NIC e FOI, cosa sono…

pippo_gifarrow_blackL’adeguamento dei livelli tariffari, per gli anni a partire dal 2008 e sino al 2014, è determinato attraverso la definizione e l’introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento annuale, che considera sia il recupero dei costi di settore, sia il raggiungimento degli obiettivi di qualità.  Tale adeguamento tariffario scatta dal 1 luglio di ciascun anno e sarà riferito all’anno solare precedente  (1 gennaio / 31 dicembre anno di riferimento) e definito secondo il seguente algoritmo matematico

A =(0,60+a)*I

a = % riferita agli indicatori di qualità
I = (0.50*FOI +0,50*NIC trasporti)

Cosa sono il NIC e il FOI?? Sono indici ISTAT, ma perchè non saperne di più?

DOMANDE SUGLI INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO ISTAT

  1. Quanti indici dei prezzi al consumo vengono calcolati e quali sono le principali differenze?
  2. Quali prezzi sono rilevati per costruire l’indice dei prezzi al consumo?
  3. Come vengono selezionati i beni e servizi che fanno parte del paniere?
  4. Il paniere è sempre lo stesso?
  5. Dove vengono rilevati i prezzi?
  6. Come avviene la raccolta dei dati?
  7. Con quale frequenza vengono monitorati i prezzi?
  8. Cosa succede una volta rilevati i singoli prezzi?
  9. Cosa si intende per "beni alimentari", "beni alimentari lavorati" e "beni alimentari non lavorati"?
  10. Cosa si intende per "beni energetici", "beni energetici regolamentati" e "altri energetici"?
  11. Cosa si intende per "altri beni"?
  12. Cosa si intende per "beni durevoli", "beni semidurevoli" e "beni non durevoli"?
  13. Cosa si intende per "beni di largo consumo"?
  14. Cosa si intende per "servizi regolamentati", "servizi a regolamentazione locale" e "servizi a regolamentazione nazionale"?
  15. Cosa si intende per "componente di fondo"?

1. Quanti indici dei prezzi al consumo vengono calcolati e quali sono le principali differenze?
L’Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:
1) l’Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività (NIC);
2) l’Indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (FOI);
3) l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione Europea (IPCA).
I tre indici hanno finalità differenti.
– Il NIC è utilizzato come misura dell’inflazione a livello dell’intero sistema economico, in altre parole considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate.
– Il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (extragricolo). È l’indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.
– L’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo.
I tre indici hanno in comune i seguenti elementi:
– la rilevazione dei prezzi;
– la metodologia di calcolo;
– la base territoriale;
– la classificazione del paniere dei prodotti.
I tre indici differiscono per i seguenti elementi:
NIC e FOI si basano sullo stesso paniere e si riferiscono ai consumi finali individuali Indipendentemente se la spesa sia a totale carico delle famiglie o, in misura parziale o totale, della Pubblica Amministrazione o delle istituzioni non aventi fini di lucro (ISP).
L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie.
Un’ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda, di conseguenza, il concetto di prezzo considerato:
Il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita.
L’IPCA si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. l’IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni).

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2. Quali prezzi sono rilevati per costruire l’indice dei prezzi al consumo?
I prezzi rilevati per il 2004 sono quelli riferiti a 1031 fra beni e servizi, rappresentativi dei consumi delle famiglie italiane.
Si tratta del cosiddetto paniere, articolato in 12 capitoli di spesa, ognuno con un proprio peso:
– prodotti alimentari e bevande analcoliche;
– bevande alcoliche e tabacchi;
– abbigliamento e calzature;
– abitazione, acqua, elettricità e combustibili;
– mobili, articoli e servizi per la casa;
– servizi sanitari e spese per la salute;
– trasporti;
– comunicazioni;
– ricreazione, spettacoli e cultura;
– istruzione;
– alberghi, ristoranti e pubblici esercizi;
– altri beni e servizi.
All’interno dei capitoli, ogni bene e servizio partecipa all’indice con un peso pari all’importanza sul totale dei consumi. Ad esempio, la carne bovina fresca pesa nel paniere per l’1,7%, mentre quella suina soltanto per lo 0,3%.

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3. Come vengono selezionati i beni e servizi che fanno parte del paniere?
I prodotti del paniere e il peso loro attribuito sono definiti sulla base della spesa effettiva delle famiglie, in modo da rappresentare la struttura dei consumi della popolazione. La fonte principale è l’indagine Istat sui consumi che coinvolge circa 28mila famiglie italiane. Sono però utilizzate anche altre fonti, interne (stime di contabilità nazionale, indagini su commercio estero e produzione industriale) ed esterne all’Istat (dati ACNielsen, Banca d’Italia), per assicurare un’accurata copertura informativa.

