(Notizia di qualche giorno fa, ma comunque interessante)
Roma. Si sono presentati nelle officine convenzionate di buon mattino, soddisfatti per essere stati chiamati per primi, e nel giro di un’ora l’operazione era conclusa: tassametri aggiornati e via da subito alle nuove tariffe, attese da due anni e mezzo tra infinite polemiche. Da ieri, così, una prima tranche di oltre 200 auto bianche applica prezzi più alti delle corse. La «taratura» di tutti gli 8mila taxi romani prosegue, adesso, secondo un calendario che dovrebbe concludersi entro fine luglio, con il risultato che la clientela, in questa fase di transizione, andrà incontro a una sorta di «ruota della fortuna»: chi salirà su un’auto pubblica non ancora «aggiornata» pagherà di meno, in caso contrario mano al portafoglio.
Ma non è il problema maggiore. Già ieri, non appena i primi autisti hanno iniziato a viaggiare con il nuovo tariffario, è scoppiato il giallo del supplemento per il «diritto di chiamata da radiotaxi»: 3,5 euro da pagare extra, in aggiunta alla cifra sul display. Applicarlo o no?
Così come è stato concepito, il «diritto» dovrebbe sostituire l’importo maturato sul tassametro nel tempo in cui il taxi, vuoto, raggiunge il cliente. Una misura a tutela dell’utenza che, nei casi di chiamate molto distanti, penalizza fortemente i tassisti. «Io mi regolo così: procedo come prima, accendendo il tassametro al momento della chiamata, ma poi non ho la faccia tosta di chiedere pure i tre euro e mezzo», raccontava ieri mattina un autista al parcheggio dell’Eur. Il dubbio è diventato un vero e proprio caso nel pomeriggio, quando nei display delle 3.500 vetture collegate con il «3570» è apparsa la seguente scritta: «URGENTE! Si invitano i soci a non richiedere il supplemento di 3,50 euro sulla chiamata radio taxi e a rispettare un tetto massimo entro il Gra di 5 euro, oltre lo scatto iniziale». La maggiore cooperativa di taxi, dunque, fa di testa sua. Fin dal primo giorno lancia l’«obiezione di coscienza» contro una delle novità del tariffario, rendendo esecutiva una soluzione (il tetto di 5 euro) che l’assessore Aurigemma nella delibera di maggio aveva scartato.
É un blitz, questo di Loreno Bittarelli, leader del «3570», figlio di un regolamento di conti in corso tra i sindacati «tassinari», molti dei quali hanno accettato il ruolo di mediatore del «Bitta» con il Comune, in cambio di un indebolimento del più potente radiotaxi cittadino. Il risultato, per ora, è il caos. Seguiranno (oggi) polemiche.
Mondo taxi: le sorprese non finiscono mai.
fonte: roma.corriere.it 12/06/2011 F. Peronaci
Le cose semplici, mai, èh?
Vedremo cosa faranno al primo tassinaro che arrivato a destinazione chiederà (ubbidendo agli illuminati costruttori di regole che dopo le disfano) più di 3,50 Euro, perché a tassametro sono di più. Il cliente, se si comporterà come a Milano, starà zitto. Pagherà, ritirerà la sua brava ricevuta e DOPO, solo dopo qualche tempo, il tassinaro verrà chiamato in Commissione Disciplinare del Comune. Con condanna automatica e garantita.
Ma qualcuno, potrà urlare dal suo balcone “INGIUSTIZIA, SOPRUSO, SCIPOERIAMO, TUTTI IN PIAZZA!” E tutti dietro come i pecoroni dell’Agro…
Ma usare un tassametro trasparente, no? O il radiotaxi a Roma è COSI’ inutile da aver bisogno di “eliminare” il tassametro come strumento per quantificare il costo di una corsa?
Auguri!
Osservazioni:
– “Una misura a tutela dell’utenza che, nei casi di chiamate molto distanti, penalizza fortemente i tassisti”
E in caso di chiamate poco distanti?
Il costo fisso su chiamata rtx non favorisce e non penalizza nessuno (sempre che sia stato “calcolato” con ragionamento tecnico e non politico…) dal momento che dovrebbe rappresentare una MEDIA tra 2 estremi, media che è sempre più TRASPARENTE e comprensibile per tutti.
O che forse la bandiera è variabile a seconda di quanto tempo il taxi ha aspettato al posteggio??
Ve li immaginate i clienti se il tassametro partisse una volta da 1€ (sosta breve) e una volta da 6€ (sosta lunga)?… lo sapete il risultato? che i clienti scapperebbero dal servizio.
Ecco: con la chiamata rtx è LO STESSO, non sono azzi del cliente da quanto il taxi aspetta al posteggio, e non sono azzi del cliente da dove è partito il taxi per andare a prenderlo. Ci vuole il supplemento fisso: l’hanno capito in quasi tutta Europa, ora l’hanno capito (non tutti) anche a Roma.
– “Io mi regolo così: procedo come prima, accendendo il tassametro al momento della chiamata, ma poi non ho la faccia tosta di chiedere pure i tre euro e mezzo”
E ci mancherebbe pure! O l’uno o l’altro, direi.
– “La maggiore cooperativa di taxi, dunque, fa di testa sua”
Bella questa… Se non fate come piace a me, aridateme il pallone che è mio e non si gioca più!
Altra osservazione:
Col “sistema variabile”, a tassametro (nelle sue varianti romana e milanese, cioè con cap o senza), i rtx più grandi hanno un vantaggio competitivo dovuto al fatto che in media avranno sempre un’auto più vicina al cliente (quindi più economica).
Col “sistema fisso” una parte di competitività viene a mancare (resta cmq la competitività sul tempo di arrivo).
Ergo il 3570 è contrario al supplemento rtx fisso.
manca un’ulteriore osservazione:non è che le corse lontane non vengono accettate,e,inoltre non può succedere che il pimo che passa venga preso dal cliente e a noi rimane il classico bidone.Comunque ringrazio edibologna per le sue attente riflessioni .che speriamo vengano lette da chi spesso sceglie anche per noi,senza polemica.
un altra cosa vorrei capire,ma se io do 3 minuti ed il cliente scende con comodo sono sempre 3,50 euro?
