Centra un taxi con il Suv Ne chiama altri due per scappare

range_rover“Al momento mi interessa solo che mia moglie si risvegli dal coma. Ora non penso all’uomo che l’ha investita. Mi fido dei magistrati. Se lo hanno rilasciato l’avranno fatto a rigor di legge. Ma in qualsiasi modo finisca questa vicenda mi aspetto che lui paghi i conti con la Giustizia“. Paolo, tassista promette di denunciare l’automobilista del Suv che l’altra sera alle 22 ha centrato in pieno il taxi della sua compagna, 42enne, ora in coma nel reparto di neurochirurgia del Niguarda. L’impatto è avvenuto fra viale Papiniano e via Ausonio e sarebbe stato causato dal Range Rover passato con il rosso ad alta velocità: “Mia moglie è una persona prudente e semplice. Guida sempre con la cintura di sicurezza e ha avuto solo un altro incidente. Quell’uomo invece non l’ha neppure soccorsa“, accusa, sposato da sette anni.

“L’incidente è avvenuto verso le 22, proprio mentre lei stava tornando a casa a fine turno“, spiega Paolo. Il Suv ha sfondato il lato passeggero della Toyota Prius della donna, trascinando la vettura per circa 30 metri e danneggiando altri veicoli parcheggiati. Nell’impatto l’air bag sinistro non si è aperto e la donna ha riportato la frattura del bacino e del cranio, cadendo in coma. Ma mentre la donna veniva portata in Rianimazione l’uomo, 37 anni, di Taranto, chiamava altri due taxi per andare prima alla clinica San Giuseppe per farsi medicare e poi andare da lì in Stazione centrale. L’uomo sarebbe stato visto allontanarsi senza prestare soccorso da un testimone.

E’ stato poi il secondo tassista, che era andato con altri colleghi sul luogo dell’incidente, a chiamare i carabinieri: “L’ho sentito parlare al telefono – spiega -: “L’auto è inservibile – diceva -, verrò in treno“. Poi ha ammesso di essere stato a bordo del Suv e l’ho invitato a tornare sul luogo dello schianto. Lui ha rifiutato e dopo averlo portato in piazza Luigi di Savoia ho chiamato i carabinieri”. Poco dopo è avvenuta l’identificazione all’angolo tra via Scarlatti e via Macchi da parte dei ghisa, che l’hanno portato al comando di via Pietro Custodi, in centro.

Il Suv è risultato intestato a una donna e la mattina successiva l’uomo è stato rilasciato, ma dovrà rendersi reperibile dalle autorità giudiziarie: “Non sussiste il pericolo di fuga, ma i nostri colleghi sono furiosi, vorrebbero più severità – spiega-. Per ora aspetto solo che passino i primi dieci giorni per sapere dai medici se la mia compagna potrà svegliarsi dal coma”.

fonte: ilgiorno.it 19/04/2012

8 commenti

  1. Che brutta storia, speriamo solo che tutto si risolva per il meglio, nella sfortuna e’ stata anche relativamente fortunata, aver fermato e identificato chi guidava e’ meglio che avere magari una macchina rubata e guidata da qualche zingaro minorenne, certo la cosa importante e’ che si riprenda totalmente e il prima possibile, in bocca al lupo

  2. ….dice:”non sussiste il pericolo difuga”…….MA SE L’AVEVA GIA’ MESSA IN ATTO!!!!

  3. Mi piacerebbe vedere chi in teoria dovrebbe difenderci se fosse al nostro posto se facesse rispettare la legge così…..no coment forza Lella ti stiamo aspettando bacione LUANA e LUCA

  4. Forza Raffaella !! Noi del gruppo del sabato in palestra ti aspettiamo presto ! Ti vogliamo bene e pensiamo a te con tanto tanto affetto,

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