I tassisti fiorentini subiscono l’abusivismo da un lato e una concorrenza al limite dall’altro. Il problema è che non ci sarebbe la volontà politica di risolvere la questione
Taxi, quando parlarne? Di certo quando si affronta il tema delle liberalizzazione, delle tariffe e dei sondaggi. Ma non solo; se visto da altra angolatura il discorso si allarga. Si perché quando si parla di trasporto, che sia pubblico o privato, c’è da fare i conti con un sottobosco di realtà a volte ben definite altre volte silenziose che complicano l’analisi ma anche lo sviluppo del settore. Proprio in questa logica oggi i tassisti si trovano tra fuochi incrociati. Due mercati che li torchiano, quello cinese e quello degli N.C.C. E alla fine dell’anno il tutto si quantifica con la perdita di milioni di euro. La stima per difetto parla di almeno "due milioni". Come funziona? Con ordine. I tassisti fiorentini (654 le licenze rilasciate in città) si stanno imbattendo in diversi fenomeni economici, di cui uno ha il sapore dell’illusionismo.
CINA – "All’aeroporto di Firenze sono scomparsi i cinesi", racconta Claudio Giudici, presidente della cooperativa Cotafi, già presidente regionale del principale sindacato di categoria Uritaxi. Quello che hanno scoperto i tassisti, indagando in proprio, ha dell’incredibile. Uno di loro non capendo come fosse possibile una moria di clientela del Paese del Dragone in arrivo allo scalo fiorentino ha cominciato a operare delle ricerche su internet. Niente di niente. In italiano nessuna spiegazione per la volatilizzazione della clientela asiatica. Poi il guizzo. Provare a googlare la parola "taxi" in cinese. Da qui la scoperta: sono stati creati dei portali in madre lingua da cui si può fissare in anticipo il servizio di trasporti tra connazionali senza licenza. A confermarlo, è lo stesso Giudici: "Le dico di più, a una nostra collega dopo aver pranzato in ristorante cinese di Prato le è stato consegnato un volantino con un Van che fa questo servizio". Un vero e proprio traffico parallelo che tuttavia preoccupa solo in parte i tassisti fiorentini perché le tratte affrontate sarebbero in definitiva monodirezionali: o verso Prato o verso l’Osmannoro. In poche parole non andrebbero ad inflazionare le rotte all’ombra del Cupolone.
E’ in città che la vicenda si complica. Perché qui gli ‘avversari’ dei taxi sono gli N.C.C.. Non tutti, ovviamente, solo coloro che abusano della propria licenza arrivando a forme irregolari dell’esercizio dell’attività gravando in tal modo sul mercato dei tassametri. In pratica il problema è che le autorizzazioni vengono rilasciate in paesini fuori provincia, ma di fatto verrebbero usate per insistere sul mercato cittadino. E’ lo stesso Giudici a confermare l’esistenza di sovrapposizioni di mercato sulle tratte più appetibili, come quella per esempio che da Firenze porta all’aeroporto di Peretola o addirittura a quello di Pisa. "Dai nostri calcoli i mezzi non autorizzati dal Comune sarebbero 70 – 80, oltre il 10% del totale delle licenze taxi rilasciate", sottolinea il Presidente.
ZTL – Vetture che oltretutto sarebbero già dotate del permesso per l’accesso nella Ztl. "Palazzo Vecchio chiedeva che i telepass fossero rilasciati solo alle auto della provincia mentre noi, visto che l’autorizzazione è comunale, solo a quelli del Comune. Allora ci accontentammo per scremare fin da subito le vetture da che venivano da fuori". E invece come è andata a finire? "Che il telepass alla fine è rilasciato a chi ne fa richiesta".
COSAP – E poi c’è il nodo del suolo pubblico. I tassisti ogni anno versano nelle casse di Palazzo Vecchio 400mila euro di Cosap. I tassisti però in questa operazione sentono l’odore della beffa. Si perchè poi, secondo Giudici, si verificano puntualmente episodi spiacevoli, come quei mezzi che senza autorizzazione, occuperebbero spazi dove non è neanche possibile la sosta.
SOLUZIONE – Cosa fare? "Moral suasion", scandisce Giudici. La richiesta è convincere gli albergatori a esporre le tariffe nelle strutture ricettive di Ncc al fianco di quelle dei taxi, così da dare una possibilità di scelta al cliente. Come per altro prevedeva la mozione, approvata, presentata dal consigliere comunale Pierguidi (PD).
"L’assessorato allo sviluppo economico – chiosa Giudici – non si è sforzato molto perché qui si va a toccare degli interessi molto forti come le catene alberghiere. A un portiere pagato 800 euro al mese, piuttosto che 1500, viene data la possibilità di arrotondare con delle commissioni su questi trasfer che può fare con questi Ncc. Finché sono di Firenze è una cosa. Ma quando hanno rimessaggio in città e provengono da altre parti d’Italia non va bene".
Una soluzione per arginare il fenomeno sarebbe quella di un controllo più puntuale sul foglio di servizio, cioè il mandato degli Ncc che riporta chi è il cliente, a che ora è l’appuntamento e dove ci si deve recare: "Un foglio che non ha nessuno. Palazzo Vecchio potrebbe intanto lavorare su quelli di Firenze". "Manca la volontà politica – racconta accigliato il presidente". Si chiede una soluzione, un via di fuga per ristabilire l’ordine. Un binario, una corsia preferenziale, come quella dei taxi.
fonte: firenzetoday.it 26/10/2012