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4. Il paniere è sempre lo stesso?
No, il paniere viene aggiornato ogni anno per rappresentare gli effettivi comportamenti di spesa delle famiglie e tener conto dei mutamenti che intervengono. Per questo motivo ogni anno possono cambiare sia i beni e i servizi compresi nel paniere sia il loro peso. Ad esempio, nel 2004 sono stati introdotti nel paniere la macchina fotografica digitale, l’antenna satellitare e il decoder, mentre è stato eliminato il videoregistratore, in conseguenza di un cambiamento rilevato nei comportamenti di acquisto delle famiglie. Analogamente, rispetto all’anno precedente nel paniere 2004 aumenta il peso delle consumazioni al bar (sia caffè e bevande sia gelati) e diminuisce quello dei concorsi pronostici.

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5. Dove vengono rilevati i prezzi?
Da gennaio 2004 la rilevazione avviene in 19 capoluoghi di regione e 67 capoluoghi di provincia, e la rete è in continua espansione. I prezzi vengono rilevati in un totale di 33mila punti vendita (che comprendono sia piccoli esercizi commerciali sia grande distribuzione sia mercati rionali) ai quali si aggiungono circa 11mila abitazioni per la parte che riguarda gli affitti. Nel complesso, sono 334mila le quotazioni rilevate ogni mese. I punti vendita selezionati vengono aggiornati annualmente dai comuni sulla base dei cambiamenti intervenuti nelle abitudini dei consumatori e nella struttura urbanistica del territorio.

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6. Come avviene la raccolta dei dati?
I dati sono raccolti attraverso due rilevazioni: una a livello territoriale effettuala dai comuni (che ha un peso sull’indice pari al 78,7%) e una centralizzata effettuata dall’Istat (peso pari al 21,3%). Entro il giorno 15 del mese considerato, i rilevatori degli uffici di statistica degli 86 comuni coinvolti provvedono a rilevare i prezzi elementari della maggior parte dei prodotti inclusi nel paniere, secondo le procedure definite dall’Istat. All’inizio di ogni anno, infatti, l’Istat invia agli uffici comunali di statistica un elenco di prodotti da rilevare mensilmente in cui ogni bene e servizio è corredato da una serie di informazioni che lo specificano (ad esempio: il peso, la confezione ecc) così che si possa individuare i prodotti in modo omogeneo in tutta Italia. È cura del rilevatore individuare per ciascun prodotto, all’interno di ogni punto di rilevazione, il più venduto fra quelli che hanno le caratteristiche definite dall’Istat. Quello stesso prodotto, mese dopo mese, viene monitorato per un anno intero. Per quei prodotti che hanno prezzi uguali su tutto il territorio nazionale (tabacchi, periodici, medicinali, alcune tariffe), per quelli soggetti a continui cambiamenti tecnologici (computer, telefoni cellulari ecc.) e per i servizi il cui godimento non riguarda soltanto la popolazione del comune interessato (camping, stabilimenti balneari ecc) la raccolta dei prezzi viene effettuata direttamente dall’Istat.

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7. Con quale frequenza vengono monitorati i prezzi?
I prezzi della maggior parte dei prodotti vengono rilevati una volta al mese. Quelli ad alta variabilità -come gli alimentari freschi e i carburanti- vengono monitorati due volte nel mese. La rilevazione, invece, è trimestrale per quei prodotti che presentano variabilità di prezzo più contenuta: gli affitti delle case, molti beni durevoli (mobili ed elettrodomestici) e alcuni servizi.

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8. Cosa succede una volta rilevati i singoli prezzi?
Gli 86 comuni coinvolti inviano all’Istat le quotazioni rilevate. L’Istat elabora un indice elementare per ogni singolo prodotto. Per aggregazioni successive, attraverso medie ponderate, che riguardano sia i prodotti sia il territorio, si arriva all’indice generale. Occorre ricordare che le regioni partecipano alla costruzione dell’indice con pesi diversi, sulla base dell’ampiezza demografica. Ad esempio, la Lombardia pesa per il 18,1%, il Lazio per il 9,7% e la Valle D’Aosta per lo 0,3%.

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9. Cosa si intende per "beni alimentari", "beni alimentari lavorati" e "beni alimentari non lavorati"?
I beni alimentari comprendono i generi alimentari (come ad esempio il pane, la carne, il pesce, i formaggi), le bevande analcoliche e le bevande alcoliche.
I beni alimentari lavorati raggruppano quei prodotti destinati al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale (come i succhi di frutta, gli insaccati, i prodotti surgelati);
I beni alimentari non lavorati comprendono invece i prodotti non trasformati (carne fresca, pesce fresco, frutta e verdura fresca).

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10. Cosa si intende per "beni energetici", "beni energetici regolamentati" e "altri energetici"?
Sono considerati beni energetici tutti i tipi di gas, i carburanti e l’energia elettrica.
I beni energetici regolamentati includono le tariffe per l’energia elettrica, il gas per usi domestici, il gas da riscaldamento.
Gli altri energetici includono i carburanti per gli autoveicoli e il gas in bombole.

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11. Cosa si intende per "altri beni"?
Gli altri beni comprendono vari prodotti di consumo ad esclusione dei beni alimentari, dei beni energetici e dei tabacchi e si suddividono in "durevoli", "semidurevoli" e "non durevoli".

