Uber has had a tough time battling the official taxi services in some of this country’s largest cities, but it seems the company has now failed to take a bite out of the Big Apple.
Travis Kalanick, Uber co-founder and CEO, announced in a blog post today that his company would suspend Uber’s NYC Taxi beta due to challenges from the city’s Taxi and Limousine Commission (TLC), despite overwhelming demand.
"Such is life as a transportation technology innovator," Kalanick wrote.
Uber’s app allowed you to hail a yellow cab with your iPhone. Plug in your location, request a cab, and drivers in the area would respond. It seems the 160 cabbies who participated in the beta over the last few months, however, were not enough to satisfy demand.
"Demand far out-stripped supply, making you feel pretty lucky when you got a yellow from your iPhone," Kalanick wrote. "We did the best we could to get more yellows on the road but New York’s TLC put up obstacles and roadblocks in order to squash the effort around e-hail, which they privately have said is legal under the rules."
In a Sept. 6 notice, the TLC reminded taxi drivers that it has "NOT authorized any electronic hailing of payment applications (‘apps’) for use in New York City taxicabs."
"Drivers and owners are reminded that violations of Commission rules can lead to fines and, in some cases, the suspension or revocation of their TLC license," the TLC said.
In an effort to sway officials, Uber offered free taxi rides up to $25 for a week in September, but to no avail.
Uber will still offer its Uber Black service, which lets users reserve a black sedan or SUV, and Uberx for mid-range cars, in New York.
"New York City’s TLC will hopefully get things moving, and let UberTaxi back out in the wild next year. In the meantime you can try UberTaxi in more innovation-friendly cities," Kalanick wrote.
That includes Boston, which launched Uber Taxi on Sept. 19, as well as Toronto.
Earlier this year, Uber also clashed with officials in Washington, D.C. The D.C. City Council proposed an amendment that would require any service that competed with the city’s existing taxi fleet to charge at least five times more than a D.C. taxi. Offering a lower price would be illegal. The uproar over the proposal resulted in the DC Council striking down the minimum fare language for the Uber Amendment.
That came around the same time that Uber launched its on-demand ice cream truck service in several cities, including New York.
fonte: pcmag.com 16/10/2012
In poche parole la società U… (tipo My….) non è riuscita ad entrare nel sistema di chiamate di taxi a New York perchè la TLC (Taxi and Limousine Commission una specie di authority di taxi e ncc) non gli ha rilasciato i permessi.
Se ricordate c’è stato un post precedente su questo argomento: NY dice no alle app taxi per smartphone
la decizione della commissione è stata dettata dal desiderio di non mettere in mano l’intercettazione del taxi a societa private,senza controllarle l’utilizzo ,se pensiamo poi che le app taxi debbono utilizzare tre diversi sistemi operativi, a seconda della marca dello smart-phone ,presumo non abbiano voluto cedere il controllo sul servizio taxi.
Ebbene come al solito Martano ha focalizzato benissimo il problema cosiccome i colleghi americani. Il nocciolo della questione è il CONTROLLO ovvero chi tiene il coltello dalla parte del manico.
Se fosse una società privata a farlo e non un ente/autorità/associazione sotto il controllo DEMOCRATICO della categoria sarebbe la fine.
Già adesso abbiamo qualche problemino di democrazia con le nostre RTX gestite dalle nostre associazioni figuriamoci se la controparte fosse un privato tipo “libera e bella”.
