Iniziato a Roma un percorso che porterà alla formazione di un coordinamento unitario locale di tutte le rappresentanze di categoria del settore taxi Capitolino. La riunione di ieri 10 settembre, svoltasi nella sede del radiotaxi 3570 e nata da una idea del Presidente nazionale di Uritaxi Loreno Bittarelli, pone una pietra miliare di importanza a dir poco storica nella rappresentanza di categoria dei tassisti romani. Un progetto auspicato più volte dalla stessa “base” dei tassisti romani stanchi di un eccessivo frazionamento sindacale. Pubblichiamo in allegato il documento firmato al termine della stessa riunione da tutte le sigle sindacali.
scarica allegato direttamente da uritaxi – fonte: uritaxi.it
I migliori auguri alla Categoria capitolina, ma… a mano?!
Penso che rimanere il più possibile uniti sia l’unica strada percorribile per poterci adeguatamente confrontare con le
più variegate correnti di pensiero.
Le istituzioni che ci governano tendono a parcellizzarci.
Tenete sempre bene a mente il detto”DIVIDI ET IMPERA”.
Essere invece uniti può facilmente diventare un fortissimo scudo a chi non ci vuole propriamente bene.
Fratelli,
pare che ci stiamo finalmente risvegliando dal torpore da bella addormentata nel bosco.
Solo che al posto del principe azzurro c’è Monti!
Ma guardiamo quello che fanno i GRANDI.
Guardiamo Confindustria|!
QUesta inziativa potrebbe essere il seme da cui far crescere la pianta e cioè una ASSOTAXI NAZIONALE
e per ogni realtà locale significativa delle sedi provinciali e/o regionali distaccate che fanno riferimento a quella nazionale.
I nostri nemici non l’hanno mica mollato l’osso!
Continuano e continueranno finchè avranno anche solo la tenue speranza di divorarci!
Solo così potremo reggere ai vari tentativi di disintegrare il settore.
un abbraccio!
A Mjlano diversi anni fà si nominarono sette saggi,io compreso.che furono incaricati di fare un regolamento per i rapporti tra le organizzazioni sindacali allora presenti.Fatto il libretto con le regole fù respinto dal provinciale SATAM
/CNA che non lo approvò,cosi si disse ,e tutto andò in fanteria.
Ahimè ci risiamo con la parola sbagliata: sindacati!
La domanda è: cosa c’entrano i sindacati?
Quelli andavano bene negl ianni 60 quando c’erano le ditte e gli autisti erano loro dipendenti.
Noi non siamo più lavoratori dipendenti almeno da 40 anni.
Siamo perlopiù artigiani quindi lavoratori autonomi che hanno tutto il diritto e a questo punto anche la necessità di darsi una struttura rappresentativa di tipo “imprenditoriale”.
poi ciascuno, se vuole, è liberissimo di tenersi in tasca la tessera che più gli piace e fare tutte le donazioni al partito che preferisce.
non è la parola sbagliata:Sono sindacati o associazione sindacale tutte le rappresentanze delegate a collocquiare colle amministrazioni pubbliche e è la legge che lo prescrive:Purtroppo a Milano e nelle grandi città l’alto numero di persone che esercitano l’attività di tassista non permette adeguate assemblee e qualcuno ne ha approfittando anche con nomi fuorvianti come “CATEGORIA UNITA”o “COORDINAMENTO SINDACALE”per sedersi in tutte le poltrone ,davanti agli assessori di turno.
Carissimo Martano,
cercavo di associare una parola ad un concetto!
Confindustria è un “sindacato”?
Confcommercio è un sindacato?
Assochimica è un sindacato?
Purtroppo alla parola sindacato si associa immediatamente la parola partito o area politica.
Secondo te Confindustria è di dx, sx o centro?
Io credo che a Quinzi, oggi, Marcegaglia ieri e Montezemolo l’altro ieri freghi qualcosa meno di niente dei giochetti di parole e si concentrino sui loro diretti interessi economici.
Se ad es. avessero subito un incremento dei costi di produzione come quelli che abbiamo subito noi nell’ultimo anno coi carburanti, pensate che se ne sarebebro stati zitti e buoni perchè il politicante di turno era amico loro oppure avrebbero fatto fuoco e fiamme per “recuperare” in qualche forma questi costi utilizzando TUTTI i mezzzi a loro disposizione (a cominciare dai mezzi di informazione) per raggiungere lo scopo?
I nostri “sindacati” invece se ne stanno buoni buoni e non battono ciglio neppure per “ridimensionare” ALMENO gli studi di settore per questi anni di crisi!
Perchè?
perchè????.Gli studi di settore sono stati rifatti,ma in peggio,purtroppo non si è tenuto conto che i klm non sono un dato certo e usati per bastonare i taxisti ,nonostante la vettura fuori servizio è da considerarsi ad uso propio e privato e pertanto da non prendere in considerazione:L’ufficio delle entrate non trovando forte opposizione affila sempre più le armi e ne vedremo delle belle,in considerazione che per ottenere una sentenza favorevole passano anni e molti anticipi per cause costose di non facile soluzione .La paura è tanta e il più debole cede.