Perche con il sistema attuale il cliente sa che se il taxi aspetta il tassametro gira e si da una mossa,con il sistema di roma, che fretta avrebbe,tanto il tassametro parte quando sale.Alex
bravo,,,,urge saperne di piu’!
Il tassametro parte all’arrivo del taxi all’indirizzo, €3.00 da una parte, €3.50 dall’altra. Se hanno fatto diverso, mi permetto di dire che hanno fatto male.
Piuttosto non capisco la polemica sul fatto che così “si penalizzano i colleghi senza rtx che lavorano dalle colonnine”: la chiamata da colonnina dovrebbe funzionare come prima, cioè tassametro parte quando il taxi parte dal posteggio e nessun supplemento è dovuto (a Bologna funziona così, per lo meno…).
Qualche romano ci spiega?
Senza polemica ma quando leggo alcuni commenti mi chiedo se a scriverli siano colleghi o qualche proprietario di società (e specifico società ) di radiotaxi. Ci vanno lorsignori a prendere il cliente a x chilometri con un costo al chilometro dell’auto superiore al nostro guadagno? Parlano probabilmente senza aver mai messo il sederono sul taxi ma accomodandolo su una poltrona davanti a una scrivania. Fanno i signori con i soldi degli altri (tipico nel nostro paese) mai con i loro. In cuor loro pensano di trasformarci in miti dipendenti delle loro società. Se lo scordino e in fretta. Un commercialista e il lavoro al ribasso che questi strani personaggi ci propinano li troviamo da noi. Il tassametro tornerà a regnare sovrano , come è giusto che sia. E i culi sulle poltrone a contare i nostri soldi è un’abitudine che vi faremmo perdere in un attimo. A cottimo uscite a lavorare voi, tira tira la corda si spezza
@Anonimo
Secondo me
4+8+5+7=6+6+6+6
Verificata questa condizione, e dico *verificata questa condizione*,
dal momento che il cliente preferisce *di sicuro* un costo certo ad uno incerto, perché noi non dovremmo assecondare il cliente *A PARITÀ DI INCASSO*?
Certo che la parità di incasso la raggiungi sui grandi numeri, una volta farai 1km non pagato, un’altra farai 1km e te ne saranno pagati 2… Ma alla fin fine l’incasso è lo stesso, i clienti più contenti e probabilmente più numerosi.
Tutto il pappone su culoni e cottimo è fuori luogo: è matematica.
Infatti il problema è proprio questo: l’incasso
è sempre quello, ed è sempre quello da molti anni a questa parte. Con la differenza che noi vorremmo sia molto ma molto più alto, visto che quello che ruota attorno a noi è aumentato con indici esponenziali di 2 se non addirittura 3 cifre (associazioni comprese) mentre noi aumentiamo a frazioni del 2/3%. Così sono stato più chiaro? Giusto per chiarire che pontificatori nel settore ne abbiamo già abbastanza
10 anni, dico 10 per avere l’aumento della bandiere di 10 centesimi (neanche in Bangladesh). E devo ancora sentire qualcuno che mi fa il pistolotto manco fosse il mio datore di lavoro. Eccoli gli strepitosi risultati ottenuti dalle nostre molteplici (forse troppe no?) sigle sindacali. Resto in attesa di un altro mirabolante calcolo su come girare per ore come una trottola al fine di guadagnare 3.3 euro al giorno in più. E dover essere anche contento e ringraziare cotante proposte
Paolo hai dimenticato una crisi di settore pesantissima e un fisco impazzito che la ignora e che,anzi, presume incassi che sono il triplo della verita’. Siamo a rischio di estinzione e le associazioni dormono a tale punto che potrebbero sollevarci dubbi seri sulla ragione della loro stessa esistenza.
che ci sia da pensar male?
Infatti quando dico gli stessi incassi sono molto ottimista. Secondo i benpensanti dovrei fare il doppio dei km per fare lo stesso incasso. Visto che ho i costi di gestione di un’attività privata (e che costi) il parametro incasso/chilometri percorsi deve essere un valore che col passare degli anni diventa crescente e non sempre uguale in decrescente come qualcuno ipotizza. Portare dieci clienti ed incassare come ne avessi portati 5 è un miglioramento? Continuo a portarne 5 e poi sto al posteggio a leggere tranquillamente. Altro che 6+5+3 e balle varie. Ma i nostri sindacati ti dicono sempre la stessa cosa: ‘piuttosto che…..’. Lo dicono da talmente tanto tempo che ormai non fa più neppure effetto. Quando poi arriva la cartella esattoriale fuori da ogni logica dopo attentissima riflessione con il pool di commercialisti super di cui dispongono ti rispondono: ‘eh, spiace ma bisogna pagarla per intero’. Accidenti, che peccato. Ma conoscono la parola RICORSO? Sanno che i commercialisti seri impugnano le cartelle esattoriali dei loro clienti e spesso, molto spesso vincono? Sono forse loro che si affidano a commercialisti incapaci o hanno stabilito un patto per il quale noi si debba essere vittime sacrificali? Se mi servono solo per tenere contabilità e riscuotere la quota associativa arrivederci e grazie. Pago per essere tutelato non per usufruire di 4 scribacchini. Investano i milioni incassati in questi anni con le quote per dotarsi di avvocati, fiscalisti e commercialisti qualificati e non per ingrassarsi le tasche
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca (famoso e azzeccato detto). Sembra quasi che le ormai inflazionate (solo un idiota può credere che più taxi e farmacie siano una botta per l’economia) liberalizzazioni che a cicli costanti ci sventolano sotto il naso non siano poi così malviste da alcuni nostri boss. Servono a tenerci buoni, a farci accettare di tutto e a rafforzare le loro altrimenti sempre più inutili esistenze. Ma fino a quando? Fino a quando pensano che un giorno non li si mandi sonoramente aff……
io,che sono maligno di natura, col ragionamento vado anche oltre: e se LORO sapessero gia’ dove si vada a finire? e magari….se lo auspicano? perche’ pensano (i furboni) di sfangarla e anzi,di faci la grana?
Beh ariete io mi ricordo che a gennaio durante le assemblee spontanee venne in stazione centrale un sindacalista a dire che stava andando tutto per il verso giusto e che quindi sarebbe stato opportuno riprendere a lavorare.Il giorno seguente lo stesso sindacalista in un’intervista su di un quotidiano si esprimeva a favore della completa liberalizzazione del nostro settore.