Il contatto diretto tramite apparecchiatura telefonica già di per sè dovrebbe ricadere tra le forme di contatto non permesse. Basterebbe applicassero le leggi e i nostri sindacati le dovrebbero conoscere bene
Se non lo permettono nell’ultra liberale USA allora c’è qualcosa che non va
L’estate scorsa (giugno 2011) al posteggio di piazza Napoli si avvicinarono 2 strani personaggi che mi chiesero se volessi installare un impianto gestito tramite cellulare che funzionava come un radiotaxi. Alla risposta che il radiotaxi già lo avevo mi dissero che potevo usarli in parallelo. Gli dissi che di centrali radio eravamo già saturi e non ne servivano altre. Se ne andarono scocciati. Evitiamo di dover dipendere e far guadagnare certi individui. La nostra attività la gestiamo noi, non facciamogli credere di poter ingrassare alle nostre spalle. Sono tempi dove i parassiti fioriscono a mazzi
@Paolo se vai a cercare bene sulla 21/92 e sulla maggior parte dei regolamenti comunali nulla vieta il contatto diretto tra utente e tassista anche perche’ l’unico soggetto abilitato a recepire una chiamata e’ il tassista stesso (o una coop o consorzio di tassisti: cambia la forma ma non la sostanza). Per questo i sindacati non si sbilanciano al riguardo 😉
Non ho letto per been la legge ma sapevo che contattare telefonicamente sul cellulare il tassista è una pratica vietata. Ma chi me lo dice da anni sarà male informato. Nell’ignoranza mi astengo
La legge 21/92 definisce in modo molto semplicistico il servizio taxi come un servizio “indifferenziato”… Non parla di modalita’ di chiamata.
L’attuale regolamento comunale in merito al servizio taxi di Roma Capitale prevede addirittura che i TITOLARI DI LICENZA TAXI e le organizzazioni economiche da essi costituite (coop o consorzi e quindi radiotaxi, ossia “numeri di telefono” di consorzi o coop) possano stipulare convenzioni con l’utenza.
Non vorrei sembrare presuntuoso ma se faccio un lavoro e’ bene conoscerne a fondo le normative che lo regolamentano, il sentito dire o il “funziona da sempre cosi” non e’ legge, la legge e’ scritta.
la 21/92 definisce il servizio taxi semplicemente come servizio rivolto ad una utenza indifferenziata ma non parla di modalita’ di contatto tra utente e tassista. L’attuale regolamento comunale di Roma Capitale prevede la possibilita’ per i titolari di licenza taxi di stipulare convenzioni con l’utenza. In ultimo: i numeri di rtx non sono forse dei numeri di telefono che organizzazioni economiche di tassisti mettono a disposizione dell’ utenza per farsi contattare? Ora… Il singolo tassista e’ una piccola organizzazione economica (titolare di licenza, ditta individuale, numero di partita iva, registrazione in camera di commercio…) quindi cosa vieta che possa mettere a disposizione un numero di telefono o un indirzzo ip per farsi contattare? Non e forse quello che gia’ fanno i rtx?
Scusate, ma i rtx fanno da tramite tra il cliente e il taxi. Mi volete dire che legalmente potrei porre adesivi o dare biglietti da visita con stampato il mio numero di cell per essere contattato direttamente? Ho sempre saputo essere vietato. Anche perché sarebbe un servizio parecchio diverso da quello taxi. A parte la 21/92 chi conosce bene il regolamento di servizio mi conferma che questo è possibile? Lasciamo stare il fatto che molti lo fanno da sempre
@Paolo in pratica si. Il servizio taxi e’ per sua definizione un servizio a “chiamata” ma le modalita’ della chiamata non sono definite. D’altra parte se ci pensi i rtx sono strutture economiche di piu’ tassisti che hanno messo a disposizione un numero o un sistema per farsi raggiungere dagli utenti del servizio, ma se al singolo tassista non interessa associarsi ad altri un numero di telefono o una app sono strumenti attraverso i quali si puo’ far raggiungere da una utenza “indifferenziata” conformemente alla 21/92.
Inoltre il monopolio sui servizi non e’ consentito in Italia quindi i rtx non hanno esclusive in merito.
Le solo norme da rispettare sono i regolamenti comunali, le comunicazioni del Garante per la Privacy (2003 e successiva 2005 specifica sui servizi rtx) e il CDS sulle affissioni pubblicitarie sui veicoli
No Paolo, non si può. A questo blog manca proprio qualcuno che spieghi queste cose. Il mio amico Maggiolo dorme? Devi guardarla sotto tutti gli aspetti:
A)Utenza indifferenziata. Se il sig. rossi chiama il tassista Paolo non è più utenza indefferenziata.
