sempre di più nell’abitacolo delle auto gialle, il colore scelto da Allen per distinguere le proprie vetture dalle altre. All’inizio degli anni ’40 comparvero le prime ricetrasmittenti di bordo. In seguito, con l’avvento dell’elettronica, i tassametri introdussero anche un sistema di tariffazione basato sul tempo e la velocità di crociera. Una sorta di compromesso per alleggerire il prezzo delle corse nelle strade invase dal traffico.
Tuttavia, le leggende metropolitane raccontano spesso di tassisti pronti a tutto pur di strappare qualche dollaro in più ai clienti. Infatti basta sgonfiare appena gli pneumatici per aumentare la frequenza dei giri di ruota che misurano la distanza percorsa in strada.
A pensarci bene il sistema utilizzato dai trasportatori nell’antica Roma era molto più democratico: un meccanismo collegato all’asse del carro liberava una sfera ogni tot giri. Così, la tariffa veniva calcolata a fine viaggio in base al numero di gettoni. Chiaro, semplice e incurante di qualsiasi ingorgo stradale.
fonte: daily.wired.it 22/03/2012