Il tuo ragionamento forse non è poi tanto sbagliato.
Secondo me, se il commercialista privato perde un cliente, di conseguenza soldi, subisce una perdita mentre il sindacato, che ti tiene anche la contabilità, pensa, purtroppo morto un papa ne rimangono molti altri.
Io personalmente ho preferito un privato, perché , se mai dovessi averne bisogno( mi sto toccando gli zebedei) mi sentirei più tutelato.
Senza nessuna polemica nei confronti delle associazioni.
se tutti si comportassero come tè,saremmo ancora agli anni del cavaliere e del vassallo.del nobile e del popolo ,i sindacati hanno contribuito a far valere i diritti e ha rappresentare i lavoratori di fronte alle amministrazioni,e,scusa, non è che se li rappresentano male la colpa è dei rappresentati,e di quelli che invece di lottare si rifugiano dal commercialista.Ponzio Pilato docet:
Bene. Alllora via dalle associazioni e a questo punto la quota associativa solo come sindacato deve costare 1/5 (ed è già tanto). Dopodiché si va in massa da commercialisti seri. O imparano a tutelarci smettendola di farci spennare dall’agenzia delle entrate o l’unica soluzione è questa
E’ ovvio che tanto più è nero l’orizzonte tanto più il singolo, intimorito dal futuro che lo aspetta, cerchi un “rifugio sicuro” sotto le gonne di chi gli promette di difenderlo…
Quindi non è fuori posto il sospetto che le minacce che incombono ormai da anni (Bersani in testa) sul ns. settore “facciano il gioco” delle ns. associazioni che sono e restano l’unico interlocutore “politico” che abbiamo.
Tra l’altro non capisco perchè continuiamo a chiamarli sindacati.
Dunque è chiaro che:
1- non sono sindacati (quelli sono per i lavoratori dipendenti) ed infatti “loro” ci vedono come lavoratori dipendenti
2) SONO TROPPI e TROPPO DIVISI!
3) ci sono troppi intrecci con la politica che viene vista come lo scudo che ci salvi dal fuoco nemico SOLO quando si tratta di “salvarci” dall’ennesimo temporale.
4) ci sono troppi servizi (leggasi interessi) al contorno che fanno inevitabilmente perdere di vista la VERA missione delle associazioni.
Insomma è ora, di fare un “salto” di qualità.
E’ ora di prendere coscienza (noi e loro) che siamo IMPRENDITORI e che la ns. licenza/macchina è un’IMPRESA (piccola ma sempre IMPRESA è).
E’ ora di prendere coscienza che TUTTI INSIEME siamo un fior fiore di azienda (infatti i vari Monteprezzemolo de noantri l’hanno capito benissimo) che qualunque banca farebbe carte false per accapparrarselo come cliente.
Siamo un’impresa (tutti assieme) che ogni giorno porta a casa centinaia di migliaia di Euro IN CONTANTI (solo a Milano). CASH! soldi veri, soldi freschi (proprio quello che oggi le banche cercano come il moribondo l’acqua nel deserto).
E’ ora di smetterla di tremare come foglie ogni volta che parte l’attacco del liberalizzatore di turno
E’ ora di capire che “l’approccio difensivo” tenuto fino ad ora lascia spazio ai nostri “nemici” di pensare che prima o poi possono riuscire nel loro intento e quindi ciclicamente di provarci e riprovarci ancora.
E’ quindi ora che nasca una CONFINDUSTRIA del TRASPORTO PUBBLICO con dentro taxi e NCC (bene o male siamo condannati a convivere come gemelli siamesi) ed è soprattutto ora che le ns, associazioni capiscano che o sono capaci di fare questo salto di qualità oppure per loro è finita, anche perchè i vari servizi che offrono (e su cui forse nemmeno guadagnano) sono diventati così tanto costosi (e in prospettiva lo saranno sempre di più) che presto o tardi, piano piano ce ne dovremo forzatamente privare rivolgendoci alla “concorrenza” dei commercialisti, app’s per smartphone al posto di RTX etc..
Una Confindustria dei Trasporti che faccia esattamente quello che fa l’Associazione degli industriali e cioè lobbing lobbing e ancora lobbing e difenda gli interessi degli associati nel breve e nel lungo termine, che avanzi richieste, proposte, studi e si accaparri “aiuti” Europei e di stato, che vada alla caccia di “teste” autorevoli che ci sostengano (prof. universitari?) martellando i mass media con le problematiche del settore e riesca finalmente a ribattere colpo su colpo gli infiniti attacchi mediatici di cui siamo oggetto ribaltando il “sentimento negativo” che in questi ultimi anni i nostri nemici sono riusciti a inculcare nell’opinione pubblica.
Insomma una Associazione che faccia capire una volta per tutte a chi ci vuole morti (o meglio loro dipendenti a 1000E/mese cosiccome come hanno fatto con tutti gli altri) CHE NON CI RIUSCIRA’ MAI!
Condivido dalla prima all’ultima parola. O evolvono con noi in fretta o li lasciamo a piedi
Vedo che si preferisce chiudere orecchie e cervello e saltare di palo in frasca su costi, commercialista e sindacati piuttosto che ragionare.
Certo si fa molta meno fatica: meglio difendere lo status quo (evidentemente piace ed è perfetto) che pensare a cambiamenti che possano essere positivi per la categoria.
Ho forse proposto di abbassare le tariffe?
No, ma per qualcuno “cambiamento” sarà sempre e solo sinonimo di “fregatura”, ergo chi propone di cambiare le cose è SEMPRE uno che ti vuole fregare, un venduto, uno senza abbastanza palle da lottare, dal momento che siamo ancora, forse, al pueblo unido hamas sera vencido (e invece non lo siamo più da un pezzo).
Molto meglio proporre l’aumento della bandiera, l’introduzione dei supplementi, magari il supplemento caldo (ehi!, si consuma di più), il supplemento neve (ehi!, è più pericoloso), il supplemento salita, il supplemento altitudine, il supplemento discesa (eh, sa… i freni…), il supplemento finestrino aperto (fa resistenza all’avanzamento, no?) e via dicendo.