B)Le rtx NON sono taxi ma società di servizi che fungono da tramite tra l’utenza indifferenziata. Il sig. rossi chiama un rtx ma non sa qual’è il tassista che prenderà la sua chiamata. Idem per la colonnina. Idem per le app che agganciata al GPS trova il tassista più vicino e non il tassista Paolo sempre e comunque.
Qualche tassista ha avuto problemi con la freccia 1 prima e la disciplinare poi proprio perchè facevano disposizioni con clientele “private”.
E’ per questo che la legge ha pensato ai taxi per l’utenza indifferenziata e agli NCC per le prenotazioni.
Semmai l’anomalia è che negli rtx siano impiegati dei tassisti. Ma questo è un altro discorso.
Anche le prenotazioni fatte agli rtx andrebbero sempre smistate coi 15minuti di anticipo sempre al tassista in turno che si aggiudica la chiamata. Se poi succede altro è materia di accertamento ma dal punto di vista della legge e regolamento è ok.
Infine tutte queste materie sono soggette a querele di parte. Anche se un regolamento o una pratica diffusa è in contrasto con la Legge serve che qualcuno presenti una denuncia. D’ufficio non si muove nessuno.
Se ho sbagliato qualcosa Giovanni mi correggerà (se si è svegliato) 🙂
Ps: nulla vieterebbe a Marco di fare una colletta allo scopo di finanziare lo sviluppo di una APP. Basta avere uno smartphone col rilevatore gps e l’utenza indifferenziata potrebbe chiamarsi il taxi attraverso la app di taxistory. Non è necessario appoggiarsi alle centrali o ad altri sviluppatori che ci hanno pensato prima.
Insomma, chi vuole si può mettere in gruppo e fare in proprio.
Francesco ci hai letto nel pensiero. Qualcosa di simile lo stiamo provando per gioco, c’e’ il problema non indifferente dell’indifferenziato, quella parolina (a proposito, grazie per avere esposto la legge, io proprio sono due giorni che sono presissimo per altre cose) produce il problema dell’autorouting. Ma a tutto c’e’ una soluzione.
@Francesco i rtx nella maggior parte dei casi non sono societa’ di servizi ma generalmente coop di produzione lavoro o consorzi artigiani, almeno qui a Roma.
E’ chiaro che lavorare su “utenza fissa” distoglierebbe il taxi dalla sua prerogativa ma in realta’ non ci sono leggi scritte che lo vietino, almeno sulla maggior parte dei regolamenti comunali che ho letto (sara’ per questo che i rtx spesso si fanno guerre a suon di concordati per polpose utenze fisse?)forse per via della totale casualita’ con la quale si svolge il nostro lavoro.
Non di meno nel 2012 una app raggiunge veramente la cosiddetta utenza indifferenziata (esempio drastico: provate a pensare ad una persona con seri problemi di mobilita’ e parola che magari semplicemente toccando una macchinina su un touchscreen potrebbe avere a disposizione il suo taxi)
Nel caso di una app l’utenza risulta essere indifferenziata in quanto la stessa applicazione è disponibile a tutti (si trova in uno “store” quindi chiunque può accedervi e usarla).
Quindi, in teoria, potrei girare con scritto sugli sportelli “trovi questo taxi sulla app tal dei tali” e rivolgere a chiunque legga la prestazione del mio servizio, ovviamente nelle mie disponibilità (idem succede se ho già il cliente in macchina e qualcuno alza la mano per strada: non mi fermo e tiro dritto, chiamerà qualcun altro).
Questo ovviamente nulla ha a che vedere con il dire al cliente di turno di richiamarti che magari poi gli fai lo sconto, ma significa rendere globalmente disponibile un servizio DI PUBBLICA UTILITA’.
Paradossalmente in quanto tassista oggi come oggi dovrei avere tutti i radiotaxi, rispondere alla colonnina, essere visibile su internet e mettere un numero di telefono sulla portiera della macchina per rendere realmente INDIFFERENZIATO il servizio svolto.
