Tratto da: economiaefinanza.blogosfere.it del 19/11/2012:
Ecco come le lobby e la burocrazia stanno frenando le liberalizzazioni in Italia. Il Cresci Italia, il famoso decreto del governo Monti dal nome molto pop, è nato bianco ma per strada ha perso molti pezzi, tanto da diventare quasi nero. Scomparso lo sconto sull’assicurazione per chi fa mettere sulla macchina la scatola nera, i medicinali di fascia C da vendere nelle parafarmacie, le licenze per i taxi e così via. Il decreto sulle liberalizzazioni avrebbe dovuto portare, stando alle dichiarazioni dello stesso consiglio dei ministri, nel lungo periodo una crescita del Pil del 11%, l’occupazione dell’8%, i salari in termini reali del 12%. Troppo? Forse, ma da qui a zero ce ne corre…
Come riporta corriere.it, c’è stato l’assalto delle lobby in Parlamento, con tanto di transenna al Senato per tenere a bada i cosiddetti sottobraccisti. La mediazione con le categorie (ricordate l’assedio dei tassisti a Palazzo Chigi?), quella con i partiti, sempre più difficile con l’avvicinarsi delle elezioni e il «ritorno» della politica. E, dopo la conversione in legge del 24 marzo, la difficoltà di rendere davvero operativi quei 98 articoli. Qualche settimana fa il Sole 24 ore ha calcolato che su 53 regolamenti attuativi ne erano stati emanati soltanto 11. Da allora qualcosa è cambiato, ma non molto.
Professionisti: per avvocati e notai la legge ha cancellato le tariffe minime. Farmacie: non c’è solo il mini sblocco dei medicinali della ex fascia C, con obbligo di prescrizione e a carico del paziente, che il presidente delle federazione parafarmacie Giuseppe Scioscia definisce una «presa per i fondelli». La legge diceva anche che sarebbero state aperte altre 5 mila farmacie ma al momento i bandi sono stati pubblicati solo da quatto regioni: Lombardia, Veneto, Liguria e Lazio. Le parafarmacie hanno fatto ricorso al Tar chiedendo di poter vendere tutti i medicinali di fascia C, come il governo aveva ipotizzato in un primo momento. Hanno vinto il primo round a Milano, Reggio Calabria e Catania, la questione è stata girata alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea. La liberalizzazione potrebbe arrivare solo per via giudiziaria.
Taxi: all’inizio si era pensato che dovesse essere la nuova Autorità dei trasporti a decidere l’eventuale aumento del numero delle licenze, ma alla fine ha avuto solo un parere non vincolante, a decidere restano i sindaci. Ma al momento nemmeno questo è possibile. Assicurazioni: non manca solo la scatola nera con relativo sconto. Restano ancora da attuare pienamente l’unificazione della tariffa Rc auto su tutto il territorio nazionale. Benzinai: entro la fine dell’anno il self service dovrebbe coprire l’intera rete e questo è un risultato anche se, prima del decreto, eravamo già all’80%. La legge dice anche che bisogna definire un percorso che consenta ai gestori di stare sul mercato in «condizioni eque e non discriminatorie». Formula vaga che indica la possibilità di comprare il carburante dalla compagnia che offre il prezzo migliore.