Perché così facendo si fa la figura di quello che ha a cuore il reddito della categoria.
Quello che propone di cercare l’abbassamento dei costi, invece, è un menagramo, perché è più faticoso, addirittura richiede un CAMBIAMENTO, no!, non sia mai!, noi siamo tassisti, virili e ostinati fino alla morte (virtuale e liberalizzatoria), non ci piace andare incontro alle esigenze di un paese nel quale (per cause sistemiche) TUTTI perdono capacità di spesa, noi vogliamo sempre e solo tariffe più alte e non vogliamo nemmeno cambiare la struttura tariffaria per camuffare almeno un po gli aumenti (prego rileggere attentamente le ultime parole…).
Continuiamo a tenere il prosciutto su occhi e orecchie invece di usare l’ingegno, perché se chi in buonissima fede fa proposte, usando appena appena il cervello, è considerato un pontificatore, uno che si vuole mettere in mostra, uno che vuole il male di tutti tranne che di se stesso, forse è meglio seguire chi si alza dal seggiolino solo per dire:
NO!
Vorrei chiarire meglio il mio precedente e stringato post precedente,prima che l’onesto,a mio giudizio,Martano,se ne abbia a male,non sto dicendo che TUTTI i sindacalisti siano sospettati di doppio gioco,ma credo sia lecito pensarlo di quelli appartenenti ai piu’ organizzati e GROSSI,addentro nei RTX,nelle commissioni,nel comune e regione DA SEMPRE,che hanno una capacita’ economica, STRUTTURALE e conoscenza dei movimenti sotterranei ai piu’ sconosciuta,almeno Roberto ha tentato una battaglia,hainoi,non capita nella sua reale importanza e supportata a dovere,che non ha potuto evitare di chiuderci in un recinto a cui NON appartenevamo: L’ARTIGIANATO!E’ la madre di tutti i guai,TPL quando conviene A LORO,artigiani quando conviene…..A LORO!E cosi’ ci ritroviamo nelle pesti,con tali organizzazioni (meglio chiamarle cosi’) che NON potendo aumentare piu’ di tanto sulle ns.spalle i LORO costi,FORSE stanno pensando come organizzarsi l’orticello futuro!
caro edbologna,PERSONALMENTE non contesto aprioristicamente soluzioni innovative/alternative all’attuale sistema,ma credo che nonostante la buona fede del proponente di turno,se non si cambia radicalmente il paradigma e cioe’: NON si puo piu’ aspettare e giocare in difesa a”catenaccio” ma spingere l’altra squadra nella propria meta’ campo,qualsiasi concessione “accomodante” verra’ presa come un atto di ulteriore debolezza e servilismo su cui l’altra squadra costruira’ una nuova manovra d’attacco,perche’ cosciente dell’aumentare del fiato corto nostro,bisogna darsi una struttura UNICA,1 sindacato,1 radio,1 uff.avvocati e 1 uff.stampa,allora si riuscira’ a concentrare 1 unica potenza di fuoco economica ottimizzandone l’effetto,schiacciando FORSE l’altra squadra nella sua meta’ campo permettendoci di tirare il fiato e organizzare il CONTROPIEDE e qui’ ti do ragione,di cui abbiamo bisogno,valutando a quel punto,soluzioni alternative/innovative per abbattere i costi e quindi aumentare il guadagno netto senza scaricarne l’onere tutto sull’utenza, ma se non siamo in grado nemmeno di ribattere alla follia del fisco, perche’ ce la facciamo(ahime’ giustamente,nella situazione attuale) sotto, temo che qualsiasi “alternativa” sia solo 1 pannicello caldo ad un moribondo!
Caro Ariete62, hai perfettamente centrato il problema.
da “milano32”
E’ quindi ora che nasca una CONFINDUSTRIA del TRASPORTO PUBBLICO con dentro taxi e NCC (bene o male siamo condannati a convivere come gemelli siamesi)
GIUSTO,bisogna risolvere IN CASA,questa lotta intestina tra parenti,isolare gli abusivi delle varie frange ed eliminarli,riscrivere prima un accordo che tuteli le 2 figure giuridiche simili ma pur diverse e i confini di operativita’ LEGALE e poi fare fronte comune,altrimenti,temo sara’ gioco facile per i”terzi incomodi”che stanno bussando alle porte con un ariete (che NON sono io) medioevale!
Qualcuno qui parla sempre di aggiustare, camuffare, migliorare, abbassare i costi…. Si deve avere la percezione di…. Di che? Solo noi fibbia dare la percezione? Perché l’associazione è aumentata del 140% in pochissimi anni? E il carburante? E i canoni associativi? E la manutenzione tassametrica? Il bollo? La manutenzione dell’auto (costo all’ora della manodopera e pezzi di ricambio). Come mI tutti questi signori se ne sono sbattuti i c…. di dare la percezione e hanno aumentato a piacere e a dismisura e noi, che di questi costi siamo direttamente interessati, dovremmo dare la PERCEZIONE o accettare tariffe e condizioni sempre più al ribasso. Non c’è spazio per idee che non portino un effettivo aumento che sia allo stesso tempo qualitativo (per noi, non solo per l’utenza) e tariffario. E non c’è spazio per chi ci propina queste idiozie e le firma imponendocele ormai da troppi anni. Gente che ha firmato accordi tariffari legati alla conoscenza di 2 lingue straniere. Noi dovremmo conoscere 2 lingue straniere e chi si è seduto al tavolo a firmare questi accordi (assessori e esponenti sindacali) dai redditi spesso faraonici parlano a stento l’italiano. E tanto per capire quanto ci prendono per il culo è sufficiente andare a prendere l’algotitmo di adeguamento tariffario e rendersi conto della pagliacciata che è. Un calcolo astruso e volutamente complicato (tanto pensano siamo tutti ignoranti) che nella migliore delle ipotesi ti fa recuperare giusto l’indice di inflazione programmata (assai distante da quella reale) ma che molto spesso (quest’anno ad esempio) non raggiungendo i famosi parametri (e raggiunti quelli daranno l’adeguamento forse se parleremo anche il cinese) non ci fa recuperare neppure la misura inflattiva minima. Cosa dovrei far percepire? L’unica cosa che stiamo percependo noi è che iniziamo ad averne pieni i c….. Fate il sindacato e fatelo bene. Tutelateci dagli sciacalli delle agenzie delle entrate. Se non riuscire a fare ne l’uni ne l’altro andate a casa. I tempi del: ‘piuttosto che…..’ sono finiti