La 21/92 nella sua essenzialità è una legge che sigla il nostro livello di civiltà a differenza di quanto avviene grazie alle Authority d’oltreoceano. Se poi vogliamo per l’ennesima volta arrovellarci circa le modalità di “chiamata” facciamolo ma forse sarebbe il caso che si prendesse coscienza che i tempi cambiano e i mercati pure, quindi o si stà un passo avanti alle innovazioni o si rischia come al solito che qualcuno ne faccia un uso distorto a proprio esclusivo vantaggio.
@Casper, posto che a Roma c’è oggettivamente una certa tolleranza nei vostri confronti che non si trova da altre parti, il problema sta nel significato della parola indifferenziato. Filologicamente posso anche essere d’accordo con te, ma non sono le nostre opinioni che contano quanto quelle dei legislatori e dei tribunali che si sono succeduti. Per essere indifferenziato il servizio deve essere svolto da un soggetto economico (coop, società) che contenga una pluralità di tassisti (non uno o due, la coop conta almeno 3 soggetti) che si rivolge ad utenza indifferenziata. L’utenza fissa (intesa come Azienda) è composta da più individui. Ma anche quando comprende dei privati la liceità si riscontra solo quando l’utente non può conoscere in anticipo il tassista che arriverà. Certo che ogni norma si presta a dei paradossi. L’rtx Z si convenziona con la struttura disabili x e annovera un solo tassista con vettura attrezzata al trasporto disabili. Per forza sarà sempre lui a fare i trasporti! Sei in errore quando dici che nessuna legge lo vieta. Proprio la 21 distingue le prerogative dei taxi da quelle degli ncc. Che poi ci siano invasioni di campo reciproche non si discute, ma attenzione a non confondere la consuetudine con la norma. Oggi, a Milano, attaccare sul proprio taxi il cellulare o distribuire bigliettini per ottenere chiamate dirette dai clienti è un illecito amministrativo punito abbastanza severamente. Che poi si faccia e quasi mai venga punito (così come ci sono gli ncc che procacciano illecitamente, meglio precisare per non offendere nessuno) non significa che sia consentito.
I regolamenti e le ordinanze non possono contenere elementi contra legem (vedasi le ultime alemannate bocciate dal Tar) ma serve qualcuno che tiri in causa il Tar. Normalmente, se una cosa avvantaggia te senza creare danni a me, perchè dovrei sobbarcarmi le spese legali? Rimango perplesso (visto il regolamento di Milano che impone ai titolari di licenza taxi l’esercizio della professione in via esclusiva) nel merito dei tassisti che non guidano ma percepiscono i loro stipendi dalle centrali. Come ho detto sopra se si tratta di illecito occorre che sia un Tribunale a stabilirlo quindi penso che mi terrò i miei dubbi.
@francesco: legalmente un tassista E’ un soggetto economico ( iscrizione ruolo, partita iva, titolo per esercitare la professione) cosi come lo sono strutture economiche come consorzi o coop.
Esempio: consorzio di 3 tassisti che mettono a disposizione di TUTTI un sistema per ricevere chiamate. Saranno ovviamente sempre gli stessi 3 a riceverle. Alternativa: 1 solo tassista mette a disposizione un sistema per essere contattato…. sara’ lui a ricevere le chiamate senza escludere che altri tassisti adottino indipendentemente lo stesso sistema. Risulta quindi paradossale dire che mentre 3 possono farlo 1 solo no sebbene in tutti e 2 i casi parliamo di strutture economiche dello stesso tipo ma con dimensioni diverse
Il “problema” delle App e’ in realta’ un falso problema trattandosi di un modello di accesso ai servizi (non solo taxi) totalmente nuovo e per lo piu’ dalle implicazioni sconosciute. Dimostrazione ne e’ il fatto che le indicazioni comunitarie in materia di e-commerce lasciano ancora ampi spazi di manovra.