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12. Cosa si intende per "beni durevoli", "beni semidurevoli" e "beni non durevoli"?
I beni durevoli includono, tra le altre cose, le autovetture, gli articoli di arredamento, gli elettrodomestici.
Sono considerati tra i beni semidurevoli i capi di abbigliamento, le calzature, i libri.
I beni non durevoli comprendono i detergenti per la pulizia della casa, i prodotti per la cura della persona, i medicinali.

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13. Cosa si intende per "beni di largo consumo"?
I beni di largo consumo includono i beni alimentari, i prodotti per la pulizia della casa e i prodotti per la cura della persona.

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14. Cosa si intende per "servizi regolamentati", "servizi a regolamentazione locale" e "servizi a regolamentazione nazionale"?
I servizi regolamentati sono tutti i servizi la cui tariffa è regolata da una qualsivoglia autorità e non deriva dal libero scambio di mercato.
Sono suddivisi in servizi a regolamentazione locale e nazionale.
I servizi a regolamentazione locale comprendono i certificati anagrafici, la tariffa per i rifiuti solidi, l’istruzione secondaria, la retta scuola elementare, i trasporti urbani multimodali (biglietti e abbonamenti), i taxi, le autolinee extraurbane, la navigazione interna (lacuale, lagunare).
I servizi a regolamentazione nazionale comprendono i musei, i concorsi pronostici, i pedaggi autostradali, l’istruzione universitaria, i trasporti ferroviari, il trasporto auto su treno, la spedizione bagagli su treno, la navigazione marittima, il trasporto marittimo di auto, il canone tv colore, i servizi di telefonia fissa, i servizi di telefonia pubblica, i servizi postali.

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15. Cosa si intende per "componente di fondo"?
La componente di fondo dell’indice dei prezzi al consumo viene calcolata escludendo i beni alimentari non lavorati e i beni energetici.

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Fonte: Osservatorio Prezzi e Tariffe

5 commenti

  1. la cosa che mi inquieta e che quando vogliono “fottere” qualcuno,INSERISCONO qualche equazione pseudo matematica (i derivati vi dicono niente? )in modo tale da dare da una parte,l’illusione di un diritto garantito e dall’altra la GARANZIA implicita di una fragatura,cioe’ chi fa’ le parti,in genere ci gudagna SEMPRE!

  2. Ottimo, bentornato caro Leo. E’ una faticaccia, ma il potere – e il denaro – dei pochi furbi riposa sull’ignoranza dei più. E pazienza se c’è chi vuole rimanere fesso e continuare farsi fare fesso. Ma gli altri, la stragrande maggioranza dei partecipanti al blog, hanno solo bisogno di informazione per poter giudicare liberamente. Ariete, l’algoritmo sembra astruso ma è molto semplice: io faccio una media fra un indice GENERALE di inflazione e uno SPECIFICO, cioè, quello che misura l’inflazione del settore dei trasporti, e dunque anche la crescita dei costi. In questo caso la media dava il 5,5%.. Poi però darò il 5,5%, ossia concederò un adeguamento tariffario del5,5%, SOLO SE fate questo e quello, ossia se raggiungete i parametri di qualità misurabili che concordiamo. Siccome ne avete raggiunto solo uno e manco tutto, ecco il magico 3,36% dal 1 luglio. NON E’ LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO (Hegel) ma una banale aritmetica. Poi però vado dal benzinaio e mi dico: anche questa l’ho in quel posto….. e mi inca..o.

  3. Aridaje che pesiamo il prosciutto con la carta e il coltello!
    Quel 3,36 e’ farlocco. Se togliamo il mancato adeguamento della bandiera si riduce ad un ridicolo 1,7
    La volete capire che una trattativa cosi’ dove sono stati messi nel sacco una quindicina di piccioni l’avrebbe condotta meglio la più’ becera delle massaie dei tempi del Carlo Cudega?
    Perche- devo sovvenzionare chi mi rappresenta in modo cosi’ insufficiente?

  4. caro Khoolaas e’ quel “SOLO SE” il vero padulo,non mi risulta che l’ATM (es.trasporti) abbia in essere un sistema di adeguamento del genere,dovrebbe essere “ANCHE SE” con un eventuale premio (sto sognando lo so) per il miglioramento della qualita’ del servizio,senza contare,come ha sottolineato marco,che escludendo la bandiera,mi riduci l’adeguamento,gia’ ridotto come penalita’,della meta’ c.ca(lo dice marco e lo prendo per buono fino a prova contraria) cioe’ ti riconoscono un tuo sacrosanto diritto “SE”,mentre assicurazioni,benzinai, commercianti, meccanici,inps,inail,radio ecc. insomma tutto il mondo che nel frattempo ruota intorno a noi e SI ADEGUA,se ne strasbatte del “SE”.Aumentano e basta,per come la vedo io,da gnurant,e’ un ricatto che sa di garrota!

  5. Domanda legittima Marco a cui ne aggiungo un’altra: come coinvolgere le persone, i colleghi, in modo più ampio per evitare che i dirigenti sindacali siano eletti dai “soliti noti” ?

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