Qualcuno qui parla sempre di aggiustare, camuffare, migliorare, abbassare i costi…. Si deve avere la percezione di…. Di che? Solo noi dobbiamo dare la percezione? Perché l’assicurazione è aumentata del 140% in pochissimi anni? E il carburante? E i canoni associativi? E la manutenzione tassametrica? Il bollo? La manutenzione dell’auto (costo all’ora della manodopera e pezzi di ricambio). Come mai tutti questi signori se ne sono sbattuti i c…. di dare la percezione e hanno aumentato a piacere e a dismisura e noi, che di questi costi siamo direttamente interessati, dovremmo dare la PERCEZIONE o accettare tariffe e condizioni sempre più al ribasso. Non c’è spazio per idee che non portino un effettivo aumento che sia allo stesso tempo qualitativo (per noi, non solo per l’utenza) e tariffario. E non c’è spazio per chi ci propina queste idiozie e le firma imponendocele ormai da troppi anni. Gente che ha firmato accordi tariffari legati alla conoscenza di 2 lingue straniere. Noi dovremmo conoscere 2 lingue straniere e chi si è seduto al tavolo a firmare questi accordi (assessori e esponenti sindacali) dai redditi spesso faraonici parlano a stento l’italiano. E tanto per capire quanto ci prendono per il culo è sufficiente andare a prendere l’algotitmo di adeguamento tariffario e rendersi conto della pagliacciata che è. Un calcolo astruso e volutamente complicato (tanto pensano siamo tutti ignoranti) che nella migliore delle ipotesi ti fa recuperare giusto l’indice di inflazione programmata (assai distante da quella reale) ma che molto spesso (quest’anno ad esempio) non raggiungendo i famosi parametri (e raggiunti quelli daranno l’adeguamento forse se parleremo anche il cinese) non ci fa recuperare neppure la misura inflattiva minima. Cosa dovrei far percepire? L’unica cosa che stiamo percependo noi è che iniziamo ad averne pieni i c….. Fate il sindacato e fatelo bene. Tutelateci dagli sciacalli delle agenzie delle entrate. Se non riuscite a fare ne l’uno ne l’altro andate a casa. I tempi del: ‘piuttosto che…..’ sono finiti
il sunto di paolo,se ho capito bene e che e’ anche il mio,e’ che non si puo’ avere la moglie ubriaca (NOI) e la botte piena (LORO).Se siamo inquadrati come artigiani ,nessuno e ripeto NESSUNO,puo’ imporci alcuno sconto a chicchessia o parametri cervellotici,per quello che e’ un adeguamennto DOVUTO al costo della vita,altrimenti siamo dei DIPENDENTI,ma in tal caso,DIRLO chiaramente grazie,cosi’ ogni operatore ne prendera’ atto e le eventuali misure!
Via libera a una Confindustria del settore vogliamo professionisti, non persone che non hanno la forza di replicare a giornalisti che scrivono qualsiasi idiozia su di noi ( esiste la querela ma non la fanno mai, sapete bisogna pagare qualche soldino); che ci tutelino dalla follia dell’agenzia delle entrate con commercialisti validi e non ti mandino davanti ai riscossori con l’ultimo degli impiegati che non sa neppure cosa dire. Il sindacato deve fare il sindacato. Se vuole essere pagato per fare altro deve averne le competenze e ottenere risultati
Non siamo bonzi ,che per evidenziare un problema esistenziale si dà fuoco,ma l’incapacità di ascolto della “Categoria unita”è ormai palese,sono appollaiati in attesa che gli agonizzanti poveri taxisti la smettano di soffrire e tutto torni come prima della primavera di Roma,veramente era gennaio e faceva un freddo cane,vero Napoli. Stiamo scrivendo il “Pappagallo” e poi a settembre chi c’è ,c’è e vediamo di riorganizzare chi crede che ci sia una via d’uscita a questo “cul de sac”in cui ci hanno infilato.Non siamo pubblici,non siamo privati ,dobbiamo costare poco se no ci aumentano le licenze,però pagate le tasse anche se siete stati congrui con lo studio di settore e dimenticate di ammalarvi che tanto non ce ne frega niente.E la pensione che vi diamo e’ circa la sociale e così aumenterete la statistica dei “Poveri”dopo aver lavorato 51 anni come me.
Uno sostiene che siamo artigiani, imprese, ecc l’altro vorrebbe andare con la manina tesa in Comune a chiedere aumenti a 2 cifre:
ma sapete che una VERA impresa, PRIMA di aumentare i prezzi, cerca in ogni modo di abbassare i costi? Questo per la pressione, ehssi’, della concorrenza.
NOI cosa abbiamo fatto per abbassare i nostri costi?
Ce li ha imposti il Comune n rtx? Mila sindacati?
Ce l’ha imposto Montezemolo di avere 90 modelli di taxi diversi ogni 100 licenze? E le manutenzioni ognuno nella sua officina?
Guardate la realtà in faccia, voi arrabbiati: se fossimo vere imprese saremmo già tutte fallite.
Chiedere aumenti di tariffa quando le opportunità di diminuire i costi NON vengono nemmeno considerate, significa fare ciò di cui siamo da sempre accusati: approfittare della mancanza di imprese concorrenti e scegliere la via più comoda, cioè tariffe più alte invece che costi più bassi.
Ma se abbiamo costi alti la responsabilità non è dei sindacati, è NOSTRA. perché corriamo sempre dal sindacato che fa la faccia feroce per avere tariffe più alte, non certo da quello che propone di unirci per l’abbassamento dei costi.
Caro EdBologna, le differenze di opinioni sono il sale della vita e il bello delle discussioni come su questo blog è comunque confrontarsi ed arrivare ad una sintesi.
Ora sui punti che citi:
– è vero che la struttura dei costi ce la siamo un pò cercata dassoli.
– è vero pure che si tende a scegliere per logistica, comodità e diciamo pure pigrizia TUTTO dalla stessa associazione. Poi ti guardi attorno senti dei costi di altri colleghi ed altre associazioni e ti comincia a venire il sospetto che ci marcino un pò e ti viene la voglia di cambiare per una più conveniente, senonchè ormai sei “intrappolato” con la tua e almeno per l’anno contabile sei legato mani e piedi al loro commercialista.
Se poi consideriamo il RTX non parliamone nemmeno quando per entrarci per grazia ricevuta hai dovuto sganciare xxxxK Euro!
Io penso che:
1) le associazioni NON dovrebbero fornire servizi a pagamento
2) le associazioni sono TROPPE
3) le associazioni (associandosi fra loro) dovrebbero promuovere agenzie di fornitura di servizi per gli associati SENZA SPECULARCI SOPRA!
4) le associazioni dovrebbero essere gestite/dirette da persone PER BENE (ma questo vale sempre ed ovunque), pronte a farsi da parte in qualsiasi momento e senza PERSONALI CONFLITTI DI INTERESSE.
5) Le associazioni dovrebbero MONITORARE i costi degli associati (facendo bene attenzione a non essere LORO le prime a GENERARLI), l’andamento del paese e quello del ns. business e fare ENTRAMBE le cose dici tu.
Ovvero da una parte andare alle commissioni e contrattare le tariffe su QUELLE basi. Non c’è bisogno di facce feroci. Basta avere conti e tabelle in tasca e idee chiare in testa.
Dall’altra stimolare la concorrenza fra “agenzie” che ci forniscono servizi attraverso la stipula di contratti, convenzioni e quant’altro con case automobilistiche, professionisti, assicurazioni, RTX, meccanici, carrozzieri e chi più ne ha più ne metta.
Ora da ciò che scrivi pare di capire che ad es. a Bologna e forse Genova sia avvenuto il “miracolo” che in una sola associazione si sia riusciti a “sintetizzare” felicemente tutte le condizioni sopracitate. Sono felice per voi. A Milano pare che siamo ancora moooolto lontani ma forse attraverso questo Blog ed al Pappagallo ci siamo messi in marcia.
Un abbraccio
Leggendo Paolo, Ariete 62, Milano 32, mi si apre il cuore. Mi sembra di leggere me stesso, magari con parole diverse, ma con la chiarezza mentale e la conseguente pulizia nelle prese di posizioni che diventano estremiste e conservatrici solo per chi dopo ESSersi svenduto tutto ed essere disponibile a vendere qualunque altra cosa non sa più nemmeno che cosa o chi era. NON STO ASSOLUTAMENTE PARLANDO DI ED BOLOGNA PER ESSERE CHIARO CHE APPREZZO NEI SUOI INTERVENTI COSTRUTTIVI e frutto di una realtà cooperativa dall’800. A chi mi chiede invece di morire di fame per ingrassare ancora un pò dico solo che così non può proseguire perchè contrariamente al detto c’è un limite anche al peggio
Il punto non è avere auto tutte uguali (stile cab inglesi) per essere competitivi. In Germania girano quasi tutti in Mercedes e BMW. Qui stiamo lentamente passando alle utilitarie. Le tabelle dei costi al chilometro con le maggiori città europee evidenzia un crollo del costo chilometrico di quelle italiane. Non seguiamo negli aumenti i lavoratori autonomi ma stiamo progressivamente seguendo gli operai. E questo non ci sta bene. Il sindacato negli ultimi 10 anni ha ottenuto poco o nulla. Diciamo che spacciano come un loro successo quello che alla fine è giusto il dovuto e nulla più. Quali abbassamenti dei costi? Il gasolio costa come il Krug e qualcuno ha urlato per mesi che avremmo ottenuto un prezzo al litro speciale. Per trovare un assicurazione che ti faccia risparmiare devi sbatterti da solo un mese circa (e il risparmio è ridicolo). Non voglio attaccare qualcuno in particolare ma perché se il contratto di assistenza tassametrica 12 anni fa costava in lire circa 70.000 ora in euro arriviamo a 75, e il mio tassametro che partiva da 5000 lire ora parte da 3.20 euro. Ed è solo l’inizio (associationi 800.000/900.000 lire ora circa 1.000 euro, assicurazioni 2.000.000 l’anno ora 3.000 euro). C’è più di qualcosa che non va ed ora non ci sta più bene. O ci riallineate al giusto prezzo o soldi da noi non vedete più
1: SIAMO artigiani,disgraziatamente e infatti cosi’ ci trattano ma…….SOLO FISCALMENTE pero’!
2: la manina piu’ che tesa fra un po’ sara’ pure dotata di optional adeguato alla richiesta,stante la situazione”cul de sac”. non vi e’ alternativa praticabile per la mera sopravvivenza.
3: appunto…una VERA impresa,cioe’ quella che ad esempio FA IL PREZZO senza bisogno del permesso della mammina,scarica TUTTA l’ I.V.A. ed e’ in grado di CERTIFICARE il proprio volume di affari, positivo o NEGATIVO, con o senza studi di settore ad elasticum (cioe’ se ho voglia ti credo altrimenti……..). insomma……a me sembra una bella differenza, ripeto essere nell’artigianato e’ per noi un controsenso in termini oltre che un suicidio economico!
ma cosa ci aspettiamo dal futuro?L’assessore Cattaneo,lombardia a un mia espressione”lei che gestisce la categoria”rispose “no,io sono controllore”la differenza sostanziale è che lui è chi emette le leggi che ci regolano,ed io un consultivo.In comune di Milano all’assessore Maran,tra lo sconcerto dei colleghi dissi”Lei per mè e il mio più grosso antagonista giacche possiede l’Azienda pubblica trasporti e gli sharing-car e i bike e i radio-bus:nessuna risposta come naturale,ma in concreto dobbiamo essere gestiti dal nostro maggior concorrente.Queste sono le ragioni per cui mi sento inerme ,considerato che le nostre cooperative di servizi ,vedi quella che era domiciliata in Messina 51 e anni fà in p.zza Perego sono saltate.I giovani dovrebbero imparare dagli errori e cercare di darsi da fare.
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Ha ragione EdBologna non è importante quello che guadagno (sempre meno) ma quello che spendo
(sempre più). E’ veramente inutile e deleterio inseguire sempre e solo l’aumento delle tariffe; cosa mi interessa far pagare di più al cliente, se poi quello che ho gudagnato in più lo spendo con gli interessi? Da una parte ho un cliente sempre meno soddisfatto e sempre più raro e dall’altra un taxista sempre più inqueito e frustrato.Questa strada è un vicolo cieco e bisogna fare una bella retromarcia al più presto.
Caro Martano, la tua memoria storica è preziosissima.
Citi le cooperative che sono fallite. Dunque per non ripetere gli stessi errori si sa per quale motivo fallirono?
Motivi economici inevitabili, errori di budget, costi troppo alti, quote associative troppo basse o qualcuno con le manine un pò troppo lunghe?
stiamo parlando la stessa lingua ma da 2 punti di vista diversi, per fermare questa EMORRAGIA,e’ vero che occorre ORGANIZZARSI,cosa in cui siamo a dir poco deficitari,ma e’ anche in ambito FISCALE che bisogna intervenire: RECUPERO I.V.A. su tutto,acquisto compreso,se siamo un servizio pubblico CALMIERATO,per la miseria DEVONO calmierare anche le ns.uscite fiscali, cosa che mi sembra EVIDENTE nessun governo ha MAI preso in minima considerazione,spingendoci di fatto,giorno dopo giorno,a pagare come PRIVATI e artigiani e a incassare come servizio pubblico MA SENZA ALCUNA SOVVENZIONE,io non so voi,ma personalmente visti i BRILLANTI risultati,N-O-N mi fido piu’!COSA CI RESTA?
manine troppo lunghe e disinteresse della categoria a servirsene .siamo troppo individualisti.
In questo momento di relativa calma è necessario stimolare i sindacati e le associazioni affinchè portino a compimento una seria definizione di quello che noi siamo sia dal punto di vista fiscale sia dal punto di vista servizio per il pubblico; non possiamo più permetterci di essere servizio pubblico quando fa comodo a tizio e servizio privato quando fa comodo a caio. L’opinione pubblica non deve accorgersi di noi solo quando siamo minacciati dalle liberalizzazioni, ma ci deve vedere soprattutto quando portiamo avanti istanze che possono essere di beneficio alla comunità volte ad offrire un servizio migliore sotto tutti i punti di vista.
esatto,il tempo deli minuetti politici e’ finito con le richieste dell’A.D.E.
Intanto io mi sto sbattendo per cercare un commercialista valido per cercare di contrastare una doppia cartella esattoriale che mi calcola un incasso di due anni pari al valore di cinque toyota prius(senza sconto taxi,eh!!!)e relativa richiesta di due toyota prius.ciao fulvio.
il costo del ricorso è di €2800 per cartella cioè 5600€ però devi pagare le sanzioni subito,ridotte di 1/6 altrimenti se perdi diventano 6 volte tanto!quindi circa 130.000€ solo di sanzioni.piu tutto il resto.quindi cosa si fa?un altra soluzione sarebbe il condono per tutti,cioè che si paghi circa il 20%delle cartelle ricevute.comunque in ogni caso bisogna pagare a meno di una rivolta popolare….
Fratelli, se le ns. imprese fossero VERE imprese sarebbero già fallite da un bel pezzo. TUTTO il settore artigianato si regge sul “sacrificio” personale degli addetti/titolari.
In altre parole se facessimo i conti come li fanno “lor signori” si compila una lista che non finisce più.
Ammortamento licenza, costo chilometrico, canoni, gabelle, investimenti in attrezzature varie, contabilità, orari di lavoro e tempo perso ad inseguire la macchina burocratica per qualsiasi minkiata (contabilizzati a livello di lavoratore dipendente) e imprevisti di ogni genere (comprese cartelle dell’Agenzia delle Entrate, malattia, bidoni, fermi macchina per riparazioni) e forse ho scordato ancora qualcosa…. hai voglia…
Dunque il problema sono SIA i costi SIA le tariffe perchè sono legati indissolubilmente.
Poi è giusto anche quello che sostiene EdBologna:
1) bisogna fare ogni sforzo per contenere i costi
2) bandiera bassa e tariffa fissa per chiamate radio (tranne che per i turni notturni) sono tutte idee ragionevoli
per allargare l’area di business. Che mi frega di perdere 1-2 Euro su 1/2/3 corse se poi a fine giornata sono riuscito farne 2-3 in più? Lavori un pò di più, stai un pò meno fermo al posteggio ma hai portato a casa qualcosa in più!
Più semplice e trasparente è il sistema tariffario meglio è per tutti.
La deducibilità IVA (altro argomento MOLTO attraente per abbattere i costi) può passare solo con lo scontrino fiscale a cui applicare in modo TRASPARENTE al cliente l’IVA IN AGGIUNTA al costo della corsa.
Tale e quale lo scontrino fiscale rilasciato in Olanda e mostrato sul blog alcune settimane fa.
Così il cliente capirebbe che ANCHE NOI abbiamo lo STATO come socio occulto delle ns. imprese ed avrebbe la percezione che anche noi siamo contribuenti SANI dissolvendo una volta per tutte il “sospetto” di evasori che aleggia sulla categoria.
Ma quale scontrino? I bar, che lo devono emettere, come i ristoratori e i negozi sono sottoposti allo stesso trattamento folle che il governo (e qui non commento per evitare la censura) ha imposto. Prima dicono che sei coerente poi ti ammazzano con le cartelle esattoriali. La verità è che vogliono distruggere il terziario e lo fanno gioco forza perché noi impauriti paghiamo senza battere ciglio. Come mai le grandi società riescono praticamente a farsi annullare qualsiasi importo a loro contestato o a patteggiare a cifre ridicole rispetto all’importo originale. 1. Non pagano assolutamente la cifra contestata, neppure 1/6 iniziale. 2. Hanno studi di commercialisti alle spalle con 2 p…. quadrate. Il fisco va dove sa di poter pescare senza difficoltà. Iniziamo a non pagare come dei fessi spaventati e usiamo veri commercialisti. Basta pagare dilettanti allo sbaraglio. E basta piangere come bambini impauriti. Un po’ di orgoglio e fuori gli artigli. Come mai i c***** in P**** S**** girano in Cayenne, le suonano ai vigili restando vergognosamente impuniti, fanno lavorare bambini di 10 anni negli scantinati 18 ore al giorno come schiavi senza che ci sia un benché minimo, non emettono uno straccio di scontrino e sembra andare bene così? La verità è che il paese è allo sfascio e si vuole raccogliere il massimo spremendo chi ormai non ha più nulla da dare. Noi non abbiamo più nulla da dare. O lo capiscono con le buone o ci si ribella. TUTTI, non con i soliti imboscati che strisciano via come i vermi
Caro Paolo,
LORO non pagano perchè sono GROSSI, hanno i “mezzi” per corrompere chiunque e QUINDI sono nella parte alta della catena “alimentare”.
Di Noi INVECE potranno fare tutto ciò che vogliono finchè resteremo piccola impresa individuale saremo sempre mangime per squali (governo, mass media e finanzieri d’assalto).
Ecco un buonissimo motivo per la costituzione del Consorzione!
riassunto in poche e comprensibilissime parole,BRAVO!
Il motivo è validissimo. Il metodo, beh… Qualunque ente / impresa si accolli dei costi eccessivi è votata al fallimento. E un consorzione aumenta incredibilmente i costi (e le poltrone) per degli enti (i radiotaxi) che già oggi hanno costi fuori mercato.
Ed infatti caro Lucone,
quando parlo di Consorzione ho in mente qualcosa che assomiglia pochissimo alle ns. beneamate associazioni ed invece assomiglia tantissimo a Taxistory.
In altre parole credo che lo “spirito” che anima taxistory e “il Pappagallo” sia quello che ci vuole.
Persone per bene e senza secondi fini che ci mettono tutta la loro buona volontà ci dedicano tempo e tutto SENZA CHIEDERE SOLDI.
Dall’altra parte invece cosa abbiamo?
Approposito Leonardo che fa?
Un abbraccio
e qui’ la vedo dura,visto che”neanche un cane muove la coda AGGRATISSE”.cioe’ buttando via il suo tempo,l’impresa,riconosco ardua,e’ costruire una struttura,NON grande,ENORME,ma negli associati e MAGRA nelle teste,1 euro al giorno per 4.000 associati per 12 mesi sono UNMILIONEQUATTROCENTOQUARANTAMILA euro all’anno che per un uff.stampa e legale,possono essere un inizio!
Caro Ariete 62 mi hai letto nel pensiero e credo che con quella cifretta sarebbe un OTTIMO inizio!
Ciao
saro’ anche un illuso,ma se dovesse prendere piede un discorso del genere ci porterebbe anche a “contrattare” auto,carburanti e assicurazioni,con buona pace di “edbologna” che in questo caso gli do atto oltre che ragione,URGANISAMAS per la madocina!!!!!
Caro Ariete92,
Io ho in testa un’idea sul modello della CGIA di Mestre dove Giuseppe Borotlussi ha messo in piedi un ufficio studi con 3 persone capaci e volenterose che sforna statistiche e studi a gogò fondate su DATI reali sul settore Artigianato che sono un supporto indispensabile a chi “combatte” contro tutte le fregnacce che raccontano i politici, il sole 24 h, TV, Corriere e compagnia cantante. Ad esempio hanno fatto uno studio bellissimo sui prezzi dei settori liberalizzati in Italia che demolisce una volta per tutte la palla spaziale che la “libera concorrenza” che si determina con le liberalizzazioni porta benefici ai consumatori!
A noi manca una rappresentanza FORTE ed AUTOREVOLE nel campo economico (business e marketing), legale, fiscale e mediatico.
“Legando” questa struttura ad una “sentinella” sempre con le orecchie dritte a “intercettare l’aria che tira” all’interno della categoria ed il “pappagallo” come strumento di informazione e diffusione capillare tra i colleghi, avremmo chiuso il cerchio.
Stiamo parlando di 4 professionisti capaci e volenterosi.
Se poi si volesse ampliare il discorso per tutto il resto (carburanti, assicurazioni, case automobilistiche, officine etc.) basterebbe un buon broker (e saremmo a 5). Li si potrebbe pagare benino e in questi tempi di crisi con tanti validissimi giovani a fare i telefonisti nei call center dei capitani coraggiosi de noantri o ex-professionisti con esperienza specifica espulsi dal mondo del lavoro non dovrebbe essere impossibile reclutarne qualcuno all’altezza della situazione, perdio!
Coraggio!
Dimeticavo: la “sentinella” è Taxistory!
comunque quello di qui si sta discutendo e per ora sognando,e’ un argomento che ho sentito/caldeggiato sin dalla notte dei tempi,trovavo perfettamente controproducente,inutile e antieconomico la totale pacellizzazione della categoria,sia dal punto di vista sindacale,economico che e sopratutto di immagine e visti i pericoli passati e probabilmente futuri,che ancora ci aspettano dietro l’angolo,ritengo sia ormai URGENTE il parto di una struttura adeguata ai continui attacchi e ai cambiamenti sociali in atto,o la tigre la cavalchi o lei ti sbrana,non credo ci sia ancora molto tempo a disposizione per ragionare sul sesso degli angeli!
Fratelli ho trovato questo:
http://www.assotrasporti.org/ita/progetto.asp?RFR=http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=assotrasporti&source=web&cd=1&sqi=2&ved=0CFQQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.assotrasporti.org%2F&ei=nF_zT8bhG6Lg4QSM1NT5CQ&usg=AFQjCNH4fnScxTOhZmhLLJ_43ZSWs3DCcw
è l’associazione delle imprese degli autotrasportatori.
Ecco quello che dobbiamo fare anche noi: L’Assotrasporto pubblico!
E dobbiamo farlo PRIMA che facciano fare a noi la stessa fine che hanno fatto fare ai camionisti “padroncini” del loro camion!
Hanno sovvenzionato i GRANDI spedizionieri con finanziamenti europei, con quei soldi LORO hanno creato gli HUB, si sono accapparrati il “mercato” e oggi i padroncini sono di fatto LORO dipendenti pagati da fame mentre LORO con 4 camion (ma con il marchio bene in vista) fanno la maggior parte delle commissioni mettendo in “concorrenza” il padroncino italiano con il camionista romeno, polacco, greco o turco e se potessero magari anche cinese!
Un abbraccio